Mai come ora la kefiah è un accessorio familiare, quasi “di tendenza” in questo momento storico. La sciarpa utilizzata dalla popolazione palestinese, è diventata simbolo di una nazione al pari forse della bandiera. In sé racchiude una simbologia che non tutti conoscono.
Kefiah: storia e simboli
Realizzata in lana, cotone, seta o lino, al kefiah presenta dei tipici motivi che raffigurano le foglie di ulivo, simbolo di forza, la rete da pesca, per ricordare il legame con il Mar Mediterraneo e linee a griglia a rappresentare le rotte di scambio commerciali che si intrecciavano in Palestina.
Impiegata come copricapo, accompagnata dalla fascia in cotone – egal – da apporre sulla fronte per tenerla ferma, la kefiah era utilizzata soprattutto nelle aree rurali. Durante le occupazioni straniere, molti soldati la indossarono per difendere il volto da sole e vento, facendola conoscere anche in Occidente.
L’utilizzo della kefiah oggi
La sua notorietà crebbe grazie alla visibilità di alcune personalità come Arafat, che la indossò in ogni incontro pubblico e durante gli Accordi di Oslo. Oggi è divenuta simbolo di vicinanza alla popolazione palestinese.
Ad esempio, l’attore Javier Bardem ne ha indossata una sul red carpet degli Emmy Awards 2025 dal quale ha dichiarato: “Non intende lavorare con chi sostiene o giustifica il genocidio in corso a Gaza, né con chi indirettamente supporta il regime di apartheid”.
Hirbawi: la fabbrica di kefiah a Hebron
La grande diffusione della kefiah, come simbolo di solidarietà al popolo palestinese, ha fatto sì che le industrie cinese e indiana ne divenissero le maggiori produttrici, a discapito di quella locale, vessata anche dall’occupazione israeliana.
A resistere, fino ad ora, è tuttavia Hirbawi, piccola fabbrica a conduzione familiare situata ad Hebron. Come racconta il proprietario e gestore Judeh Herbawi, l’attività fu avviata da suo padre nel 1961, con sole due macchine. Oggi invece ne vengono impiegate quindici ed è attivo uno shop online che consente l’acquisto dei loro prodotti in tutto il mondo.
Oltre a dare lavoro a diversi operai, Hirbawi rappresenta un baluardo dell’economia locale e della promozione della cultura e tradizione palestinese al di fuori dei confini.
Disarming design from Palestine
Hirbawi fa parte di Disarming design from Palestine, un progetto indipendente senza scopo di lucro che promuove oggetti di design provenienti dalla Palestina, ognuno con una storia unica.
“Con il nostro progetto investiamo in metodi di progettazione partecipativa che contribuiscono a un futuro decoloniale. Uniamo le forze con designer, attività e mondo accademico con cui condividiamo interessi creativi e politici comuni, per esplorare ulteriori percorsi e conoscenze” spiega il sito web. “Durante i “create-shop” in Palestina, sviluppiamo prodotti realizzati da artigiani locali e designer autoprodotti. Gli articoli vengono spediti al nostro studio in Belgio, da dove li presentiamo e li vendiamo oltre confine”.
Disarming design from Palestine dimostra come la creatività locale possa rappresentare una leva per la ripresa dell’economia palestinese e per superare l’isolamento in cui versa la popolazione. Se solo le violenze avessero fine.
Roberta Pisa
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