Le visioni ibride di Sandy Skoglund. A Torino

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia ospita gli scatti dell’artista americana. Autrice di un progetto fotografico e materico dal forte tono evocativo, attraverso personali visioni ibride.

L’antologica torinese di Sandy Skoglund (Massachusetts, 1946), a cura di Germano Celant, si snoda attraverso un iter che accorpa lavori iniziali, risalenti agni Anni Settanta (Motels del 1974, Reflections in a Mobile Home del 1977, la serie dedicata al cibo, Food Still Life, del 1978), fino all’inedita composizione Winter, alla quale l’artista ha lavorato per dieci anni, dal 2008 al 2018. Complice la lunga esposizione, il tempo si ferma e in contemporanea avanza lentamente. Winter è la concretizzazione dell’ibrido: idee e tecniche si incrociano per dare origine a uno spazio nello spazio, un tempo nel tempo, atti a evocare la bellezza fiabesca e a tratti irreale della stagione più fredda.

UNA CREATRICE DI IMMAGINI

La mostra permette di comprendere questo “formulare ibrido” attraverso oltre cento lavori di fotografia e sculture, creando un ambiente dove si ascoltano le parole e la gestualità silente, ma incisiva, di apparizioni tra comico e inquietante. “Piuttosto che una fotografa, una scultrice o una pittrice, sono una creatrice di immagini”, dice di sé Sandy Skoglund, una delle più importanti esponenti della staged photography. Le sue potenti fotografie sono il frutto di una lunga preparazione, un ideare dietro la pratica precisa e dettagliata della ricostruzione reale.

Sandy Skoglund, Winter, 2008-18

Sandy Skoglund, Winter, 2008-18

TRA IRONIA E IRRIVERENZA

Il fine è quello di combinare la quotidianità, oramai rarefatta, statica, con irriverenze cromatiche dettate da oggetti apparentemente inappropriati o animali vaganti, che popolano la scena e le conferiscono quella nota di ironia altrimenti schiacciata dal tedio esistenziale. Ne sono un esempio Revenge of the Goldfish, del 1981, dove la cameretta blu di due bambini diventa un acquario per pesci arancioni, un cupo tinello invaso da gatti verde acido nell’opera del 1980 Radioactive Cats, un ristorante grigio popolato da volpi rosse in Fox Games del 1989, un salotto ricoperto di un prato verde affollato di cani viola in The Green House del 1990, gli scoiattoli neri che assaltano una veranda in Gathering Paradise del 1991.

Grazia Nuzzi

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Grazia Nuzzi

Grazia Nuzzi

Nasce a Formia (LT) il 17 novembre 1977, si laurea alla facoltà di Lettere e Filosofia in Conservazione dei Beni Culturali, con indirizzo storico artistico presso la II Università degli Studi di Napoli, nel 2005. Nel 2006 è socio fondatore…

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