Natale 2015 al museo. Berlino e la Germania

Terza puntata delle ferie-lampo organizzate per voi da Artribune. Non ve la sentite di scegliere Parigi? Londra proprio non vi convince? E allora noi vi portiamo a Berlino e a zonzo per la Germania.

LA GERMANIA? È ROCK E COLORATA
Stavolta non partiamo dalla capitale. Partiamo da nord, da Amburgo. E partiamo con animo inquieto. Anche perché urge visitare Poster Rock: finisce il 3 gennaio. La mostra è allestita al Museum für Kunst und Gewerbe (1) e racconta della passione degli artisti per la musica, scegliendo il mezzo del gig-poster, ovvero di quei prodotti che vedevano la stretta collaborazione fra artisti visivi e band, con un mercato sganciato dalle etichette musicali e destinato principalmente ai fan. Ad esempio, se siete cultori dei Sonic Youth, troverete chicche niente male.
Si punta a sud, verso Wolfsburg. Dove alle note tese del rock si sostituiscono i colori accesi e vibranti dell’arte latino-americana. Siamo al Kunstmuseum (2) e la rassegna Dark Mirror racconta centro e sud America dal 1968 ai giorni nostri attraverso 150 opere provenienti dalla Daros Latinamerica Collection di Zurigo.

Terry Fox

Terry Fox

PRENDEREMO BERLINO! (E PURE DRESDA)
D’accordo, è tempo di prendere Berlino. Con un paso doble che inizia dagli incontrovertibili KunstWerke (3), al centro del Mitte, dove c’è modo di recuperare un’eventuale mancanza. Insomma, l’avevate vista la mostra dello scorso anno all’Hangar Bicocca, quella di João Maria Gusmão e Pedro Paiva? No? Male, ma ora avete appunto modo di rifarvi con la rassegna berlinese: oltre venti film in 16 millimetri, due camere oscure, il tutto inserito all’interno di un’installazione site specific intitolata Papagaio (Djambi). E sarete informatissimi sul lavoro del duo portoghese.
Seconda tappa nella capitale all’Akademie der Künste (4). Obiettivo? Fare la conoscenza non tanto di Terry Fox (che è prematuramente scomparso nel 2008) bensì dell’opera importantissima di uno dei cosiddetti “artists’ artist”, quegli “artisti per artisti” che per l’appunto non sono molto noti al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori, ma che hanno svolto e svolgono un ruolo fondamentale nella continua costruzione dell’arte contemporanea.
Si costeggia il confine con la Polonia e si scende ancora fin quasi al confine con la Repubblica Ceca per arrivare a Dresda. Dove il détour è giustificato – per quanto riguarda le mostre – dalla personale che l’Abertinum (5) dedica a Rosa Barba. Ne abbiamo parlato ampiamente, e qui basti sottolineare il fatto che non sempre gli artisti italiani restano a sbattere la testa fra le loro quattro mura nazionali.

Olafur Eliasson, Room for all colours, 1999 - Boros Collection, Berlino

Olafur Eliasson, Room for all colours, 1999 – Boros Collection, Berlino

TADAO ANDO E AGNES MARTIN. E POI TV E ARTISTI PERSEGUITATI
Ci spostiamo a ovest, nel quadrante che comprende, in poche decine di chilometri, Düsseldorf, Colonia e Bonn. Nella prima città segnaliamo la retrospettiva di Agnes Martin allestita alla Kunst Sammlung Nordrhein Westfalen (6), la prima dalla morte dell’artista, avvenuta nel 2004. Una mostra prodotta dalla Tate Modern insieme all’istituzione tedesca, al Los Angeles County Museum of Art e al Guggenheim di New York.
Ora una deviazione, breve, dale città più grandi. Giusto qualche chilometro per raggiungere Neuss e la Fondazione Langen (7). Quasi non è rilevante citare le mostre visitabili in questi giorni: basterebbe l’edificio magnifico di Tadao Ando. E però si dà il caso che ci sia l’occasione di vedere anche due ottime opere di Carl Andre e soprattutto una sorta di retrospettiva di Olafur Eliasson, con una quarantina di suoi lavori provenienti dalla Boros Collection di Berlino.
Un altro breve spostamento e si arriva a Solingen, che citiamo per una novità di questi giorni. All’interno del locale Kunstmuseum è infatti stato appena aperto un Centro per l’Arte Perseguitata, che commemora ed espone gli artisti che sono stati per l’appunto proibiti e perseguitati dai nazisti e nel corso del regime della DDR.
Ultima tappa in questa zona della Germania per andare al Kunst Museum (8) di Bonn, dove fino al al 17 gennaio si riflette sulla televisione nella collettiva tematica Tele-Gen. La televisione è così intesa come oggetto scultoreo e generatrice di immagini, come veicolo fotografico e viatico filmico; e se questa è la parte più storica della mostra, c’è poi una coda cospicua che ragiona sui format del XXI secolo, sul concetto di studio set e sul trattamento delle vittime in tv.

Marc Lee, 10.000 Moving Cities

Marc Lee, 10.000 Moving Cities

I MILLE VOLTI DELLA GERMANIA MUSEALE
Quest’ultimo gruppo di consigli costituisce un tour a sé. La partenza è stabilita a Francoforte sul Meno, dove la Kunstverein (9) cittadina invita a focalizzarsi sulle relazioni fra corpo e tecnologia facendo leva sull’opera di Yuri Ancarani, Kate Cooper, Melanie Gilligan e Thomas Thwaites. (E lo sottolineiamo: anche qui un italiano.) Sempre a Francoforte, da vedere la rassegna dedicata a William Forsythe al Museum für Moderne Kunst (10), che del celeberrimo danzatore e coreografo propone “oggetti performativi, videoinstallazioni e ambienti interattivi”.
Si avanza verso sud per andare al mitico ZKM (11) di Karlsruhe, dove c’è sempre da imparare. In questo caso, soprattutto per chi storce il naso quando ha di fronte entertainment e tecnologia, c’è da capire come e perché i videogiochi hanno cambiato e stanno cambiando la nostra vita, influenza nientemeno che la percezione che abbiamo del mondo circostante.


