Feste 2014/2015 a Vienna. Sei mostre da non perdere

Natale è ormai passato, ma per molti le vacanze sono ancora in corso. E c’è sempre il concerto di Capodanno a fare la differenza tra Vienna e le altre capitali del mondo. E mettiamoci pure il “Ballo del Kaiser” che tradizionalmente anima il cuore della notte di San Silvestro tra i fastosi arredi della Corte Imperiale. Il fascino particolare di certe tradizioni spalanca volentieri la porta al desiderio di esserci di persona. Ma…

Perché negarsi il desiderio di essere presenti al rito solenne del Concerto di Capodanno, nella Sala Grande del Musikverein di Vienna, tempio universale della musica classica? Senza farsi troppe illusioni, però. Aver prenotato il biglietto con considerevole anticipo non basta. Tocca poi avere la fortuna di essere estratti a sorte tra le decine di migliaia di richiedenti da tutto il mondo. Solo allora potrete accedere nell’auditorium per assistere di persona all’evento musicale mattutino del 1° gennaio, come quello prossimo venturo che pone sul podio Zubin Mehta a dirigere l’Orchestra Filarmonica di Vienna. Quanto agli altri, pur trovandosi nella capitale che fu degli Asburgo, inutile cercare di risolvere il problema su due piedi.

Vienna – Leopold Museum al MuseumsQuartier

Vienna – Leopold Museum al MuseumsQuartier

Per il primo giorno dell’anno, tutti accessibili, invece, i grandi musei viennesi, pur se qualcuno posticipa l’apertura rispetto alla norma. Dalle 13 alle 21, per esempio, il KHM – Kunsthistorisches Museum. Ma qui varrebbe bene soggiornarvi dalla mattina alla sera, e non un solo giorno, giacché il KHM espone in permanenza molti tra i grandi capolavori del Rinascimento italiano. Giusto per dare un’idea, vi si conserva la Saliera di Benvenuto Cellini, recentemente accresciuta di notorietà mondana per essere stata oggetto di furto, rivelatosi poi molto poco rocambolesco; nonché l’insuperabile Autoritratto “convesso” di Francesco Mazzola, in arte Parmigianino. Non dimentichiamoci che questo museo vanta una serie sterminata di capolavori dell’arte europea le cui immagini riempiono cataloghi e manuali. Ma non è tutto, perché attualmente il KHM ha in cartellone una grande mostra dal titolo secco e superlativo: Velázquez. Prestiti da grandi musei, primo fra tutti il Prado di Madrid, ma anche dalla National Gallery di Londra e dal Fine Arts di Boston. Molti ritratti di corte realizzati da Diego Velázquez nelle dimore di Filippo IV di Spagna, e importanti capolavori come Venere allo specchio (detto anche Venere Rokeby), La fucina di Vulcano, Adorazione dei Magi.

Dal KHM bastano pochi passi per fare un bel salto di epoche, stili e atmosfere, se ci si addentra nei cortili del MuseumsQuartier, luogo del contemporaneo che i frequentatori preferiscono chiamare con l’acronimo “Mu-qva”. Cosa c’entra il monosillabo ‘qva’? Beh, mai sentito in un bar italiano un tedesco chiedere “un bicchiere d’aqva”? Con ‘Quartier’ è la stessa cosa, pronunciano ‘Qvartier’, perché i germanofoni non hanno in uso la vocale ‘u’ posta dopo la consonante ‘q’, pertanto ci leggono la ‘v’. Detto per inciso, tenete d’occhio le antiche lapidi romane e scoprirete chi è rimasto più fedele all’originale!
Il Mu-qva, dicevamo. Molte alternative tra gli eventi delle maggiori istituzioni che vi sono acquartierate. Prendi il Mumok: è tutta da esplorare la personale della giovane tedesca Jenni Tischer (1979), intitolata Pin. Si tratta della sua prima occasione in un grande museo, ovviamente meritata, dopo aver vinto il Baloise Art-Prize 2013 (30mila franchi svizzeri); un premio assegnato in passato ad artisti rivelatisi di grande spessore, vedi per tutti Tino Sehgal e Ryan Gander. Le installazioni sono apertamente ispirate al Minimalismo, con tematiche impegnate, di carattere storico-artistico, politico e culturale.

