Origini e sviluppi della calligrafia iraniana

L’artista e ricercatore Mohsen Veysi ci introduce all’arte della calligrafia persica, ripercorrendone la storia e approfondendone gli stili

La calligrafia è l’arte della scrittura a mano. Ogni sistema di scrittura è composto da segni convenzionali chiamati alfabeto che rappresentano visivamente una lingua. Nel corso della storia iraniana sono stati utilizzati diversi tipi di scritture come l’elamita, l’antico persiano, l’avestico e il pahlavi. Dopo la conquista islamica della Persia o dell’Iran nel IX secolo è entrata in uso la scrittura persiana moderna, che è stata sviluppata da quella araba. Sebbene il persiano sia una lingua indoeuropea completamente diversa dall’arabo, che è una lingua semitica, durante questo periodo la scrittura araba è stata adattata e modificata per scrivere la lingua persiana. Quella che conosciamo oggi come calligrafia iraniana o persiana è l’elegante riflesso di quest’ultima scrittura, che può essere utilizzata per scrivere sia le lingue persiane che arabe.

"L'aneddoto dell'uomo che cadde nell'acqua", Folio 44r da un Mantiq al-tair (La lingua degli uccelli) di Farid al-Din `Attar, Calligrafo: Sultan 'Ali al-Mashhadi, 1487 d.C. Acquarello opaco, argento e oro su carta, Metropolitan Museum of Art

“L’aneddoto dell’uomo che cadde nell’acqua”, Folio 44r da un Mantiq al-tair (La lingua degli uccelli) di Farid al-Din `Attar, Calligrafo: Sultan ‘Ali al-Mashhadi, 1487 d.C. Acquarello opaco, argento e oro su carta, Metropolitan Museum of Art

CALLIGRAFIA “ROTONDA” E CALLIGRAFIA “SOSPESA”

Per secoli sono stati sviluppati diversi stili di calligrafia sia per la scrittura del Corano, che è in arabo, sia per vari testi in lingua persiana. Questi stili sono divisi in due categorie principali: quella “rotonda” e quella “sospesa”. Durante il X secolo, Ibn Muqla inventò sei tipi di calligrafia “rotonda” conosciuti come le Sei Penne: Naskh, Muhaqqaq, Thuluth, Tauqi, Rihan e Riqa. Le Sei Penne erano i principali stili usati per scrivere il Corano e la prosa. Sono stati utilizzati anche per progetti architettonici e per scrivere poesie. La calligrafia “sospesa” d’altra parte era usata per scrivere la lingua in generale, e per la poesia persiana in particolare. Il primo stile calligrafico di questo tipo si chiama Taʿliq ‒ che significa appunto “appeso” o “sospeso” ‒ e si è sviluppato intorno al X secolo specificatamente per scrivere in persiano. Era usato per lettere e documenti ufficiali. Ci sono idee diverse sulla data esatta e sull’origine del Ta’liq: mentre alcuni studiosi sostengono che si sia evoluto da Naskh, Tauqi e Riqa, altri suggeriscono che sia stato modellato sotto l’influenza delle scritture preislamiche del Pahlavi e dell’Avestan. I creatori di questo stile sono considerati Taj al Din Salmani, Ḥasan ibn Ḥusayn ʿAlī di Fars e Khwājah ʿAbd al-Malik.
Il secondo stile “sospeso” è il Nastaʿlīq. Questo è stato sviluppato durante il XIV secolo e rimane lo stile dominante ai giorni nostri. Ci sono due diverse teorie sull’inventore del Nastaʿlīq: la prima nomina il maestro calligrafo Mir Ali Tabrizi come colui che, combinando due stili, Naskh e Taliq, ha inventato il Nastaʿlīq. La seconda teoria, sviluppata da Elaine Wright (2003) suggerisce che il Nastaʿlīq sia il risultato della graduale evoluzione dello stile Naskh nel corso dei decenni nella città di Shiraz, e che in seguito Mir Ali Tabrizi ha portato alla perfezione. Wright collega lo sviluppo del Nastaʿlīq al numero crescente di manoscritti poetici a Shiraz, e sostiene che il cambiamento nel genere predominante nella poesia ‒ dall’eroico al romantico ‒ ha influenzato i calligrafi e le loro scritture. Così, il rigido e spigoloso Naskh si trasformò gradualmente nel fluido e sciolto Nastaʿlīq formando uno stile perfetto per rendere visiva la lingua e la poesia persiana.
Il terzo stile “sospeso” è lo Shekasteh Nastaʿlīq (Nastaʿlīq spezzato) e si sviluppò durante il XVII e il XVIII secolo. Gli studiosi nominano Morteza Qoli Khan Shamluo e il suo studente Shafia Heravi come gli inventori di questa tecnica, ma colui che l’ha portata alla perfezione è stato Abdul-Majid Taliqani. Tutti e tre erano poeti e calligrafi. Lo Shekasteh è stato utilizzato per scrivere poesie, documenti e lettere, e in questo stile l’aspetto estetico del testo precede la sua leggibilità; pertanto, rispetto ai precedenti stili di calligrafia, è meno comprensibile e più espressivo. Similmente al Nastaʿlīq, il cui sviluppo è correlato ai cambiamenti nella poesia, anche lo sviluppo del Shekasteh è spesso legato allo stile contemporaneo della poesia persiana chiamato Sabke-e-Hindi (lo stile indiano).

al-Fatihah, calligrafia in caratteri Naskh, Calligrafo sconosciuto, secoli XIV-XV, 27,3x 35,3 cm, Biblioteca del Congresso di Washington, D.C. USA

al-Fatihah, calligrafia in caratteri Naskh, Calligrafo sconosciuto, secoli XIV-XV, 27,3x 35,3 cm, Biblioteca del Congresso di Washington, D.C. USA

LA CALLIGRAFIA PERSIANA OGGI

Il 13 ottobre 1950 è stata istituita la “Società dei calligrafi iraniani” per formare calligrafi da un livello principiante a uno avanzato. La Società ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo e nella salvaguardia di quest’arte. Dalla sua fondazione, migliaia di calligrafi si sono laureati a livelli avanzati. L’anniversario della fondazione della Società è stato registrato come giornata nazionale della calligrafia nel calendario iraniano. Il ruolo della calligrafia nell’arte iraniana non si limita alla copia di manoscritti o illustrazioni: negli ultimi decenni, la calligrafia ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo dell’arte moderna e contemporanea del Paese.

Mohsen Veysi

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Mohsen Veysi

Mohsen Veysi

Mohsen Veysi è un artista e ricercatore iraniano che ha studiato arte e storia dell'arte in Italia e negli Stati Uniti. La sua ricerca si concentra sulla storia del disegno, del disegno e della poesia, dell'arte iraniana, dell'arte globale e…

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