Muore a Bologna lo scrittore Stefano Benni: celebre autore di “Bar Sport” e compagno di scena di Dario Fo e Franca Rame
Aveva 78 anni e da tempo malato si era ritirato dalla scena pubblica. Ma Benni non era solo romanziere, ma anche poeta, giornalista, sceneggiatore, drammaturgo e autore televisivo. Tra le altre cose, ha firmato battute per un giovanissimo Beppe Grillo, ha lavorato con Dario Fo e ha scritto di jazz con Umberto Petrin

È stata confermata da Feltrinelli la morte di Stefano Benni, avvenuta nella casa di riposo per artisti Lyda Borelli, al Meloncello a Bologna. Aveva 78 anni e da tempo combatteva con una malattia che lo aveva costretto a ritirarsi dalla scena pubblica.
Muore a Bologna lo scrittore Stefano Benni
Sue le celebri opere come Bar Sport (che ispira l’opera Al Bar Sport di Salvo, nel 1981), Saltatempo, Elianto, Margherita Dolcevita, Terra! o La Compagna dei Celestini. Ma Benni non è stato solo romanziere. Ma anche poeta, giornalista, sceneggiatore, drammaturgo e autore televisivo. Tra le altre cose, ha firmato battute per un giovanissimo Beppe Grillo, ha lavorato con Dario Fo e Franca Rame, ha scritto di jazz con Umberto Petrin, ha collaborato con riviste satiriche e impegnate come Cuore, Tango, Il manifesto, L’Espresso, Panorama, Linus. Dietro l’apparente leggerezza del gioco linguistico, Benni celava una cultura vastissima: dalla letteratura classica al teatro, dalla musica al fumetto, dal cinema alla filosofia.
Chi era Stefano Benni
Memorabile la sua lettera del 2015 con cui rifiutò il premio Vittorio De Sica, per protesta contro i tagli alla scuola e alla cultura. La satira che utilizzava non era mai fine a se stessa: dietro ogni buffo personaggio, ogni città immaginaria, ogni supereroe stralunato, c’era un pezzo di questo Paese, osservato con disincanto.
I suoi romanzi e gli ultimi anni
“Lupetto” era uno dei suoi alter ego più ricorrenti. L’infanzia, per Benni, non era solo un tema narrativo, ma un luogo dove rifugiarsi. Nei suoi romanzi si trovano bambini saggi, vecchi pieni di meraviglia, adulti che sognano ancora. Il tempo era l’altra grande ossessione: quello che passa, quello che ci sfugge, quello che ci illudiamo di controllare. Tradotto in oltre trenta lingue, Benni è stato uno degli autori italiani più amati all’estero. Celebre il suo sodalizio con lo scrittore francese Daniel Pennac, a cui fece da “padrino” in Italia convincendo Feltrinelli a tradurne i primi libri. Non a caso, Pennac gli dedicò l’opera Grazie!. Negli ultimi anni, Benni aveva anche pubblicato racconti inediti tradotti in arabo sulla rivista Al Doha.
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