VERSO LA BAVIERA
Ultimo gruppo di mostre nel sud del Paese, con obiettivo finale la Baviera.
Si parte da Baden-Baden per andare a vedere il solo show di uno degli eredi dei coniugi Becher e della Scuola di Düsseldorf, ovvero il talentuoso Andreas Gursky. Non si può parlare di retrospettiva per la rassegna allestita al Museum Frieder Burda (12), ma senz’altro di una ottima antologica, che fra l’altro si avvale della partecipazione diretta del fotografo nella sua costruzione e di un ottimo catalogo pubblicato da Steidl.
Dalla fotografia alle immagini in movimento, anzi al metacinema, per la mostra di Christian Marclay alla Staatsgalerie (13) di Stoccarda. Lui è l’artista dell’ipnotico The Clock (2010), film di 24 ore costruito assemblando migliaia di spezzoni cinematografici nei quali appare un orologio, che indica l’ora esatta durante la quale si sta vedendo il suo film-collage. In questa mostra quell’opera non c’è, ma è l’occasione per vedere Shake Rattle and Roll (2014) e soprattutto Bildspiel, realizzato per quest’occasione. Fil rouge: l’eredità riattivata di Fluxus.
Si giunge infine in Baviera, e qui vi consigliamo di visitare il Museum Brandhorst (14). Perché? Perché almeno una volta all’anno bisogna vedere una mostra come questa, così da smentire di fatto tutti coloro i quali sostengono che la pittura sia defunta. La rassegna bavarese si intitola Painting 2.0: Expression in the Information Age e allinea intelligentemente oltre cento artisti, costruendo una parabola ragionata che dagli Anni Sessanta arriva a oggi. E fra i curatori c’è un certo David Joselit…

Marco Enrico Giacomelli

1
Amburgo // fino al 3 gennaio 2016
Poster Rock
MK&G – MUSEUM FÜR KUNST UND GEWERBE
Steintorplatz
+49 (0)40 428134880
[email protected]
www.mkg-hamburg.de

2
Wolfsburg // fino al 31 gennaio 2016
Dark Mirror
KUNSTMUSEUM
Hollerplatz 1
+49 (0)5361 26690
[email protected]
www.kunstmuseum-wolfsburg.de

3
Berlino // fino al 24 gennaio 2016
João Maria Gusmão + Pedro Paiva – Papagaio
a cura di Ellen Blumenstein e Vicente Todolí
KUNSTWERKE
Auguststrasse 69
+49 (0)30 2434590
[email protected]
www.kw-berlin.de

4
Berlino // fino al 10 gennaio 2016
Terry Fox – Elemental Gestures
AKADEMIE DER KÜNSTE
Pariser Platz 4
+49 (0)30 200570
[email protected]
www.adk.de

5
Dresda // fino al 28 febbraio 2016
Rosa Barba – Spaces for species (and pieces)
STAATLICHE KUNSTSAMMLUNGEN 

Georg-Treu-Platz
+49 (0)351 49142000 
[email protected]
www.skd.museum

6
Düsseldorf // fino al 6 marzo 2016
Agnes Martin
a cura di Maria Müller-Schareck
KUNST SAMMLUNG NORDRHEIN WESTFALEN
Grabbeplatz 5
+49 (0)211 8381204
[email protected]
www.kunstsammlung.de

7
Neuss // fino al 21 febbraio 2016
Olafur Eliasson – Works from the Boros Collection 1994-2015
a cura di Christiane Maria Schneider e Christian Boros
Carl Andre – 47 Roaring Forties
LANGEN FOUNDATION
Raketenstation Hombroich 1
+49 0(2)182 570120
[email protected]
www.langenfoundation.de

8
Bonn // fino al 17 gennaio 2016
Tele-Gen
KUNST MUSEUM
Friedrich-Ebert-Allee 2
+49 (0)228 776260
[email protected]
www.kunstmuseum-bonn.de

9
Francoforte // fino al 10 gennaio 2016
Body-Me
FRANKFURTER KUNSTVEREIN
Markt 44
+49 (0)69 2193140
[email protected]
www.fkv.de

10
Francoforte // fino al 13 marzo 2016
William Forsythe – The Fact of Matter
MMK – MUSEUM FÜR MODERNE KUNST
Domstrasse 10
+49 (0)69 21230447
[email protected]
www.mmk-frankfurt.de

11
Karlsruhe // fino al 17 aprile 2016
Globale: Global Games
a cura di Stephan Schwingeler
ZKM
Lorenzstrasse 19
+49 (0)721 81000
[email protected]
www.zkm.de

12
Baden-Baden // fino al 24 gennaio 2016
Andreas Gursky
a cura di Udo Kittelmann
MUSEUM FRIEDER BURDA
Lichtentaler Allee 8 b
+49 (0)7221 398980
www.museum-frieder-burda.de

13
Stoccarda // fino al 20 marzo 2016
Christian Marclay – Shake Rattle and Roll
STAATSGALERIE
Konrad-Adenauer-Strasse 30-32
+49 (0)711 47040250
[email protected]
www.staatsgalerie.de

14
Monaco di Baviera // fino al 30 aprile 2016
Pittura 2.0
a cura di Achim Hochdörfer e David Joselit
MUSEUM BRANDHORST
Theresienstrasse 35a
+49 (0)89 238052286 
[email protected]
www.museum-brandhorst.de

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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