Metti l’arte nel carrello. Con un clic su Yoox

Nel 2000 ha portato il prêt-à-porter nel mondo dell’e-commerce. Ora, tanto per restare nel campo di un lusso sempre più accessibile, tocca all’arte. Con la prima esperienza di Francesco Vezzoli nel campo del multiplo e con la partnership che vede sbarcare alla Biennale “Il Crepaccio”, eterodosso spazio milanese diretto da Caroline Corbetta. La parola a Federico Marchetti, fondatore di YOOX Group.

È un’azienda italiana, ma l’85% del suo fatturato proviene dall’estero. È stata fondata tredici anni fa, e da allora non fa che proporre innovazione. È nata con la moda, ma poi si è aperta al design e all’arte. E adesso arriva alla Biennale di Venezia, con tanto di Padiglione. Nel abbiamo parlato con Federico Marchetti.

Yoox è un’azienda italiana: perché? Non è più semplice fare impresa di innovazione altrove? Il governo inglese sta spingendo molto per la Tech City di Londra: è una soluzione credibile? La vecchia Europa può dire la sua anche nel settore dell’IT o è destinata comunque a soccombere nei confronti delle potenze asiatiche, che hanno costi di produzione più competitivi?
YOOX è la dimostrazione che fare innovazione in Italia è possibile. Essere in Italia ci porta grandi vantaggi competitivi, il più importante dei quali è sicuramente la prossimità, sia culturale che geografica, con i grandi marchi della moda e del lusso. Parliamo la stessa lingua e sappiamo interpretare i loro desideri e bisogni su Internet. YOOX è inoltre caratterizzata da un eccezionale mix, tutto italiano. Siamo infatti in grado di combinare altissima tecnologia e artigianalità, precisione e affidabilità, il tutto condito da creatività, meritocrazia e costante tensione all’eccellenza e all’innovazione.
L’innovazione è proprio uno dei fattori che garantiscono il futuro di un Paese e per favorirla, per stimolare la nascita di imprese innovative, è necessario che ci siano condizioni adeguate: penso ai venture capitalist professionali, senza i quali non può esistere innovazione; penso ai corretti sistemi di incentivazione di lungo termine. Non penso che l’Italia sia tagliata fuori, ma sicuramente bisogna recuperare un sano senso di urgenza con uno sguardo verso il futuro: l’unico limite è la fantasia e la voglia di fare!

Prima la moda, poi il design, ora l’arte: siamo nel campo di mercati tradizionalmente esclusivi, “democratizzati” da yoox.com attraverso la Rete. Fino a che limite si può spingere questo processo? Può arrivare potenzialmente all’infinito, e quindi aprire la strada anche a vendite di pezzi importanti, oppure è destinato a rimanere comunque confinato nel campo del multiplo e dell’opera seriale?
Già col nostro prossimo progetto, Padiglione Crepaccio at yoox.com, a cura di Caroline Corbetta, trattiamo opere d’arte uniche realizzate da giovani artisti. L’intento è offrire loro un’ampia visibilità internazionale e accompagnarli nel mercato. Il ruolo delle gallerie è fondamentale e imprescindibile, ma in questa fase di cambiamento noi, con la consulenza di addetti ai lavori seri e preparati, possiamo funzionare come una vetrina complementare nel sistema dell’arte, avvicinando a esso persone che fino a oggi non lo frequentavano. Una nuova opportunità, quindi, sia per i giovani artisti, che vedono moltiplicata esponenzialmente la possibilità di farsi conoscere e vendere le proprie opere in tanti Paesi, sia per un pubblico di utenti a cui viene data finalmente la possibilità di accedere all’arte in maniera più diretta e meno elitaria, da qualunque città e in ogni momento.

