Tutte le fiere (e non solo) da non perdere nella Frieze Week di New York

Armory è andata, ed è andata pure bene. Per chi era convinto che il nuovo avrebbe agilmente sconfitto il vecchio, un rimescolamento di carte che rende il gioco ancora più interessante. Ora a giocare il proprio turno è Frieze New York, e dovrà dimostrare che la sua non è solo una boutade da gradassi albionici in trasferta nell’ex colonia.

Dal 10 al 13 maggio, su Randall’s Island s’installa il secondo tendone di Frieze. Vista sull’East River, progetto di SO-IL architects. 180 le gallerie, con un lavoro certosino per portare in fiera le newyorchesi (ben 55) ma anche con l’occhio bene aperto alla globalizzazione, testimoniata dalla presenza di 32 Paesi. Suddivisione triplice, con le più giovani sistemate nelle sezioni Focus (meno di dieci anni di attività) e Frame (meno di sei). E naturalmente non mancano le italiane: Alfonso Artiaco, Continua, Raffaella Cortese, Massimo De Carlo, kaufmann repetto, Massimo Minini, Franco Noero, Lorcan O’Neill, T293 nella Main Section; in Focus nessuna presenza italiaca, e soltanto Supportico Lopez (sì, la sede è a Berlino, ma Gigiotto Del Vecchio e Stefania Palumbo sono italianissimi) in Frame. Nome italiano anche per Frieze Projects, visto che la curatela è affidata a Cecilia Alemani, con le opere site specific di Liz Glynn, Maria Loboda, Mateo Tannatt, Andra Ursuta e Marianne Vitale; ma c’è pure l’omaggio al ristorante Food aperto nel 1971 da Gordon Matta-Clark and Carol Goodden: a cucinare ci saranno, giorno per giorno, Matthew Day Jackson, Carol Goodden, Tina Girouard e Jonathan Horowitz; infine, Frieze Projects diventa anche Story, con il racconto scritto appositamente da Ben Marcus. La Alemani si occupa anche di Frieze Sounds, con le opere di Charles Atlas and the New Humans, Trisha Baga e Haroon Mirza che si possono pure scaricare dal sito della fiera. Dello Sculpture Park si occupa invece Tom Eccles, che nel verde dell’isola ha allestito lavori di artisti come Paul McCarthy e Tom Burr, Franz West e Jason Meadows.

Tra le fiere collaterali, la decana è Pulse, fresca dell’edizione di Miami. La location è il Metropolitan Pavilion al 125 West della 18th Street. Z2O di Sara Zanin è nella sezione omonima, mentre a Impulse c’è Otto Zoo. Anche qui una parte c’è dedicata alle installazioni di dimensioni importanti, con opere di Tristin Lowe, Lisa Lozano & Tora Lopez, Franco Mondini-Ruiz, Russell Maltz, Jason Rogenes e Tim Youd, oltre a Pulse Play, “video and technology lounge”.
Nada sta al Pier 36, in quella che è chiamata Basketball City, anche lei affacciata sull’East River. Qui troviamo le italiane Thomas Brambilla e Luce Gallery, rispettivamente da Bergamo e Torino. Per i più piccoli segnaliamo Little Collector, un “fun-filled tour” della fiera. Altro tour da non mancare, sabato 11 maggio nel Lower East Side, magari accoppiandolo con il walking food tour targato TableHoppingNY. Nel Lower East Side c’è pure Fridge, aperta sia a gallerie che ad artisti.
Al Greenwich Village c’è Verge, “boutique fair event” giunta alla sua quarta edizione newyorchese, mentre PooL – al Flatiron Hotel – è la classica fiera di artisti non rappresentati, anche se poi tutti o quasi portano con sé le loro brave courtesy.

Danh Vo - New Museum, New York 2012

Danh Vo – New Museum, New York 2012

Fra le novità, esordisce quest’anno Collective .1, fiera di design installata al Pier 57, tra Chelsea e il Meatpacking District; ma anche la parigina Cutlog, allestita nell’affascinante Clemente Soto Vélez Center in Suffolk Street, con le italiane Edward Cutler e Molin Corvo.
Ma New York non è naturalmente solo fiere. Per chi si trova nella Grande Mela, oltre all’inevitabile tour delle gallerie suddiviso per aree, è d’obbligo qualche tappa museale. A partire dalla fantastica NYC 1993 al New Museum, una “time capsule” che fa della memoria recente il suo punto fermo. Al Whitney va visitata la retrospettiva di Jay DeFeo (1929-1989), fulcro della comunità beat di San Francisco, mentre al Guggenheim c’è Danh Vo, vincitore dell’edizione 2012 dello Hugo Boss Prize. Al MoMA l’offerta è come sempre variegatissima: da non perdere, ad esempio, la “scelta d’artista” affidata, in questa decima edizione, a Trisha Donnelly. Ma l’attesa vera e propria è per Expo 1: New York, che apre il 12 maggio al MoMA PS1: un ultimo guizzo prima di tornare nei propri Paesi d’origine.

Marco Enrico Giacomelli

friezenewyork.com
pulse-art.com
www.newartdealers.org
www.vergeartfair.com
frereindependent-poolartf.squarespace.com/
www.collectivedesignfair.com
www.cutlogny.org

www.newmuseum.org
whitney.org
www.guggenheim.org
www.moma.org
momaps1.org

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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