Firenze censura il murale di Nemo’s che critica Firenze? Sì, forse, anzi no. Solite polemiche in riva all’Arno

Nell’ambito di un progetto di residenze artistiche promosso dal Comune con il Museo Novecento, lo street artist Nemo’s ha realizzato un murale satirico che fa discutere. Montanari denuncia un tentativo di censura: strumentalizzazione politica? L’opinione di Sergio Risaliti

L’autunno scorso la polemica era montata sulla (presunta) scarsa attitudine di Firenze ad aprirsi all’arte contemporanea: casus belli, allora, erano state le dichiarazioni di Eike Schmidt, nelle ultime settimane del suo mandato da direttore degli Uffizi, contro l’operato del Museo Novecento. Più di recente, nell’occhio del ciclone è finita la direttrice della Galleria dell’Accademia Cecilie Hollberg, rea di aver richiamato l’attenzione sulla Firenze “meretrice” in balia del turismo massificato. Un’esternazione condivisibile, forse ingenuamente affidata a termini poco opportuni, che in men che non si dica è diventata uno spropositato caso politico. Ma non c’è due senza tre, per ricorrere a un antico adagio. Così, nuovamente, il capoluogo toscano si trova al centro di un botta e risposta che chiama in causa la programmazione culturale dell’amministrazione cittadina per mascherare (più o meno evidenti) intenti politici.

Museo Novecento Firenze
Museo Novecento Firenze

Le residenze artistiche di via Palazzuolo a Firenze

La pietra dello scandalo, stavolta, è il murale commissionato allo street artist Nemo’s da Palazzo Vecchio, nell’ambito del progetto di residenze artistiche promosse dal Comune in via Palazzuolo, in pieno centro città, in uno spazio polifunzionale connesso al Museo Novecento. Una casa delle arti pensata per valorizzare il lavoro di giovani artisti, che – dopo un lungo lavoro di rigenerazione degli spazi – da aprile a settembre 2024 si animerà grazie al lavoro di quattro artisti (Friedrich Andreoni, Lucia Cantò, Benedetta Fioravanti e Giovanna Repetto) e una curatrice (Benedetta Casini), vincitori del bando Wonderful! Art Research Program 2024 1st edition – Maria Manetti Shrem, che ha ricevuto oltre 170 candidature. Il gruppo seguirà un programma di formazione e realizzerà, al termine dei sei mesi, una mostra che illustrerà la ricerca portata avanti. Contestualmente all’inaugurazione delle residenze, nelle prossime settimane, sarà presentata anche l’opera realizzata da Nemo’s, improntata “a una sana critica e costruttiva satira nei confronti della città di Firenze”, sottolinea Sergio Risaliti, che il Museo Novecento lo dirige e che molto si è speso, negli ultimi anni, per la realizzazione del progetto di residenze ai blocchi di partenza.

Nemo’s e il murale dello scandalo a via Palazzuolo

Puntualizzazione necessaria a fronte dell’accusa mossa dallo storico dell’arte Tomaso Montanari, senza troppo mistero tra i probabili candidati alle prossime elezioni comunali di Firenze. Sulle pagine del Fatto Quotidiano, Montanari ricostruisce la vicenda tacciando l’amministrazione di aver provato a tacitare l’artista, imbarazzata da un’opera che certo non è benevola nei confronti della città, e anzi trae spunto “dalla situazione immobiliare e speculativa degli affitti, sempre più inaccessibili alla gente comune, dagli appartamenti usati come salvadanai, dall’affitto di zone pubbliche della città per feste private, che in passato hanno privilegiato grandi brand di lusso, sottraendo così parti del bene comune alla popolazione e alla comunità, da ‘Open to meraviglia’, una campagna di marketing oscena che riduce Firenze a poco più di un parco a tema per divertimenti” per dirla con le parole di Nemo’s. “Questi sono alcuni dei macro temi che ho deciso di affrontare, non come specchio di una realtà inconfutabile, ma semplicemente offrendo un punto di vista, suggerendo uno spunto per ragionare e, semmai, discutere su quei meccanismi fallimentari che, a mio parere, fanno da eco ad una crisi culturale che ormai da molti anni imperversa nel nostro Paese”, conclude l’artista, cui, secondo Montanari, è stato chiesto “di cancellare, o almeno modificare in parte il disegno, perché risulterebbe offensivo per l’amministrazione comunale, e in primo luogo per il sindaco di persona personalmente. […] Se si arriva a distruggere un’opera d’arte perché è sgradita al piccolo, ormai collabente, potere di Palazzo Vecchio, allora siamo davvero arrivati a un punto di non ritorno”. Lo storico dell’arte fiorentino avrebbe ricevuto dallo stesso artista le informazioni riportate, e ora sostiene di aver portato la vicenda all’attenzione pubblica “per provocare una reazione nel Comune e salvare l’opera”.

