Salerno non fa brand

Massimo Vignelli o Marco De Sangro? Certo, il primo è ben noto nell’ambito del graphic design, mentre il secondo è sostanzialmente sconosciuto. Ma si dà il caso che proprio quest’ultimo abbia vinto il concorso per disegnare il brand di Salerno, per la cifra di 3mila euro. Non i 200mila spesi per il logo di Vignelli. Vediamo com’è andata.

Massimo Vignelli a Salerno, Lectio Magistralis e presentazione del brand - Teatro Verdi, Salerno 22 novembre 2011

La logomania (dilagante in Italia) è arrivata anche a Salerno. Ed è il caso di dirlo, “ha fatto proprio il botto”. La spettacolare presentazione del nuovo logo della città organizzata lo scorso 22 novembre al Teatro Municipale G. Verdi – presentazione legata, tra l’altro, a una lectio magistralis di Massimo Vignelli, “che ha realizzato il brand Salerno, permettendo alla città di compiere un ulteriore salto di qualità”, si legge nel comunicato stampa – è stata davvero esplosiva.
Dopo aver accolto calorosamente (e con educazione) il maestro Vignelli, dopo aver ascoltato la sua lectio e dopo aver visto sfilare uno stemma azzurro su carta intestata, buste da lettere, manifesti, locandine, francobolli e vario merchandising, i salernitani hanno trasformato l’imbarazzo in sdegno. Uno sdegno che ha portato alcuni a ricercare immediate corrispondenze dapprima nel logo del Sapri Calcio e poi, nientemeno, in quello del Napoli. E precisamente nello stemma adottato dall’Associazione Calcio Napoli nel 1927 (forma circolare con una N color oro su sfondo azzurro).

Logo di Salerno 2011 disegnato da Massimo Vignelli

Il nuovo logo che non è della Salernitana ma proprio di tutta Salerno (una S oro su fondo azzurro che ricalca il logo napoletano) è, per la cittadinanza “granata”, uno scandalo spropositato. Tuttavia il marchio Salerno, “l’emblema della nostra città nel mondo” (sono ancora termini del comunicato stampa) disegnato dal “più grande designer al mondo” (ahinoi, sempre il comunicato stampa), non è soltanto che l’inizio di un problema costato ben “euro 100.000,00 – oltre iva – quale compenso professionale alla Vignelli Associated” ed “euro 100.000,00 – oltre iva – quali spese occorrenti per la comunicazione/pubblicità eventi in corso e spese di accoglienza” (Delibera Comunale n. 935 del 28 ottobre 2011).

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Logo dell'Associazione Calcio Napoli (1927)

Difatti il vero problema nasce nel momento in cui il blog Gumpania.it pubblica un articolo (ripreso successivamente da tutti gli organi “ufficiali” di stampa, alcuni dei quali hanno anche omesso la fonte originaria) dedicato al logo in questione, evidenziando oltretutto un bando insabbiato assieme al suo esito di gara. Si tratta del Concorso per la realizzazione di un logo promozionale per la Città di Salerno pubblicato il 10 marzo 2011 nella sezione Bandi e Concorsi del Comune, il cui titolo di apertura, Un brand per Salerno, apre questioni irrisolte e bollenti. Per partecipare a questa gara (con data di scadenza al 15/04/2011) bastava compilare gli allegati scaricabili ancora dal sito del Comune. Nell’articolo 1 del Bando si legge che (e conviene citare per esteso) “il Comune di Salerno, al fine di continuare nel proprio percorso di valorizzazione del territorio e con l’obiettivo finale di favorire sempre di più il turismo, bandisce il concorso di idee ‘Un Brand per Salerno’. Il Progetto mira alla realizzazione di un marchio logotipo – legato ad aspetti culturali, storico/artistici, paesaggistici e/o culturali – che promuova la città in tutti prodotti in cui verrà apposto il marchio. Il Concorso, con premio finale di 3.000 euro, è rivolto a giovani tra i 18 ed i 35 anni, i cui lavori prodotti diverranno di esclusiva proprietà della Città di Salerno, che potrà utilizzarli in futuro per gli scopi che riterrà più opportuni”.

Logo disegnato da Marco De Sangro, vincitore del Concorso per la realizzazione di un logo promozionale per la Città di Salerno

Dopo qualche mese, e precisamente con Verbale n. 7 del 26 settembre 2011, la Commissione (nominata con deliberazione di Giunta Comunale n. 231/2011) “proclama all’unanimità vincitore l’opera di Marco De Sangro di Taranto” e dispone “l’invio dell’esito del presente concorso all’Ufficio Comunicazione per la pubblicazione sul sito web e la comunicazione al vincitore tramite mail”. Peccato che il vincitore non sia mai stato avvisato – De Sangro è entrato a conoscenza dell’esito soltanto grazie alla notizia messa in rete, appunto, dal blog Gunpania.it – e che il verbale n. 7 sia stato smarrito nell’etere.
Ora che le correnti mediatiche hanno riportato alla luce il vincitore tarantino (il cui logo è discutibile) cominciano, naturalmente, altri problemi per una Salerno che, volente o nolente, si trova con un nuovo marchio di rappresentanza. Costato settanta volte più del previsto…

Antonello Tolve


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Antonello Tolve
Antonello Tolve (Melfi, 1977) è titolare di Pedagogia e Didattica dell’Arte all’Accademia Albertina di Torino. Ph.D in Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico artistica (Università di Salerno), è stato visiting professor in diverse università come la Mimar Sinan Güzel Sanatlar Üniversitesi, la Beǐjin̄g Yuy̌ań Daxué, l’Universitatea de Arta si Design de Cluj-Napoca e la Universidad Central de Venezuela. Critico d’arte e curatore, è stato commissario in diverse giurie internazionali. Tra i suoi libri si ricordano “Gillo Dorfles. Arte e critica d’arte nel secondo Novecento” (La Città del Sole, 2011), “ABOrigine. L’arte della critica d’arte” (PostmediaBooks, 2012), “Ubiquità. Arte e critica d’arte nell’epoca del policentrismo planetario” (Quodlibet, 2013), “La linea socratica dell’arte contemporanea. Antropologia Pedagogia Creatività” (Quodlibet, 2016), “Istruzione e catastrofe. pedagogia e didattica dell’arte nell’epoca dell’analfabetismo strumentale” (Kappabit, 2019), “Me, myself and I. Arte e vetrinizzazione sociale ovvero il mondo magico del selfie” (Castelvecchi, 2019), “Atmosfera. Atteggiamenti climatici nell’arte d’oggi” (Mimesis, 2019). Ha curato con Stefania Zuliani il volume di Filiberto Menna, “Cronache dagli anni settanta. Arte e critica d'arte 1970-1980” (Quodlibet, 2017) e, con S. Brunetti, “Il sistema degli artisti. Collezione, conservazione, cura e didattica nella pratica artistica contemporanea” (Mimesis, 2019). Dal 2018 e Direttore della sede romana della Fondazione Filiberto e Bianca Menna e dal 2014 è curatore della Gaba.Mc – Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Macerata.