Novità in libreria. 7 libri su idee, memorie e luoghi
Fontana, visto come collezionista e mecenate; Alda Fendi vista come donna oltre che come manager; Firenze al di là delle sue attrazioni più famose. Le proposte editoriali di novembre 2025 affrontano diversi (e conosciuti) argomenti da nuovi punti di vista...
Dalle opere che non sono mai esistite se non come potenza (e che pure chiedono archivi e metodi) al Fontana che colleziona per attivare nuove genealogie; dalla montagna che rischia il silenzio alle città da riattraversare senza posa da cartolina; dai traslochi emotivi fissati in fotografie alle biografie che fondano marchi e comunità creative: i libri che seguono compongono un atlante di possibilità. Sono storie di non-finito e di militanza culturale; di territori da ripopolare e case da lasciare senza perderne l’anima, di leadership femminile e sguardi quotidiani.
L’opera che non c’è – A cura di Elisabetta Modena e Marco Scotti
Più che un libro, un dispositivo di sguardo: L’opera che non c’è, a cura di Elisabetta Modena e Marco Scotti, esplora il continente sommerso dei progetti artistici non realizzati tra XX e XXI Secolo. Nati per mostre sfumate, bandi mai vinti, budget azzoppati o censure implicite, questi lavori rimasti su carta, in cartelle digitali o in corrispondenze private compongono una contro-storia dell’arte: un archivio di possibilità che interroga fallimento, contingenza e destino delle idee. Il volume nasce dall’esperienza di MoRE – Museum of Refused and Unrealised Art Projects e adotta la forma del lemmario: voci tematiche affidate a autrici e autori diversi, che intrecciano storia dell’arte, culture del progetto, critica, filosofia e diritto dell’arte. Ne esce una mappa d’uso: casi studio documentati, protocolli di conservazione dell’intento, questioni etiche e legali (chi “detiene” un’idea? come si cataloga l’incompiuto?), pratiche curatoriali per esporre il non-realizzato senza tradirne la natura. Libro prezioso per curatori, storici, archivisti e giuristi, ma anche per artisti: perché mostra che nel non-finito non c’è solo perdita, c’è metodo. E che ogni progetto irrealizzato è un futuro sospeso: una riserva di senso che continua a lavorare, anche quando l’opera – per il momento – non c’è.
L’opera che non c’è. Arte e progetti non realizzati tra XX e XXI secolo
A cura di Elisabetta Modena e Marco Scotti
postmedia books, 2025
pag. 306 | € 26
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Gaspare Luigi Marcone – Lucio Fontana. Mecenate Collezionista Militante
Non solo “tagli”: il libro di Gaspare Luigi Marcone fa luce su un Fontana mecenate, collezionista, militante, capace di usare prestigio, denaro e parola critica per spostare l’asse dell’arte italiana (e non solo). L’incipit simbolico è la mostra gemella del 1957 alla Galleria Blu — 18 opere della collezione privata di Lucio Fontana / …di Bruno Munari — dove affiorano già Burri, Baj, Klein, Licini, Scanavino. Da lì in avanti il filo si tende: nel 1959 Fontana acquista una delle prime Linee di Piero Manzoni, nel 1965 sceglie Fabro (il Tondo e Rettangolo del 1964) dalla sua prima personale. Marcone mostra come il sostegno passi per acquisti, ma anche per appunti, testi, prese di posizione e per la capacità di “aprire porte” a mostre, riviste, musei. Negli Anni Sessanta Fontana diventa referente “spirituale” per le nuove generazioni — dal Gruppo T allo Zero — mentre la sua stessa opera entra stabilmente in Biennale, a Kassel, nei musei europei e internazionali. Ne esce un ritratto vivo: Fontana non colleziona per possesso, ma per proiezione; non custodisce, attiva. E la sua militanza da “interno” al sistema rende leggibili le genealogie di quel presente che ancora abitiamo.
Lucio Fontana. Mecenate Collezionista Militante
Gaspare Luigi Marcone
Electa, 2025
pag. 152 | € 25
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Laura Fregolent, Sabrina Meneghello e Massimo Triches – Popolare, spopolare, ripopolare la montagna
Più che un case study, un laboratorio sul campo. Popolare, spopolare, ripopolare la montagna usa Selva di Cadore come lente d’ingrandimento per leggere un destino condiviso da molte valli: rarefazione demografica, chiusura di servizi, economie stagionali che svuotano i paesi quando le luci degli impianti si spengono. Il merito del volume è intrecciare piani diversi—socio-economico, culturale, demografico e abitativo—senza inchiodarsi ai dati: alle serie statistiche affianca l’ascolto degli attori locali, dall’amministrazione alle imprese, fino alle comunità temporanee che la montagna la attraversano più che abitarla. Ne esce una mappa di fenomeni e contro-misure: politiche per il rientro dei residenti, abitare accessibile, servizi “di valle” condivisi, filiere corte non folkloristiche, turismo lento che non espelle i residenti, rigenerazione delle architetture vernacolari con usi contemporanei. Le fotografie di Marina Caneve non illustrano: propongono un secondo livello di lettura, dove paesaggio e tracce d’uso rivelano la distanza (o la prossimità) tra retorica e quotidiano.
