30 Years
30 Years è una mostra per festeggiare tre decenni di attività della Galleria che Monica De Cardenas ha aperto in via Francesco Viganò quando ancora per tutti, milanesi e turisti, Porta Nuova e la stazione Garibaldi erano periferia e non il centro.
Comunicato stampa
30 YEARS
Inaugurazione: Sabato 14 gennaio 2023
In mostra: 14 gennaio - 11 marzo
Maurizio Arcangeli - Stephan Balkenhol - Lupo Borgonovo - Valerio Carrubba - Chung Eun-Mo - Philip Lorca di Corcia - Rä di Martino - Gianluca Di Pasquale - Peter Doig - Linda Fregni Nagler - Francesca Gabbiani - Silvia Gertsch - Craigie Horsfield - Chantal Joffe - Alex Katz - Khalif Kelly - Juul Kraijer - Claudia Losi - Lutz & Guggisberg - Esko Mannikko - Julian Opie - Gabriel Orozco - Barbara Probst - Markus Raetz - Gideon Rubin - Jean-Frédéric Schnyder - Ivan Seal - Benjamin Senior - Hannah Starkey - John Stezaker - Christine Streuli - Thomas Struth - Federico Tosi - Franco Vimercati
30 Years è una mostra per festeggiare tre decenni di attività della Galleria che Monica De Cardenas ha aperto in via Francesco Viganò quando ancora per tutti, milanesi e turisti, Porta Nuova e la stazione Garibaldi erano periferia e non il centro di un’area urbana diventata cuore e simbolo della città. Anche adesso, tra i grattacieli di Piazza Gae Aulenti e il Bosco Verticale, a pochi passi dalla Fondazione Feltrinelli e da corso Como senza le macchine, la Galleria ha mantenuta immutata la sua atmosfera intima e accogliente che l’ha animata sin dalla sua inaugurazione: un grande appartamento al pianoterra con tutti i caratteri e i colori di un palazzo di fine anni ’30, nessun affaccio sulla strada ma su un cortile e un giardino, nella convinzione che le opere d’arte possano essere proposte e meglio comprese in uno spazio del tutto simile a quello di una casa dove poi potranno essere ospitate.
Autori internazionali e giovani promesse non solo italiane; passione e predilezione per la fotografia concettuale e la pittura figurativa, immagini nitide e rigorose ma poetiche sono les fils rouges delle scelte artistiche fin dagli esordi. Agli inizi del 1993, la galleria presenta la prima personale italiana di Thomas Struth, protagonista della nuova fotografia tedesca (e poi mondiale) con una serie di opere create appositamente, che appartengono ai due filoni principali del suo lavoro: fotografie di strade di Milano e grandi immagini a colori riprese nelle sale di musei italiani. Un anno dopo, la prima di una serie di esposizioni di Markus Raetz che porta per la prima volta in Italia le “anamorfosi", le sue celebri sculture che si modificano a seconda del punto di vista, e alcune opere su carta realizzate con una tecnica speciale, la luce del sole. Nel 1997, quando il grande maestro americano è ancora pressoché sconosciuto in Europa (forse a causa della sua indipendenza da qualsiasi movimento), è la volta di Alex Katz, ora celebrato - a 95 anni - dal Guggenheim di New York con una straordinaria retrospettiva (fino al 20 febbraio 2023).
Con gli inizi del 2000, in controtendenza al mainstream, la decisione è quella di puntare ancora di più sulla pittura figurativa con mostre di artisti internazionali quali Peter Doig, Chantal Joffe e Benjamin Senior.
Costante e profonda anche l’attenzione per i maestri della scena italiana (Carol Rama, Marisa Merz, Fausto Melotti, Gianni Colombo, per citarne alcuni), proposti anche nella galleria inaugurata nel 2007 in una casa del XIV secolo a Zuoz nei pressi di St. Moritz (Svizzera), mentre continua l’impegno per promuovere e far conoscere artisti italiani emergenti: Claudia Losi, Gianluca Di Pasquale, Rä di Martino, Linda Fregni Nagler e Federico Tosi i nomi più vicini.
Tra le protagoniste delle mostre personali più recenti promosse da Monica De Cardenas ci sono la fotografa tedesca Barbara Probst (presentata alla Triennale di Milano la scorsa primavera) e Wangari Mathenge, artista afroamericana (nata in Kenya, ora vive a New York e ha esposto in galleria lo scorso autunno, in una personale che è stata anche la sua prima mostra europea) che, nelle sue potenti tele, interpreta la molteplicità della sua identità e della sua memoria. Due artiste diverse (per provenienza e cultura, per tecnica e media) ma unite da una stessa visione creativa: l’invito nei riguardi dell’immaginazione di chi osserva le loro opere a continue e proprie interpretazioni, collegamenti, scoperte, nuove prospettive. Un augurio che Monica De Cardenas estende anche a tutti i visitatori di questa mostra.