Jenni Tischer – Pin – veduta della mostra presso il Mumok, Vienna 2014

Jenni Tischer – Pin – veduta della mostra presso il Mumok, Vienna 2014

Giusto nello stabile a fianco al Mumok, vale a dire alla Kunsthalle Wien, è di scena un doveroso omaggio al blu, il colore che le statistiche danno all’80% delle preferenze tra le persone. Il titolo della collettiva è Blue Times. E che collettiva! Può mancare Yves Klein, che del blu ne brevettò una particolare tonalità chiamandola International Klein blue? E un Derek Jarman, che dipinse proprio col blu di Klein l’unico fotogramma che componeva l’ultimo suo film della durata di 79 minuti? È così che lui lo ha dato in pasto agli spettatori, che dal canto loro, oltre a vedere solo blu dall’inizio alla fine, possono seguire il plot solo tramite lo svolgimento della traccia sonora. Vi sono anche Liam Gillick e Ryan Gander nella quarantina della collettiva.  Al Leopold Museum, lì accanto, in questi giorni svetta un nume della modernità: Alberto Giacometti.
Cambio di coordinate. Conosciamo veramente il “notissimo” Henri de Toulouse-Lautrec, oltre i suoi manifesti con le ballerine Belle Époque? Una ricca mostra nelle sale del Kunstforum ci illustra tutta la grandezza artistica di questo “piccolo” nottambulo post-impressionista.

Blue Times – veduta della mostra presso la Kunsthalle Wien, 2014 – in primo piano Prinz Gholam, Guitar; sullo sfondo Liam Gillick, Renovation Filter Lobby

Blue Times – veduta della mostra presso la Kunsthalle Wien, 2014 – in primo piano Prinz Gholam, Guitar; sullo sfondo Liam Gillick, Renovation Filter Lobby

Infine – ma si fa per dire – anche la Akademie der Bildenden Künste si fa notare con una tremenda mostra tematica sulla fascinazione prodotta dal genere horror e thrilling all’interno della storia dell’arte. Insomma, un repertorio di settanta opere sulle molteplici espressioni del terrore, uscite dalla immaginazione di artisti come Hieronymus Bosch, Peter Paul Rubens, Artemisia Gentileschi ecc. Già, che dire della visione agghiacciante di Giuditta con la testa di Oloferne? Sì, proprio uno splendido capodanno, sotto il cielo viennese.

Franco Veremondi

Vienna // fino al 25 febbraio 2015
Velázquez
KUNSTHISTORISCHES MUSEUM
Maria-Theresien-Platz
www.khm.at

Vienna // fino al 1° febbraio 2015
Jenni Tischer – Pin
a cura di Manuela Ammer
MUMOK
Museumsplatz 1
www.mumok.at

Vienna // fino all’11 gennaio 2015
Blue Times
a cura di Amira Gad e Nicolaus Schafhausen
KUNSTHALLE
Museumsplatz 1
www.kunsthallewien.at

Vienna // fino al 26 gennaio 2015
Alberto Giacometti – Modernist Pioneer
a cura di
Franz Smola e Philippe Büttner
LEOPOLD MUSEUM

Museumsplatz 1
www.leopoldmuseum.org

Vienna // fino al 25 gennaio 2015
Henri de Toulouse-Lautrec – The Path to Modernism
a cura di Evelyn Benesch
KUNSTFORUM
Freyung 8
www.kunstforumwien.at

Vienna // fino al 15 marzo 2015
Lust am Schrecken
AKADEMIE DER BILDENDEN KÜNSTE
Schillerplatz 3
www.akademiegalerie.at

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Franco Veremondi

Franco Veremondi

Nato a Perugia, residente a Roma; da alcuni anni vive prevalentemente a Vienna. Ha studiato giurisprudenza, quindi filosofia con indirizzo estetico e ha poi conseguito un perfezionamento in Teoretica (filosofia del tempo) presso l’Università Roma Tre. È giornalista pubblicista dal…

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