Il grande Thomas Ruff in mostra a Milano porta la fotografia oltre sé stessa

Sette serie e venticinque anni di ricerca, tra camera oscura, modelli matematici e immagini trovate. La personale del fotografo e artista tedesco da Lia Rumma apre a Milano una riflessione radicale sulla fotografia

Alla galleria Lia Rumma di Milano la fotografia sembra perdere i propri confini abituali. Thomas Ruff (Zell am Harmersbach, 1958), figura di punta della Scuola di Düsseldorf, torna con la sua sesta mostra personale, confermando una collaborazione iniziata nel 1991. Il percorso si articola su tre piani e attraversa sette serie che, dagli Anni Duemila a oggi, indagano la natura dell’immagine trasformando esperimenti fisici, modelli matematici e materiali d’archivio in nuove grammatiche visive. Un viaggio tra luce, algoritmi e immagini trovate che Ruff trasforma in possibilità inedite dello sguardo. 

Luce, esperimenti e camera oscura nella mostra di Thomas Ruff a Milano 

Il piano terra è dedicato a untitled# (2022) e expériences lumineuses (2024), in cui l’artista torna alla camera oscura. La sala restituisce la natura analitica di questi lavori: la fotografia come fenomeno fisico, non come traccia del mondo. Negli untitled# una bobina di filo d’argento in movimento crea scie luminose che si sovrappongono generando forme astratte, in dialogo con le sperimentazioni di Etienne Bertrand Weill e con i Rhythmograms di Keetman e Heidersberger. Le expériences lumineuses seguono una logica affine: fasci di luce attraversano lenti e superfici di vetro producendo rifrazioni che Ruff fotografa e inverte digitalmente. Stampate su tela, assumono un’apparenza quasi pittorica. 

Thomas Ruff, installation view @ Lia Rumma Gallery, Milano, 2025. Courtesy: the artist e Lia Rumma Gallery, Milano, Napoli. Photo: Marco Dapino
Thomas Ruff, installation view @ Lia Rumma Gallery, Milano, 2025. Courtesy: the artist e Lia Rumma Gallery, Milano, Napoli. Photo: Marco Dapino

Alla galleria Lia Rumma  vanno in scena la matematica e la psichedelia controllata di Thomas Ruff 

Il primo piano riunisce opere nate da materiali scientifici e tecnici. La serie d.o.pe, che rimanda al saggio The Doors of Perception, nasce da diagrammi matematici e funzioni complesse. Ingranditi e manipolati, diventano superfici ipnotiche che richiamano le estetiche lisergiche degli Anni Sessanta e Settanta. Con zycles Ruff parte da illustrazioni ottocentesche sui campi elettromagnetici e usa un software 3D per generare orbite e linee dinamiche. La matematica assume un ritmo quasi musicale. 

Le immagini del web, fotogrammi digitali e identità online di Ruff a Milano 

Al secondo piano il percorso si chiude con tre serie che affrontano il rapporto fra immagine digitale, memoria e manipolazione. I photograms funzionano come scheletri visivi fatti di trasparenze e livelli virtuali. Nella serie press++ Ruff lavora su fotografie d’epoca trasferendo sul fronte le annotazioni editoriali del retro, che si sovrappongono ai volti delle protagoniste del Novecento trasformando il documento in astrazione. Una singola opera dalla serie nudes ribadisce il ruolo delle immagini trovate: corpi prelevati dal web e ingranditi fino a dissolversi nei pixel, trasformati in superfici sfocate che interrogano il fragile confine tra anonimato e rappresentazione. Ruff non giudica né idealizza: analizza il modo in cui la rete costruisce e disperde identità visive. 

Thomas Ruff: un artista in continua evoluzione 

La mostra conferma Ruff come figura chiave della fotografia contemporanea. Formatosi con Bernd e Hilla Becher, dagli Anni Ottanta a oggi ha messo in discussione i presupposti del medium, dal grande formato alla manipolazione digitale, fino ai modelli matematici e ai fenomeni fisici. Con questa sesta personale da Lia Rumma si rinnova una collaborazione trentennale che ha accompagnato tutte le evoluzioni del suo linguaggio.

Arianna Maria Leva

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