Studi d’artista newyorkesi nelle fotografie di Marco Anelli

Capitale dell’arte per eccellenza, New York è anche rifugio per molti artisti, che nella Grande Mela hanno aperto il proprio studio. Marco Anelli ha varcato la soglia di alcuni di essi, fotografandoli e riunendoli in un libro.

Il volume Artist Studios New York di Marco Anelli è il racconto per immagini di 43 artisti: da Alex Katz a William Burroughs, passando per Alfredo Jaar, Matthew Barney, Cecily Brown, Francesco Clemente, John Giorno, Julian Schnabel, Kiki Smith, Robert Longo, Shirin Neshat, solo per citarne alcuni. È insieme anche il racconto di una comunità e di una città, New York, che è e resta capitale mondiale dell’arte contemporanea.
Marco Anelli, classe 1968, romano, dal 2010 vive a New York, dove ha realizzato circa 1500 ritratti nel suo progetto Portraits in the presence of Marina Abramović in occasione della performance dell’artista al MoMA e più recentemente il reportage sul cantiere dei musei Whitney e Magazzino Italian Art. In Artist Studios New York prosegue la sua ricerca sull’uomo e il suo ambiente: i ritratti rivelano il pensiero che anima lo spazio, gli oggetti rivelano tecniche e poetiche. Volti, architetture e dettagli compongono un portrait complessivo e una narrazione sorprendente.

L’INTERVISTA A MARCO ANELLI

Come nasce questo progetto?
Lo studio d’artista è un tema che mi ha sempre affascinato: desideravo da tempo documentare il luogo, o meglio il cantiere, dove l’arte prende forma e i suoi protagonisti, unendo in un progetto due temi della mia ricerca, l’architettura e l’essere umano, la sua capacità creativa e le sue emozioni. Dopo il progetto dei Portraits sulla performance dell’Abramović, ho deciso di fermarmi a New York, il luogo perfetto per realizzare questo progetto. New York sta all’arte come Los Angeles sta al cinema, ospita una comunità di oltre 55mila artisti, e la città è parte essenziale di questo lavoro. In ogni quartiere, da SoHo con i suoi storici edifici industriali occupati dagli artisti negli Anni Sessanta, allo storico building della Bowery degli studi di Burroughs e John Giorno, ai capannoni industriali del Queens, a Brooklyn, la città ha offerto spazi straordinari alla creazione dell’arte.

Marco Anelli Artist Studios New York (Damiani, Bologna 2020)

Marco Anelli Artist Studios New York (Damiani, Bologna 2020)

Qual è stata la parte più interessante del lavoro?
Lo studio è uno spazio in costante divenire, può essere un luogo di ispirazione, meditazione, produzione, esposizione, ma solitamente non è accessibile al pubblico, perché è comunque uno spazio intimo, privato. Riuscire ad accedervi e a documentare con la macchina fotografica questi luoghi è stata la parte più difficile, ma anche la più interessante di questo progetto. La varietà degli studi è sorprendente: spazi talvolta essenziali, come la chaise longue di Rikrit Tiravanija nel suo appartamento dell’East Village, circondata da libri, musica e altri oggetti, luogo dove lui crea e concepisce le sue opere, o apparentemente domestici, come lo studio di Joan Jonas, o vere e proprie factory, come quella dove Urs Fischer lavora con un team di assistenti, o frutto di un progetto rigoroso, come nel caso di Alfredo Jaar, quasi una galleria affacciata sulla città, o ancora pieni di energia e caotici, completamente coperti di vernice, come lo studio di Joyce Pensato. Ugo Rondinone ha invece trasformato in studio una chiesa sconsacrata ad Harlem, un luogo unico.

Come hai contattato gli artisti?
A volte ho cercato un contatto in comune, che è sempre il modo migliore, in altre occasioni ho inviato una lettera che presentava il progetto, chiedendo la disponibilità di un’ora per fotografare lo spazio e di 15 minuti per il ritratto. Cercavo sempre di prolungare il più possibile la sessione fotografica, spesso ciò era possibile e talvolta ci sono anche ritornato, altre volte, come per Alex Katz, ho avuto a disposizione solo 30 minuti.

Dana Schutz, Gowanus, Brooklyn, 2012. Photo Marco Anelli © 2019

Dana Schutz, Gowanus, Brooklyn, 2012. Photo Marco Anelli © 2019

Il libro è l’oggetto che prediligi per presentare il tuo lavoro?
Il libro è il medium ideale di questa narrazione, desideravo comporre le immagini in un portfolio unico, senza separare nettamente gli artisti, ma accostandoli secondo un criterio talvolta formale, talvolta concettuale, in cui può succedere che immagini potenti lascino spazio ad altre meno forti, ma più efficaci nel racconto.

In un momento in cui musei e gallerie non sempre sono accessibili e viaggiare è complicato, il libro ritorna prezioso per il piacere lento di sfogliarne le pagine: vedere gli artisti, i loro studi e una bellissima New York, accompagnati dai testi di Chrissie Iles (curatore del Whitney Museum) e Sean Corcoran (curatore del Museum of the City of New York) e guidati in questa storia dell’arte contemporanea per immagini da Marco Anelli, è un po’ come esserci.

Paola Mura

Marco Anelli – Artist Studios New York
Damiani Editore, Bologna 2020
Pagg. 192, € 40
ISBN 9788862087001
www.damianieditore.com

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Paola Mura

Paola Mura

Architetto, Dottore di Ricerca in Architettura in “Museum Studies”, si è laureata a Firenze nel 1992 con Adolfo Natalini e si è quindi perfezionata al Politecnico di Milano e all’Università di Cagliari. Si è dedicata a attività progettuale, di ricerca…

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