Erede di un collezionista ebreo fa causa al Guggenheim di New York. “Quel quadro di Picasso è mio”

Stando alla denuncia, Karl Adler (noto imprenditore e collezionista ebreo) avrebbe svenduto a un gallerista “Donna che stira” di Picasso per pagare tasse e visti imposti dai nazisti. Il gallerista dopo decenni ha poi donato l’opera al Guggenheim. Ecco tutta la storia

È al centro dell’attenzione mediatica internazionale il Guggenheim Museum di New York, contro cui nei giorni scorsi è stata intentata una causa da parte dell’erede di un collezionista ebreo vittima delle persecuzioni naziste. L’erede di Karl Adler ha infatti chiesto al museo la restituzione di un’opera appartenuta al suo avo e oggi facente parte della collezione dell’istituzione, Donna che stira, dipinto realizzato nel 1904 da Pablo Picasso durante il suo “periodo blu”, o, in caso di mancata restituzione, il risarcimento di una cifra tra i 100 e i 200 milioni di dollari, ovvero la stima dell’opera. Secondo la denuncia depositata presso la Corte Suprema di New York, il dipinto fu venduto a una cifra decisamente inferiore rispetto al suo valore perché Adler fu costretto a svenderlo a causa delle persecuzioni naziste, e il dipinto sarebbe “attualmente in possesso illecito del Guggenheim”.

The Solomon R. Guggenheim Museum, New York Photo David Heald © The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York

The Solomon R. Guggenheim Museum, New York Photo David Heald © The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York

LA STORIA DEL DIPINTO DI PICASSO “DONNA CHE STIRA”, DALLA COLLEZIONE ADLER AL GUGGENHEIM

La storia di Donna che stira è molto complessa, con passaggi di proprietà sicuramente determinati dalla drammatica temperie storica che ha attraversato. Karl Adler era il presidente del consiglio di amministrazione della più importante azienda di pelletteria in Europa, e insieme alla moglie, collezionava opere d’arte. Nel 1916 acquistò Donna che stira dal gallerista di Monaco di Baviera Heinrich Thannhauser, che nel 1938 lo ricomprò dalla coppia a una cifra irrisoria: la famiglia di Adler, a causa delle persecuzioni naziste, fu costretta a vendere tutti i propri beni per pagare i continui spostamenti e le sempre più crescenti tasse di voli e permessi imposti dai nazisti; da questi fatti giunge dunque l’espressione “vendita forzata” presente nella denuncia dell’erede di Adler, Thomas Bennigson, che in questa causa è sostenuto da altri eredi e da enti di beneficenza ebraici. “Adler non avrebbe venduto il dipinto in quel momento e a quel prezzo (poco più di 1500 dollari, ndr), ma l’ha fatto a causa la persecuzione nazista a cui lui e la sua famiglia erano stati e avrebbero continuato a essere costretti”, si legge nel documento riportato da artnet news. “Thannhauser, in qualità di importante mercante d’arte di Picasso, doveva sapere di aver acquistato il dipinto a un prezzo di svendita”, continua la denuncia. “Al momento della vendita, Thannhauser stava acquistando capolavori simili da altri ebrei tedeschi che stavano fuggendo dalla Germania approfittando della loro sventura”.

Pablo Picasso, Donna che stira

Pablo Picasso, Donna che stira

IL GUGGENHEIM DICE NO ALLA RESTITUZIONE DI “DONNA CHE STIRA” DI PICASSO

Il dipinto di Picasso giunge nelle collezioni del Guggenheim nel 1978, a seguito di un prestito a lungo termine divenuta poi donazione promessa da Thannhauser, operazione che, come sottolineato dal museo, è stata oggetto di ricerche e di accertamenti: il Guggenheim ha dichiarato di aver contattato il figlio di Adler, il quale non avrebbe “sollevato alcuna preoccupazione per il dipinto o la sua vendita”, dichiarando che “l’ampia ricerca condotta dal Guggenheim da quando è stato contattato per la prima volta da un avvocato che rappresenta questi ricorrenti dimostra che il Guggenheim è il legittimo proprietario del dipinto. “Non ci sono prove che Karl Adler o i suoi tre figli, ora deceduti, abbiano mai considerato la vendita come ingiusta o considerato Thannhauser in malafede, né al momento della transazione né in qualsiasi momento successivo”. Per queste ragioni, l’opera all’interno del Museo non ha una segnaletica che racconti la sua storia di vendita, come impone una legge varata dallo Stato di New York secondo la quale i musei hanno l’obbligo di spiegare se quelle esposte sono opere che sono state sottratte agli ebrei durante il nazismo.

Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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