La nuova era dei Musei Civici di Domodossola. Intervista al Conservatore Antonio D’Amico

L’istituzione piemontese si accinge a inaugurare una mostra che vedrà alcuni dipinti di Giorgio de Chirico e Filippo de Pisis in confronto con le nature morte napoletane del Seicento. Un appuntamento che dà il via alla nuova era dei Musei, guidati dal suo conservatore Antonio D’Amico

“L’intento di questa mostra, ossia un armonico dialogo tra l’antico e il contemporaneo storicizzato, è la linea di ricerca entro la quale mi muovo anche per le prossime mostre che stiamo progettando, ed è la stessa che spero di perseguire chiedendo agli artisti contemporanei di dialogare con le nostre collezioni”. Con queste parole Antonio D’Amico, storico dell’arte recentemente nominato Conservatore delle Raccolte d’arte dei Musei Civici di Domodossola, sintetizza la visione che lo porterà a guidare l’istituzione piemontese, ovvero un percorso di ricerca e valorizzazione delle collezioni dei Musei e di dialogo tra l’antico e il contemporaneo. De Chirico De Pisis. La mente altroveè il titolo dell’esposizione che inaugura il prossimo 14 luglio, una mostra “innovativa”, che pone Giorgio de Chirico e Filippo de Pisis per la prima volta a confronto con le nature morte del Seicento Napoletano.

LA STORIA DEI MUSEI CIVICI DI DOMODOSSOLA

“I Musei Civici di Domodossola sono dislocati in due sedi molto diverse tra loro: Palazzo Silva, una residenza d’epoca dove sono custoditi diversi arredi e molteplici collezioni di varia natura e che l’anno prossimo compie 500 anni dalla sua fondazione, e Palazzo San Francesco che nel medioevo fu una chiesa francescana”, racconta ad Artribune Antonio D’Amico, che ci introduce così alla scoperta della storia dei Musei. “Oggi la chiesa è sede museale che in accordo con il sindaco, Lucio Pizzi, e l’Assessore alla Cultura, Daniele Folino, ho destinato a mostre temporanee, e dopo la mia nomina abbiamo fatto una bella mostra in collaborazione con la Fondazione Gianadda di Martigny in Svizzera, esponendo il ‘Bacio’ di Rodin e dal 14 luglio e al 31 ottobre prossimi si terrà la grande mostra dedicata a de Chirico e de Pisis”. Entro la fine del 2019 è prevista la riapertura dei due piani superiori, dove sarà allestito il museo di Scienze Naturali, la collezione archeologica, quella di disegni tra Seicento e Settecento, la sezione di arte sacra e la Pinacoteca.

IL NUOVO CORSO E LA MOSTRA

In de Chirico De Pisis. La mente altrove verranno esposte 35 opere provenienti da collezioni private italiane ed estere, presentate in un allestimento che, in una delle due cappelle della chiesa in Palazzo San Francesco, darà vita a un’ambientazione metafisica: una poltrona originale dipinta da De Pisis entrerà in dialogo con gli arredi provenienti dalle collezioni di Palazzo Silva a Domodossola, regalando un’atmosfera sospesa ed evocativa. Le nature morte di de Chirico e de Pisis, inoltre, verranno messe a confronto con quelle napoletane del Seicento di Giuseppe Recco e di Giovanni Battista Ruoppolo, delineando così il rapporto che lega questi artisti, nonostante i secoli di distanza: “de Chirico e de Pisis hanno guardato i grandi maestri dell’arte antica, e dinanzi alle nature morte caravaggesche del Seicento napoletano hanno ammirato la bellezza dei dettagli e la forza della realtà pittorica che eguaglia e quasi ‘supera’ quella fisica”, ci spiega D’Antonio. “Accostare le nature morte di De Chirico e De Pisis a quelle seicentesche significa mostrare un afflato che non si è mai fermato, uno struggente senso di ammirazione che nel linguaggio metafisico si trasforma in una lettura dei ricordi e in un’esplosione di messa a nudo dei sentimenti”.Inoltre, la mostra espone anche la Natura morta del 1942 che Giorgio Morandi taglia davanti a Carlo Ludovico Ragghianti, un’opera che testimonia l’amicizia dell’artista con il famoso critico.

LA NUOVA ERA DEI MUSEI CIVICI

Valorizzazione delle collezioni, ricerca nell’ideazione delle mostre, dialogo tra antico e contemporaneo non sono gli unici obiettivi perseguiti dai Musei Civici di Domodossola e da Antonio D’Amico. Tra quelli in programma, infatti, è anche quello di creare una relazione con le realtà culturali del territorio per dare vita a nuove partnership e reti di sviluppo. “Stiamo instaurando una serie di partnership significative, senza le quali i Musei non potrebbero tornare ad avere un ruolo di grande importanza per il territorio, in primis con la Fondazione e l’Associazione Ruminelli e poi con l’Associazione Musei dell’Ossola, ma anche con la Ferrovia Vigezzina – Centovalli che collega Domodossola con la Svizzera, nazione vicina con la quale, da città di frontiera, dialoghiamo quotidianamente in maniera proficua e avvincente”, racconta D’Amico. “Mi auguro che i Musei Civici di Palazzo San Francesco e di Palazzo Silva tornino ad avere un ruolo nevralgico per la vita culturale della città di Domodossola e di un vasto territorio che va fino a Briga, su un versante, e a Milano, per l’altro. Le basi le stiamo mettendo, la volontà c’è… E mi auguro che si senta parlare di Domodossola non solo per il famoso riferimento della lettera dell’alfabeto ma anche per i suoi Musei…intanto, D come de Chirico e de Pisis a Domodossola, come inizio non mi sembra male!”.

– Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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