Comunicazione, limiti e fake news. L’opera pubblica di Nadim Karam a Maastricht

Si intitola “Politics of Dialogue” l’installazione pubblica inaugurata da Nadim Karam a Maastricht e presentata nel 2019 alla Biennale di Venezia. Un’opera che riflette i tempi attuali, a partire dai paradossi della comunicazione contemporanea.

L’artista libanese Nadim Karam (Senegal, 1957) ha da poco inaugurato a Maastricht l’opera d’arte pubblica Politics of Dialogue. The Merry-Go-Round. Collocata nella piazza principale della scuola UWC United World College di Maastricht, nell’ambito delle celebrazioni dedicate al decimo anniversario della sua fondazione, è il riconoscimento per le diverse borse di studio che la scuola ha offerto agli studenti del Medio Oriente in questi anni.
L’opera è stata realizzata da Nadim Karam per la Biennale di Venezia 2019, allestita in precedenza sul lungomare nei Giardini della Marinaressa. L’installazione è composta da sette figure allungate (politici) assemblate in cerchio (governi) e montate su una piattaforma girevole (il mondo). Poste l’una di fronte all’altra, le figure si trasformano in forme simili a megafoni e sembrano bloccate in un dialogo ripetitivo. Mentre la piattaforma trasmette una melodia simile a un carosello ipnotico, le figure si muovono in modo alternato, nel tentativo di condurre una discussione che non fa altro che ‘girare e girare e girare’ su sé stessa.

Nadim Karam, Politics of Dialogue, Beirut 2019
Nadim Karam, Politics of Dialogue, Beirut 2019

LA CRISI DELLA COMUNICAZIONE

Politics of Dialogue affronta il paradosso di fondo della comunicazione inefficace in un’epoca segnata dall’iperconnettività. In un mondo incentrato sui social e sui talk show televisivi, Nadim Karam riflette sulla sfida di connettersi attraverso un dialogo più profondo e significativo. In un’epoca in cui le istituzioni geopolitiche di tutto il pianeta soffrono di ripetute crisi di comunicazione, l’opera evidenzia la scissione nel dialogo tra la sfera politica e quella pubblica.
L’installazione descrive metaforicamente la nozione di ‘camera d’eco’, situazione in cui le informazioni o le stesse idee vengono amplificate attraverso la ripetizione all’interno di un sistema definito. Una condizione in cui le persone sono incoraggiate a consumare solo contenuti che riflettono le opinioni che già hanno. Queste bolle di conferme positive sono state incolpate di implementare la diffusione di fake news e sono oggetto di preoccupazione per coloro che utilizzano i social media. La scultura di Karam segue quindi la lunga tradizione dell’artista nel creare arte pubblica in risposta a momenti di crisi politica e sociale. Dalle sue prime opere su carta come il ciclo Era dell’Ansia realizzate durante la guerra civile libanese, alla più recente serie di sculture Shout and Silence (proposte in città diverse come Beirut, Praga, Dubai, Melbourne), Nadim Karam evidenzia l’assurdo gioco delle avversità, sottolineando la molteplice complessità della nostra società.

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Claudia Zanfi

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Claudia Zanfi
Claudia Zanfi, storica dell’arte e promotrice culturale, si interessa di micro-geografie e culture emergenti. Dirige l’associazione culturale aMAZElab, che ha fondato nel 2000, e MAST – Museo d’Arte Sociale e Territoriale. Collabora con istituzioni nazionali e internazionali e con riviste d’arte su progetti dedicati ad arte, società, paesaggi. Ha firmato testi all’interno di pubblicazioni collettive e monografiche. Dirige il programma internazionale Green Island per la valorizzazione dello spazio pubblico e delle nuove ecologie urbane. Promuove inoltre progetti culturali ed editoriali, prestando particolare attenzione a temi di interesse sociale e geopolitico. Tra gli altri: A Ticket to Bagdad; Transcrossing Memories (Nicosia); Re-Thinking Beirut; Atlante Mediterraneo; Arcipelago Balkani e Going Public, progetto su società e territorio. Tiene conferenze a livello internazionale e lezioni alla Middlesex University di Londra.