Le mostre dell’Istituto Luce. Caio Mario Garrubba a Roma

Galleria Nazionale, Roma – fino al 2 giugno 2019. La mostra allestita alla Galleria Nazionale di Roma ripercorre la storia di Caio Mario Garrubba. Attingendo dagli archivi dell’Istituto Luce.

Un fotoreporter italiano che con la sua Leica ha immortalato visioni e contraddizioni dell’uomo. È intitolata a Caio Mario Garrubba (Napoli, 1923 ‒ Spoleto, 2015) la mostra allestita alla Galleria Nazionale di Roma. Era strettissimo il legame dei suoi scatti con i luoghi della vita pubblica e della quotidianità.
La mostra, composta da circa cento immagini (scelte tra gli oltre 60mila negativi originali di qualità straordinaria acquisiti dall’Archivio Storico dell’Istituto Luce nel 2017), è curata da Gabriele D’Autilia ed Enrico Menduni e si prefigge di ripercorrere proprio quella tenace e responsabile volontà di documentare che ha caratterizzato il lavoro di un autore conosciuto molto più all’estero che nel proprio Paese. Un percorso visivo che spazia tra diverse culture. Dal primo viaggio del 1953 nella Spagna franchista alla misteriosa Polonia comunista (dove incontra la sua amatissima compagna, Alla Folomietova), e poi la Cina e l’Unione Sovietica.
E ancora, gli innumerevoli reportage realizzati nel Sud Italia, dalla Napoli che gli diede i natali alla Calabria, terra d’origine dei genitori, al Brasile a Tahiti agli Stati Uniti alla Francia, in un giro del mondo quasi incredibile e ininterrotto.

Caio Mario Garrubba con sua moglie Alla Folomietov, autoritratto. Copyright Archivio Luce - Fondo Garrubba

Caio Mario Garrubba con sua moglie Alla Folomietov, autoritratto. Copyright Archivio Luce – Fondo Garrubba

LA STORIA

Caio Mario Garrubba, di origine borghese ma profondamente legato alla sinistra di quegli anni, senza completare gli studi universitari s’iscrive al Partito Comunista e trova lavoro in un giornale della CGIL. Negli Anni Cinquanta il suo amico mitico gallerista Plinio De Martiis lo incita a fotografare e lui parte per la Spagna, torna con pochi scatti e una certezza: diventare un reporter. Insieme a De Martiis, Franco Pinna e al suo amico Nicola Sansone, fonda il Collettivo di Fotografi Associati, un esperimento di “socialismo fotografico” in cui tutti lavorano e guadagnano in base alle rispettive capacità e bisogni. Il collettivo ha vita breve, e Caio Mario Garrubba continua la sua avventura fotografica in quella che tutti ricordiamo come gli anni della Dolce Vita. Ne fotografa i protagonisti con la giusta distanza, evitando di essere confuso per un paparazzo. Per lui era essenziale cogliere con la macchina fotografica le speranze nel volto della gente, chiunque essa fosse.
La mostra fotografica dedicata a Caio Mario Garrubba è la più recente iniziativa di Istituto Luce Cinecittà in questa disciplina artistica. Il Servizio fotografico dell’Istituto Luce fu creato nel 1927 con lo scopo di coprire insieme al cinegiornale l’attualità dell’Italia. Un archivio fotografico cresciuto nel tempo e contenente immagini di cronaca, politica, sport e spettacolo. Le ultime acquisizioni riguardano gli scatti di Caio Mario Garrubba e di Pino Settanni.

Margherita Bordino

Articolo pubblicato su Grandi Mostre #15

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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