Padiglione Crepaccio @ yoox.com

Padiglione Crepaccio @ yoox.com

Il primo progetto nato su misura per yoox.com è stato firmato da Vezzoli e aveva il pedigree del valore umanitario, per una raccolta fondi a sostegno dell’Emilia. Come è nato il contatto con l’artista e come avete lavorato a questo programma?
Ho scritto una letterina a Francesco Vezzoli prima dell’estate invitandolo a collaborare per un progetto natalizio: gli ho proposto di devolvere l’intero ricavato della vendita al FAI per il recupero del campanile del municipio di Finale Emilia e lui ha realizzato il suo primo multiplo in esclusiva per yoox.com in 399 esemplari a 399 euro l’uno. Con Amore, Francesco Vezzoli (Francesco by Francesco) è stato visualizzato da circa 2 milioni di persone in tutto il mondo su yoox.com solo nella settimana del lancio, oltre 70mila persone hanno seguito l’intervista su Facebook e centinaia di articoli sono stati pubblicati nelle più rilevanti testate nazionali e internazionali e sui media online, un’idea del concerto comunicativo che YOOX crea a sostegno dei propri progetti, raggiungendo un pubblico sempre più ampio.

L’e-commerce annulla il rapporto di intermediazione del gallerista e cancella il valore esperienziale dell’ingresso in una boutique d’alta moda: valori aggiunti che influenzano l’acquisto di un certo tipo di beni e hanno, essi stessi, un valore. Possiamo dire che questo tipo di commercio taglia, tra i vari costi, anche quelli intangibili? E non si tratta, in questo caso, di un limite?
Non direi proprio così: YOOX collabora con artisti, brand e boutique da tredici anni, ovvero da quando è stata fondata. È un servizio in più: nel caso della moda su yoox.com ritirando l’invenduto dalle boutique più prestigiose (ad esempio Colette dall’inizio della nostra storia), nel caso dell’arte mettendo a disposizione un’audience di una decina di milioni di persone al mese da tutto il mondo e una capacità di delivery globale con un servizio che l’anno scorso ha consegnato circa due milioni e mezzo di ordini con oltre il 99% di puntualità. Circa l’esperienza di acquisto, è un’esperienza diversa e complementare: penso che YOOX sia uno dei pochi player al mondo che sta cercando sinergie tra l’online e i negozi fisici con investimenti nel cross-channeling che vedranno la luce nel 2014, tra il digitale e il print attraverso varie collaborazioni tra cui spicca il Vogue Talent Corner nato dalla fusione di Vogue con thecorner.com, solo per citarne alcuni. Noi cerchiamo sinergie, consci che ciascuno sappia fare meglio dell’altro il proprio mestiere, e non disintermediazione che invece parte dalla presunzione di potere fare tutto da soli.

Federico Marchetti - ritratto di Fulvia Mendini

Federico Marchetti – ritratto di Fulvia Mendini

Ora tocca al Padiglione Crepaccio at yoox.com, che sembra fondarsi su una dinamica fortemente e orgogliosamente local: parte da una trattoria sui generis, ma comunque una trattoria, e coinvolge artisti squisitamente “veneziani”. Si tratta di un cambiamento di rotta oppure di una sintesi glocal rispetto a quanto avete proposto finora?
Insieme al Crepaccio sbarchiamo a Venezia dando visibilità a una selezione di giovani artisti locali con un Padiglione che prende vita in due mondi attigui e contemporanei: la mostra allestita a Venezia nei tre giorni della vernice della Biennale (29-31 maggio) e la vetrina di yoox.com dove sarà possibile vedere e acquistare le opere esposte per tutta la durata della Biennale (fino al 24 novembre). Sempre online, si potranno trovare approfondimenti sugli artisti, immagini e altri contenuti inediti. In un’edizione molto promettente per la scena italiana (Gioni, direttore della biennale che ha invitato diversi artisti nostrani, il Padiglione Italia con nomi molto forti) ci è sembrato sensato co-produrre questo progetto dedicato ai talenti locali, contribuendo al rafforzamento del sistema Italia. YOOX in questi tredici anni ha accorciato il “digital divide” del made in Italy (prima nella moda, poi nel design e ora anche nell’arte) nei confronti dei più avanzati Stati Uniti d’America. Siamo un agente di cambiamento del sistema, oltre a un formidabile strumento di export, visto che l’85% del nostro fatturato è all’estero partendo dall’Italia.

Dopo Venezia quali progetti avete in mente in campo artistico?
Un incredibile e fantasmagorico progetto di Natale… stay tuned!

Francesco Sala  

www.yoox.com

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