Popolare, spopolare, ripopolare la montagna
Laura Fregolent, Sabrina Meneghello e Massimo Triches
Anteferma, 2025
pag. 172 | € 22
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Iginio De Luca – Nessun ricordo è innocente
Dieci storie, dieci opere, un’unica risalita: Nessun ricordo è innocente è il libro in cui Iginio De Luca scava nella propria infanzia anni Settanta per illuminare l’oggi dell’artista. Non un memoir retrospettivo, ma un laboratorio a cielo aperto: la scrittura diventa pratica quotidiana che “scongela” piccoli traumi e manie, li impasta al presente e li converte in gesto visivo, sonoro, performativo. La memoria, qui, non consola: brucia. “Calce viva”, “brace sotto la cenere”, materiale attivo che innesta le immagini e le azioni. Il volume alterna racconto e genesi delle opere: dai video alle installazioni, fino ai celebri Blitz nello spazio pubblico -interventi non autorizzati che intrecciano sarcasmo e denuncia – tutto rientra in un oscillare continuo tra privato e politico, domestico e istituzionale. Ne esce un autoritratto dinamico, dove i bordi si sfocano di proposito: il gioco infantile è preistoria della performance, la vergogna si fa dispositivo, l’ossessione trova “magnifica salvezza” nella forma.
Nessun ricordo è innocente
Iginio De Luca
Gli Ori, 2025
pag. 84 | € 20
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Stefano Vigni – Vendo casa
Non è un catalogo d’interiori, è un album di traslochi emotivi. In Vendo casa Stefano Vigni usa la fotografia per trattenere l’istante in cui un luogo smette di essere “nostro” e torna spazio neutro: pareti con il fantasma dei quadri, oggetti in bilico, luce che sembra misurare l’addio. Ne nasce un atlante di soglie – tra memoria e progetto, permanenza e fuga – dove ogni stanza è un campo di forze affettive. Denis Curti, nel saggio critico, parla di «eterna leggerezza vitale»: immagini capaci di rendere concreta l’energia di una transizione, di scavare sotto l’intonaco del quotidiano fino a far riemergere relazioni, abitudini, promesse.. Vendo casa è un dispositivo di memoria che fa della dismissione un atto di consapevolezza. Chi ha vissuto un addio domestico riconoscerà, in queste stanze, la propria geografia sentimentale.
Vendo casa
Stefano Vigni
Seipersei Edizioni, 2025
pag.352 | €80.00
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Maria Teresa Venturini Fendi – Adele F.
Nel centenario della maison, Adele F. di Maria Teresa Venturini Fendi sposta il fuoco dall’icona al nucleo: la figura della fondatrice. Non un santino di famiglia, ma un mémoir asciutto e partecipe che ricompone – sul filo della memoria – il profilo di una donna “intraprendente e visionaria”, capace di tenere insieme rigore e intuizione, maternità e impresa. Nel racconto della nipote (figlia di Anna, una delle cinque sorelle), Adele appare come una leader d’acciaio: educazione severa, disciplina quotidiana, sguardo magnetico; e una strategia tutta concreta – coinvolgere le figlie in un progetto condiviso – che diventa modello di lavoro creativo al femminile in pieno Novecento italiano. Attorno, un paesaggio in mutazione: la metamorfosi della moda, i nuovi consumi, le reti di complicità culturali; e la lunga traiettoria con Karl Lagerfeld, che riconosceva in Adele una “matrona” di raro fascino. Il libro funziona perché alterna frammenti privati (i capelli argentati “spessi come fili”, i gesti di atelier) a un retroscena pubblico fatto di scelte, alleanze, tenacia: così il brand si riaccende nella sua origine domestica e insieme professionale. Un ritratto che parla di stile, certo, ma soprattutto di potere gentile e di come si costruisce, giorno per giorno, un’eredità.
Adele F.
Maria Teresa Venturini Fendi
Salani, 2025
pag 208 | € 18
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Ginevra Poli – Firenze
Più che una guida, un invito a cambiare marcia. Ginevra Poli accompagna tra vicoli, botteghe e cortili dove Firenze smette la posa da cartolina e torna città viva: tradizioni minori, feste di quartiere, artigiani che tengono acceso il fuoco sotto l’iconografia. La struttura è agile e concreta: itinerari “insoliti” calibrati per mezza giornata, uno o più giorni; indirizzi scelti (dove mangiare, dormire, comprare bene), librerie da frequentare, laboratori da visitare, proposte per bambini e spunti outdoor nei dintorni. Il valore aggiunto è l’apparato multimediale: PDF light incluso, playlist Spotify, contenuti audio su Loquis e QR code che aprono video e registrazioni—un ecosistema che estende la visita oltre la pagina. Utile il calendario degli eventi e il glossario dialettale, piccoli passaporti culturali per sentirsi meno turisti e più ospiti. Scritta da un’autrice radicata sul territorio, la guida parla a chi vive Firenze e a chi la esplora con curiosità lenta: niente “top 10” stanche, ma traiettorie che insegnano a guardare.
Firenze
Ginevra Poli
Felitrinelli/Morellini, 2025
pag. 224 | € 18
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