Il collettivo di Bergamo che pubblica un magazine annuale tra arte contemporanea, pedagogia e antropologia
È uscito nel 2021 il numero zero di “Propagazioni. Bollettino di esperienze di campo”, il magazine indipendente di sperimentazione linguistica e culturale, che raccoglie contributi di artisti, antropologi, educatori e altre figure che operano in differenti ambiti sociali

Nasce con l’intento di esplorare e documentare le modalità attraverso cui si costruiscono narrazioni di senso e azioni di cambiamento nella realtà contemporanea il magazine Propagazioni. Bollettino di esperienze di campo, prodotto e promosso dal collettivo Propagazioni. Il progetto indipendente e collettivo – ideato e coordinato da Pietro Bonfanti insieme a Valeria Codara, Fausto Giliberti, Davide Manzoni e Doriana Offredi – si propone dal 2018 come spazio di ricerca e confronto tra arti, discipline sociali e pratiche educative. Tanto che nel 2021 ha avviato il magazine per raccogliere i contributi di artisti, antropologi, educatori e operatori sociali impegnati in molteplici contesti.
Il magazine “Propagazioni. Bollettino di esperienze di campo”
“Il progetto editoriale nasce per creare uno scambio tra pratiche di artisti, antropologi, educatori: persone e collettivi di differenti provenienze e generazioni, che lavorano in stretto contatto con la dimensione sociale, utilizzando approcci trasversali, irriverenti, partecipativi e sperimentano modalità di lavoro dal basso. In una società disgregata e capitalistica proviamo ad utilizzare il Bollettino come strumento per un sano approfondimento di progetti in corso, che permetta di creare nuove amicizie, confronti e saperi”, spiega Bonfanti ad Artribune.
Che cos’è il magazine “Propagazioni. Bollettino di esperienze di campo”
Non si tratta, dunque, di una rivista convenzionale, ma piuttosto di un bollettino di esperienze di campo, un contenitore aperto e dinamico in cui convergono ricerche, progetti e pratiche artistiche e sociali accomunate dalla volontà di indagare temi attuali attraverso prospettive intersezionali e metodologie partecipative. La sua struttura si articola in due sezioni principali: una parte in bianco e nero dedicata a conversazioni, saggi, testi critici e immagini che esplorano tematiche quali confini, conflitti, identità, memoria e processi di riconoscimento; e una sezione a colori che ospita un progetto visivo, tra estetica e narrativa. La copertina, sempre realizzata in carta rossa e diversa per ogni numero, rappresenta le pluralità di questo spazio collettivo. Il tutto curato da Fausto Giliberti e Guido Bertola.
Le esperienze raccolte nel Bollettino nascono da un lavoro diretto sul campo, che coinvolge persone e comunità con cui il collettivo instaura un dialogo aperto e attivo. Così, attraverso laboratori di produzione culturale, Propagazioni promuove modalità espressive capaci di amplificare le voci di chi spesso è marginalizzato o invisibile. Il progetto incontra arte contemporanea, antropologia e pratiche educative, evidenziando come questi ambiti possano dialogare per costruire nuove forme di conoscenza e partecipazione sociale. Le ricerche pubblicate attingono a fonti miste e utilizzano linguaggi ibridi, che si adattano alle esigenze e alle peculiarità dei soggetti coinvolti, dimostrando una forte attenzione all’ascolto e alla co-creazione.
L’attività del collettivo Propagazioni
Ma il collettivo non si limita alla pubblicazione del magazine: organizza proiezioni di film, documentari sperimentali e autoprodotti, distribuisce zine DIY (‘do it yourself’) e altri materiali editoriali prodotti in ambito socio-culturale e politico, a volte censurati nei loro contesti d’origine. Per esempio, nel 2025 il terzo numero del Bollettino è stato presentato sia durante Baleno Festival, a Bergamo, con la partecipazione delle artiste Francesca Pelliccioli e Vernonika Bauer sia al Circolo della Fratellanza di Casnigo (BG), per la cui occasione è stato proiettato il documentario Il fuoco che avevamo dentro di Maurizio e Fabio Bonfanti. Mentre fino a dicembre 2025, si terrà PROPAGAZIONI OPEN STUDIO #2, un’iniziativa che vede la collaborazione di diverse realtà locali tra cui il CSE di Mozzo, Maite, Vivere Longuelo aps e il Politecnico delle arti di Bergamo, per rafforzare il dialogo tra arte, educazione e territorio.
Caterina Angelucci
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