Qualcuno vive intrappolato dentro il “fagiolo” di Anish Kapoor a Chigago? L’assurda teoria cospirativa

Secondo un gruppetto di fanatici, la più famosa scultura dell'artistar angloindiano - ufficialmente il “Cloud Gate” di Chicago - ospiterebbe un prigioniero. Questa persona, sostiene il gruppo, sarebbe confinata lì da vent'anni: ma le prove?

Che sia da incolpare il caldo o il clima di crescente tensione, una delle opere d’arte pubblica più famose del mondo è finita al centro di una teoria cospirativa molto bizzarra. Una coalizione chiamata “Man in Bean” sostiene infatti che l’artistar angloindiano Anish Kapoor (Mumbai, 1954) abbia rinchiuso un uomo all’interno della sua opera più conosciuta: il Bean di Chicago. La scultura lunga 20 metri e alta 10, realizzata tra il 2004 e il 2006 e pesante 110 tonnellate, è una delle opere pubbliche più apprezzate del mondo, anche per via della superficie lucidata a specchio che riflette il cielo, lo skyline della città e i volti dei passanti, che qui amano farsi i selfie. Ma cosa c’entra il “fagiolo” con l’ultima teoria complottista?

La teoria cospirativa del prigioniero dentro il “fagiolo” di Anish Kapoor

Formalmente chiamata Cloud Gate, la grande scultura riflettente posta nel cuore del Millennium Park della città ventosa si è trovata al centro della strana controversia dallo scorso 31 luglio. Durante il giorno di apertura del festival musicale Lollapalooza, un piccolo gruppo di manifestanti vestiti di nero si è radunato davanti all’opera sventolando cartelli e distribuendo volantini, tutti con la stessa richiesta: liberare l’uomo che, secondo loro, è intrappolato all’interno del fagiolo. “Nel 2004, Anish Kapoor, l’architetto capo del Bean, ha rubato un neonato e lo ha messo dentro il Bean. Chiediamo la sua immediata liberazione”, si vede uno dei “Man in Bean” raccontare in un video (da mezzo milione di visualizzazioni) pubblicato su Instagram.

C’è qualcuno dentro la scultura di Anish Kapoor?

Ma chi sarebbe quest’uomo, e da dove viene? Stando ai manifestanti si tratta di una persona che vive in completo isolamento dietro uno specchio monodirezionale, che sopravvive grazie a prese d’aria e rifornimenti di cibo introdotti nella scultura durante le “sospette chiusure” susseguitesi (per restauri) nel corso degli anni. Le prove? “Quando il sole colpisce il Bean nel punto giusto, si può vedere una vaga sagoma dell’uomo”, hanno detto i membri del gruppo.

Viene da pensare che si tratti di una trovata satirica o di una performance artistica, ma gli affiliati del “Man in Bean” insistono di stare dicendo la verità, e di voler sensibilizzare l’opinione pubblica a risolvere la questione in modo molto concreto: contattando Brendan Reilly, consigliere del 42° distretto di Chicago, e chiedere il rilascio del prigioniero. Sommerso di chiamate, Reilly si è divertito a rispondere pubblicamente con una nota: “Sono lieto di confermare che nessun uomo è rimasto intrappolato all’interno del Cloud Gate (noto anche come ‘The Bean’) negli ultimi 21 anni. Anzi, l’uomo è stato liberato anni fa. Inoltre, non possiamo né confermare né negare che Soldier Field – lo stadio della città – sia in realtà un disco volante trasferito segretamente dall’Area 51 nel 2003”.

L’arcinemico di Anish Kapoor torna alla ribalta

Kapoor, com’era prevedibile, non ha degnato l’accusa di una risposta. Complice il silenzio dell’artista, è tornato quindi alla ribalta il suo acerrimo nemico, l’artista Stuart Semple. Parliamo dello stesso personaggio che, tra le molte trovate singolari, aveva realizzato una alternativa artigianale al Vantablack, il “nero più nero del mondo”, che all’opposto dell’originale avrebbe reso disponibile a chiunque non fosse Kapoor. Poco dopo la manifestazione, Semple ha lanciato un annuncio sulla fantomatica piattaforma AirB&Bean offrendo la possibilità di dormire all’interno della scultura. Una sistemazione, dice l’annuncio, che permette agli ospiti di “vedere la città da ogni angolazione senza alzarsi dal proprio posto, grazie all’innovativo specchio unidirezionale del Bean”. Per chi prenoterà, al costo di soli dieci dollari (tasse e costi di spedizione esclusi), ha anche preparato una sorpresa: una “chiave del Bean” firmata e numerata come multiplo d’artista, insieme a delle caramelle gommose. Uno solo il caveat: per concludere l’acquisto bisogna ancora una volta spuntare una casella in cui si dichiara di non essere Anish Kapoor.

Giulia Giaume

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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