Palazzo Vecchio respinge l’accusa di censura

L’accusa di censura, però, è fermamente rinviata al mittente, non solo dall’amministrazione cittadina, ma dalla stessa galleria incaricata di selezionare Nemo’s per il lavoro (“regolarmente pagato da Palazzo Vecchio”, sottolinea Risaliti), la Street Levels: “Accuse e supposizioni contenute nell’articolo” scrive l’ad della galleria, Sofia Bonacchi “riflettono una piccola parte di una verità tutt’altro che oggettiva e di comodo, più utile ai mittenti che ai destinatari”. I ritardi per l’inaugurazione del murale, realizzato a partire dalla fine di novembre dallo street artist e completato poche settimane fa, sarebbero piuttosto dovuti alla concomitanza con la tragedia occorsa nel cantiere fiorentino dell’Esselunga. E una puntualizzazione ancor più netta sull’accaduto passa dalle parole della vicesindaca e assessora alla Cultura, Alessia Bettini: “Non c’è mai stata da parte di questa giunta alcuna volontà di censura nei confronti dell’artista e della sua opera, che infatti rimarrà al proprio posto e sarà inaugurata contestualmente alle residenze. Mi dispiace constatare ancora una volta come Montanari non perda occasione per inutili strumentalizzazioni, tanto più rispetto a un tema, come quello della street art, sul quale questa amministrazione ha fatto tantissimo. Basti pensare agli oltre 100 interventi di arte urbana diffusi negli ultimi cinque anni in tutta la città, inclusa anche via Palazzuolo con i bandoni artistici: dagli ‘Spazi liberi’ destinati alla libera espressione degli artisti e dei writers con l’avvicendamento continuo di opere di street art realizzate sui piloni del viadotto all’Indiano, sulle pareti dei sottopassi delle Cure, del Gignoro e di piazza Alberti; fino agli Spazi d’arte, ovvero ai luoghi della città dove sono state eseguite opere pittoriche outdoor e site-specific, tra cui scuole, edifici di edilizia residenziale pubblica, giardini pubblici”. Sulla stessa lunghezza d’onda, la dichiarazione del sindaco Dario Nardella: “Non ho mai censurato nessuno e non censuro Nemo’s che è un artista importante, nonostante abbia realizzato un’opera critica verso alcuni aspetti della città. A me pare che l’unico censore qui sia Montanari, che decide quale politico, o artista, possa andar bene e quale no dalla sua bellissima casa in centro storico senz mai aver visto da vicino il Museo Novecento con questo murale. Ho sempre portato avanti una battaglia per un turismo sostenibile, quindi Nemo’s mi piace e mi fa piacere che venga incontro alle mie battaglie. Abbiamo un sostenitore in più“.

L’opinione di Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento

Di polemica pretestuosa e strumentale parla anche Sergio Risaliti: “Nessuno ha cancellato nulla e il murale è ancora lì, da parte dell’amministrazione e del Museo Novecento non c’è stato ostracismo. Anzi, dopo aver visto il lavoro, mi sono complimentato personalmente con Nemo’s. Montanari ha una posizione strumentale, ora si è svegliato interessato all’arte contemporanea, quando noi dal 2018 lavoriamo per supplire alla mancanza di spazi destinati ai giovani artisti. Ecco perché nascono queste residenze, e altre ne appronteremo”. A proposito della critica rivolta alla politica culturale di Palazzo Vecchio, il direttore del Museo Novecento ha le idee altrettanto chiare: “Montanari farebbe meglio a stigmatizzare quanti in diverse istituzioni museali continuano a declamare successi sempre maggiori in termini numerici, parlando di obiettivi futuri solo in merito allo spostamento di milioni di visitatori: questo atteggiamento non ha forse una ricaduta negativa sulla città? Montanari, tra l’altro, il murale neanche l’ha visto, giudica su una fotografia: correttezza sarebbe stata chiedere di visionare l’opera”.
Poi, l’invito a scoprire meglio il progetto: “Metterei da parte le piroette retoriche a cui ci ha abituato nei circoli e nelle piazze Montanari, che ancora dovremo sopportare in dose massiccia, per tornare a concentrarci sul progetto di residenze artistiche. Dalla fine di marzo, in via Palazzolo, inizierà questa bellissima avventura: se Montanari riuscirà a liberarsi un paio d’ore, tra una puntata e l’altra del suo show politico, potrebbe venire a vedere la preparazione dei lavori degli artisti”.

Livia Montagnoli  

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