Le sculture di Picasso in mostra alla Galleria Borghese

Per la prima volta in Italia, una retrospettiva dedicata esclusivamente alla scultura di Picasso. 56 opere dialogano con la collezione permanente della Galleria Borghese, dando vita a un percorso senza inizio e senza fine, in linea con l’idea dell’artista: “In arte non c’è passato né futuro”.

Picasso. La scultura si svolge all’interno dei saloni della Galleria Borghese. Le sculture sono collocate insieme alle opere della collezione permanente, allestite con teche e pannelli espositivi di colore rosa e grigio, a volte disposte al centro, a volte lungo il perimetro delle sale.

UNA MOSTRA CHE ECHEGGIA

Non c’è quindi un percorso espositivo lineare e dedicato e non si può vedere la mostra senza essere “distratti” dal contesto, come chi viene a visitare il museo non può rimanere insensibile di fronte alla presenza di Pablo Picasso (Malaga, 1881 – Mougins, 1973).
La scelta di questa convivenza forte e a tratti destabilizzante denota l’intento delle curatrici Anna Coliva e Diana Widmaier-Picasso di proporre uno scambio tra le sculture del grande artista spagnolo e la collezione classica della Galleria Borghese – che probabilmente egli visitò nel suo viaggio a Roma del 1917 – con l’obiettivo di cercare un filo conduttore con il passato. Continue le eco di somiglianze, temi, elementi ricorrenti, pose, soggetti presenti in Picasso come nell’arte Rinascimentale e Barocca e nella scultura Romana. Questo rimando viene talvolta suggerito dalle curatrici – che hanno raccolto le opere in dodici sezioni tematiche – ma più spesso nasce in modo spontaneo e naturale, determinato proprio dalla commistione che c’è alla base dell’idea di Picasso. La scultura.

Pablo Picasso, Donna con bambino, 1961. Parigi, Musée national Picasso Paris. Photo © RMN Grand Palais (Musée national Picasso Paris) _ Mathieu Rabeau © Succession Picasso by SIAE 2018

Pablo Picasso, Donna con bambino, 1961. Parigi, Musée national Picasso Paris. Photo © RMN Grand Palais (Musée national Picasso Paris) _ Mathieu Rabeau © Succession Picasso by SIAE 2018

PICASSO IN DIALOGO

D’altra parte, la Galleria Borghese non è una location qualsiasi: qui gli spazi non sono di certo neutrali e le opere della collezione permanente sono chiamate a far parte esse stesse della mostra, diventandone co-protagoniste. La visita, pertanto, riguarda non solo Picasso, ma Picasso con Bernini, Picasso con Raffaello, Picasso con l’età classica…
Così, ad esempio, si coglie che La Donna seduta con scarpa col tacco viene ritratta nella stessa posa della scultura ellenistica del Cavaspina ed è collocata alle spalle al Ritratto di uomo e al Ritratto di giovane donna con unicorno di Raffaello Sanzio, di fronte al San Sebastiano di Perugino e alla Madonna col bambino di Botticelli; la statua della donna incinta si trova nello stesso salone di Amor sacro ed amor profano di Tiziano, la donna di lamiera con bambino si rispecchia nell’Apollo e Dafne di Bernini.

MATERIALI E TECNICHE

Le sculture di Picasso sono eterogenee per materiali, dimensioni, forme, tecniche, soggetti. La maggior parte sono in bronzo fuso, altre realizzate tramite assemblaggio di pezzi metallici saldati.
Il gesso nelle mani di Picasso diventa un materiale che ha una dignità e un’importanza pari al marmo. Ci sono sculture in due dimensioni, pitture su tavole di legno sagomate a seguire il profilo del soggetto raffigurato, altre realizzate con oggetti di uso quotidiano incollati tra loro come tulle, carta, cartone, passamanerie, bottoni, spago e persino una scatola di cioccolatini. La lamiera metallica tagliata, piegata e dipinta diventa un’altra tipologia di scultura.
A volte il vasellame e gli oggetti di uso domestico servono per creare la forma dell’opera finale, come nel caso della Capra, in cui prima del calco in gesso e della successiva fusione in bronzo c’è un montaggio di cesti di vimini per la parte del costato e bicchieri per le mammelle.
Interessante la rassegna delle quattro teste in bronzo in cui è visibile la tecnica diversa con cui Picasso affronta la stessa materia, frutto non di un’evoluzione stilistica quanto piuttosto della volontà di sperimentare linguaggi diversi: Il giullare in cui i tratti del viso e del copricapo emergono dal metallo lasciato grezzo, le due teste di donna simili alle Korai della Grecia arcaica e infine il ritratto cubista.

– Barbara Di Tanna

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Barbara Di Tanna

Barbara Di Tanna

Sono un architetto, mi occupo di progettazione architettonica e interior design. In passato ho lavorato nell'ambito del restauro architettonico ed archeologico. Ho sempre dipinto, disegnato, creato. Adoro lavorare con le mani e mi interessa l'arte in tutte le sue forme.…

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