Nel 2026 Genova accoglie una grande mostra su Van Dyck: il pittore fiammingo che conquistò l’Europa

Nella prima metà del Seicento, l’artista fiammingo seppe interpretare il gusto delle grandi corti europee, proponendo una pittura di fattura eccezionale e intensa emotività. Anche a Genova, dove risiedette a lungo, Van Dyck lasciò molte tracce. 58 opere del pittore in mostra dal 20 marzo 2026

Le prevendite per la grande mostra di primavera prodotta e organizzata a Palazzo Ducale sono già aperte. Così Genova accoglie uno degli artisti che contribuì a farne la capitale dell’arte ammirata in tutta Europa tra Cinquecento e Seicento. Nelle sale dell’Appartamento del Doge, dal 20 marzo al 19 luglio 2026, il progetto dedicato ad Antoon Van Dyck (1599 – 1644) – il più ambizioso degli ultimi decenni, dopo le mostre internazionali degli Anni Novanta – proporrà un ritratto dell’artista fiammingo che si spinge oltre il suo talento per la pittura, cogliendone l’intelligenza diplomatica e la capacità di adattarsi a diversi contesti sociali, fornendo soluzioni innovative che fecero di lui uno degli artisti più amati nelle corti europee.

Anton van Dyck, Self-portrait, RH.S.216, Rubenshuis, City of Antwerp
Anton van Dyck, Autoritratto, RH.S.216, Rubenshuis, City of Antwerp

Antoon Van Dyck: un pittore in viaggio per l’Europa

Van Dyck l’europeo. Il viaggio di un genio da Anversa a Genova e Londra, a cura di Anna Orlando e Katlijne Van der Stighelen, racconta tutto questo riunendo, eccezionalmente, 58 opere del pittore, risultato di prestiti autorevoli, in arrivo dal Louvre e dal Prado, dal Tyssen e dalla National Gallery di Londra, ma anche dai principali musei italiani, dalla Galleria degli Uffizi alla Pinacoteca di Brera, alla Galleria Sabauda. In mostra saranno presentate opere del periodo italiano – tra il 1621 e il 1627 – in cui Genova ebbe un ruolo centrale, ma anche numerosi dipinti eseguiti nei diversi momenti della carriera del pittore, nelle Fiandre, e a Londra, dove venne chiamato a lavorare per il re Carlo I d’Inghilterra. Il percorso, però, non procederà secondo un allestimento cronologico, privilegiando invece sezioni tematiche (10 in tutto) legate alla scelta dei soggetti, alle evoluzioni stilistiche di Van Dyck, alla sua abilità nell’intercettare i gusti dell’epoca.

Anton van Dyck, Portrait of Alessandro, Vincenzo and Francesco Maria Giustiniani Longo (?), NG 6502, ©The National Gallery, London
Anton van Dyck, Ritratto di Alessandro, Vincenzo and Francesco Maria Giustiniani Longo (?), NG 6502, ©The National Gallery, London

La mostra di Palazzo Ducale su Van Dyck. Le opere

Ci saranno tele di grandi dimensioni, e ritratti – Van Dyck fu uno dei più celebri ritrattisti del suo tempo (e di tutti i tempi) – ma anche opere sacre, come il grande Matrimonio mistico di Santa Caterina proveniente dal Prado di Madrid o il San Sebastiano dalla Scottish National Gallery di Edimburgo, o ancora l’inedito Ecce Homo, da collezione privata europea. Da Rapallo, dov’è normalmente visibile sull’altare della piccola chiesa di San Michele di Pagana, arriverà l’unica pala a destinazione pubblica che Van Dyck realizzò per la Liguria: una monumentale Crocifissione.
Per aprire il percorso, invece, è stato scelto il primo autoritratto che si conosca del pittore, eseguito quando Van Dyck era ragazzino, all’incirca quindicenne (in prestito dall’Accademia di Belle Arti di Vienna). Ma ogni opera in mostra contribuirà a rivelare la qualità artistica di Van Dyck, dal Ritratto di Carlo V a cavallo ai Tre bambini Giustiniani Longo, al Ritratto dei Principi Palatini, allo Studio per la figura di San Gerolamo.

Van Dyck a Genova: l’omaggio delle collezioni civiche

In concomitanza con la mostra, le collezioni civiche genovesi proporranno un percorso parallelo valorizzando i dipinti di Van Dyck e dei suoi contemporanei nordici presenti nei saloni dei Musei di Strada Nuova (Palazzo Rosso e Palazzo Bianco). Il catalogo, edito da Allemandi, avrà un’edizione inglese a cura della casa editrice belga Hannibal Books.

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