
Negli ultimi anni Add Editore ha dimostrato un’attenzione particolare verso il continente asiatico, proponendo in collana un’interessante selezione di fumetti legati alle regioni dell’Oriente: I miei anni ’80 a Taiwan, Una vita cinese e Il tramonto birmano sono solo alcuni dei titoli recenti rivolti all’esplorazione delle trasformazioni in atto nei territori dell’Asia.
Il re di Bangkok – ultima fatica a opera di Claudio Sopranzetti, Sara Fabbri e Chiara Natalucci – si inserisce in questo percorso.
Il libro racconta la storia di Nok, un vecchio ambulante cieco stanco di Bangkok e deciso ad abbandonare la città. Seguendolo per le vie della megalopoli thailandese e attraverso i ricordi che riaffiorano dal passato, il fumetto ricostruisce il viaggio del protagonista tra baraccopoli e grattacieli, ma soprattutto fra le contraddizioni di una nazione tanto ambiziosa e in crescita quanto socialmente instabile.
Basato su più di dieci anni di ricerca antropologica, Il re di Bangkok parla di migrazioni e famiglie lontane, del progresso che consuma la Thailandia moderna proiettandola verso un futuro seducente eppure incerto.

PAROLA AGLI AUTORI
“Sono un antropologo e faccio ricerca in Thailandia da più di dieci anni”, dice Claudio Sopranzetti, ricercatore all’università di Oxford e co-autore del libro insieme a Sara Fabbri e Chiara Natalucci. “In questi anni, ho sempre approcciato il Paese da studioso, scrivendo saggi e pezzi giornalistici. Eppure, continuavo a sentire di star sacrificando sull’altare dell’obbiettività accademica ciò che più mi interessava: le storie coraggiose, insensate, contraddittorie e drammaticamente umane che incontravo ogni giorno in giro per il Paese. Questo romanzo a fumetti non è altro che il mio tentativo di mettere queste storie al centro e non lasciare che vengano fatte a pezzi e cancellate, come spesso succede, dai bulldozer dell’analisi accademica o della storia con la “s” maiuscola. La volontà di scrivere un libro è diventata particolarmente urgente nel 2014, quando un governo militare ha preso il potere in Thailanda e queste storie hanno cominciato a essere cancellate o fisicamente messe sotto chiave, insieme ai loro protagonisti. L’idea di scrivere “Il re di Bangkok” è nata parlando con uno di questi protagonisti, rinchiuso dietro le sbarre in una prigione per detenuti politici nella periferia di Bangkok”.
‒ Alex Urso