La donna con violino di Matisse e il ritratto di Marta Bonnard in dialogo a Brera

In occasione dell’ultimo Dialogo dell’era Bradburne a Brera, a Milano arriva un’opera di Matisse direttamente dal Museo dell’Orangerie parigino

Padre del Fauvismo l’uno, fondatore del gruppo Nabis l’altro. Henri Matisse e Pierre Bonnard furono entrambi protagonisti della scena pittorica parigina di inizio Novecento. Benché legati a movimenti diversi, condivisero la passione per i colori forti e vibranti. E per la Provenza: la sua luce unica si rivede nelle tele di entrambi, inglobata da ciascuno secondo la loro sensibilità. 
Come ultimo tassello dei Dialoghi che hanno accompagnato la Pinacoteca di Brera negli anni della sua Direzione, James Bradburne guarda per la seconda volta al moderno. Dopo Osvaldo Licini nel 2022, si parla ancora di Novecento, in attesa della prossima apertura (sempre più vicina) di Palazzo Citterio. Questa volta si va in Francia, nell’entroterra del Sud, a pochi passi da Nizza. È lì che Matisse e Bonnard si dedicarono spesso ai soggetti femminili. Le due donne qui in dialogo, Marta Bonnard e la Femme au violon, prestata dal Musée de l’Orangerie di Parigi, sono due esempi. Si tratta di figure che, pur nella loro iniziale singolarità, si liberano dagli stretti legami spazio-temporali. Diventano universali. Un paradigma di delicatezza femminea colta nell’intimità dell’interno domestico.

Henri Matisse, Femme au violon, Musée de l'Orangerie, Parigi
Henri Matisse, Femme au violon, Musée de l’Orangerie, Parigi

La Femme au Violon di Henri Matisse

Il capolavoro proveniente dall’Orangerie risale ai primi anni Venti, quando Matisse si trovava a Nizza. La modella, non ben identificata, siede a un tavolino. Il contesto è casalingo: profuma dell’atmosfera della Provenza, che accende i motivi geometrici della tappezzeria sulle pareti. Il fulcro della tela è in grembo alla protagonista: un violino. La proprietaria si astiene dall’utilizzarlo; è dubbio se per noia dopo il troppo suonare, o per costrizione de pittore. 
Si notano le vaste campiture piatte e quasi monocrome, che danno un senso astratto alla composizione, altrimenti molto quotidiana. Pare che la dama galleggi nell’arancio vermiglio del pavimento, estranea al tavolo e alla sedia. Questa assenza di chiaroscuro e prospettiva è parte del percorso che durò tutta la vita di Matisse: la ricerca dell’essenziale, attraverso il potere espressivo del solo colore.

Pierre Bonnard, Ritratto di Marta Bonnard, Pinacoteca di Brera
Pierre Bonnard, Ritratto di Marta Bonnard, Pinacoteca di Brera

Il Ritratto di Marta di Pierre Bonnard

In questo secondo caso, la donna è nota. Si tratta di Marta Malini, la moglie amata del pittore, che fu protagonista di moltissime sue opere. Talvolta come modella in posa, ma spesso colta quasi a tradimento, mentre si fa il bagno o si aggira in vestaglia per la casa. Tutto il soggiorno provenzale di Bonnard a Le Cannet fu prolifico in termini di ritratti della compagna contornata dal loro ambiente domestico.
Nella tela di Brera, c’è sì una scena d’interno, ma si tratta di un caffè. La protagonista siede a un tavolino, avvolta in una pelliccia scura e pesante. Confrontandola con Matisse, colpisce la pennellata radicalmente diversa. Si parla qui di tocchi vibranti, piccoli, che ricordano la rapidità di Renoir, ma si soffermano su più dettagli. Sembra che il pittore voglia andare oltre la cornice, continuando a raccontare l’arredamento del locale che si limita a essere introdotto agli angoli del quadro. Tanto basta per percepire la differenza di materiale tra la tenda pesante di velluto sullo sfondo, e la leggera tovaglietta arabescata.
Tutto è pervaso da un’atmosfera di misticismo, un’esoterica quotidianità che richiama il linguaggio profetico dei Nabis, di cui Bonnard fu parte. Ciò che lo avvicina, pur nella diversità, a Matisse è l’uso del colore. Grintoso, brillante, che vibra della luce del Mediterraneo. Un punto di incontro capace di affascinare entrambi i pittori.


Emma Sedini

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Emma Sedini

Emma Sedini

Milanese ed etrusca in parti uguali, Emma Sedini è nata a Milano nel febbraio del 2000. Si definisce “artista” per la sua indole creativa e pittorica, ma è laureata in Economia e Management per l’Arte all’Università Bocconi, e tutt’ora frequenta…

Scopri di più