Tutte le mostre da non perdere a New York durante le vacanze di Natale 2025-2026

Dalle stanze di Piero Manzoni alle sculture aeree in filo metallico di Ruth Asawa, dalle sculture surrealiste di Man Ray ai dipinti di Gabriele Munter. Ecco tutte le mostre da vedere nella Grande Mela durante le festività

Oltre alle installazioni luminose di Dyker Heights, l’albero al Rockefeller Center e i mercatini di Bryant Park, per Natale New York vanta un gran numero di mostre nei più importanti musei della città. Ecco quelle da non perdere.

Wifredo Lam: When I Don’t Sleep, I Dream al MoMA (10 novembre –  11 aprile 2026)

Tutte le mostre da non perdere a New York durante le vacanze di Natale 2025-2026
Wifredo Lam. The Jungle. 1942–43. Oil and charcoal on paper mounted on canvas, 7′ 10 1:4 ” × 7′ 6 1:2″ (239.4 × 229.9 cm). The Museum of Modern Art, New York. Inter-American Fund. © 2025 Artists Rights Society (ARS), New York:ADAGP, Paris

Gli USA dedicano – per la prima volta- una grande mostra a Wifredo Lam (1902–1982), artista cubano che ha contribuito a ridefinire il modernismo con la sua visione ibrida e transnazionale. La mostra When I Don’t Sleep, I Dream al MoMA comprende più di 100 lavori tra dipinti, disegni e materiali iconografici, incluse opere chiave come La Jungle e La Silla. L’esposizione indaga come l’artista abbia intrecciato surrealismo, simbolismo afro-caraibico e riflessioni politiche sulla colonialità, ponendosi come figura di riferimento per comprendere le convergenze tra modernismo e identità culturale.

Seeing Silence: The Paintings of Helene Schjerfbeck al MET (dal 5 dicembre al 5 aprile 2026)

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Seeing Silence: The Paintings of Helene Schjerfbeck al MET

Anche l’artista Helene Schjerfbeck (1862 – 1946), figura di spicco del modernismo nordico, arriva in America per la prima volta con Seeing Silence, la mostra ospitata negli spazi del MET. L’esposizione riunisce 60 dipinti provenienti da importanti collezioni finlandesi e private, offrendo uno sguardo approfondito sull’evoluzione dello stile dell’artista, dal realismo accademico alle composizioni essenziali e meditate che hanno segnato la sua maturità artistica. 

Man Ray: When Objects Dream al MET (7 novembre 2025 – 2 marzo 2026)

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Man Ray, When Objects Dream, MET

Il Metropolitan Museum of Art di New York presenta When Objects Dream, un’esposizione dedicata alle opere tridimensionali e fotografiche di Man Ray (1890–1976), figura chiave del Dadaismo e del Surrealismo.
La mostra esplora la produzione sperimentale dell’artista, con particolare attenzione alla sua capacità di trasformare oggetti quotidiani in creazioni enigmatiche e poetiche. Al centro dell’allestimento ci sono i celebri rayograph – immagini fotografiche senza macchina – che Man Ray realizzò collocando oggetti direttamente sulla carta fotosensibile, innovando così il linguaggio della fotografia moderna. Curata con un dialogo tra sculture, fotografie e opere concettuali, l’esposizione evidenzia il ruolo di Man Ray nel riformulare il rapporto tra immaginazione e realtà, oggetto e simbolo, sottolineando la sua influenza duratura sull’arte del XX Secolo. 

Ruth Asawa: A Retrospective al MoMA (19 ottobre 2025 – 7 febbraio 2026)

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Asawa, portrait

Il Museum of Modern Art di New York dedica una grande retrospettiva alla scultrice giapponese-americana Ruth Asawa (1926–2013), nota per le sculture aeree in filo metallico e per la riflessione sul rapporto tra forma, spazio e trasparenza. 
Sviluppata in collaborazione con il San Francisco Museum of Modern Art, la mostra ripercorre l’intera carriera dell’artista: dalla sua formazione al Black Mountain College con Josef Albers, fino al suo impegno nella comunità di San Francisco come educatrice e figura attiva nella diffusione dell’arte. Il percorso espositivo include oltre 100 opere tra sculture, disegni e materiali d’archivio, mostrando l’evoluzione poetica di Asawa e la sua capacità di trasformare materiali umili in forme sospese che interrogano la relazione tra interno e esterno, posa e movimento. 

Gabriele Münter: Contours of a World al Guggenheim Museum (7 novembre 2025 – 26 aprile 2026)

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Gabriele Münter, From the Griesbräu Window (Vom Griesbräu Fenster), 1908. Painting on board, 13 × 15 13/16 in. (33 × 40.1 cm). Städtische Galerie im Lenbachhaus und Kunstbau München, On permanent loan from the Gabriele Münter and Johannes Eichner Foundation, Munich L142. © 2025 Artists Rights Society (ARS), New York / VG Bild-Kunst, Bonn

Il Guggenheim Museum di New York dedica una mostra monografica alla pittrice tedesca Gabriele Münter (1877–1962), figura centrale nel modernismo europeo e cofondatrice del movimento Der Blaue Reiter.
Contours of a World è la prima grande retrospettiva negli Stati Uniti dedicata a Münter in quasi trent’anni. La mostra riunisce circa sessanta dipinti e diciannove fotografie, molte delle quali mai esposte in questo paese, ripercorrendo il suo sviluppo dall’espressionismo di inizio secolo alle successive evoluzioni stilistiche.
Accanto alle opere principali, un focus particolare è dedicato alle fotografie scattate dall’artista durante i suoi viaggi negli Stati Uniti alla fine dell’Ottocento, offrendo uno sguardo inedito sulla sua visione formativa del mondo visivo e che arricchiscono la comprensione del suo contributo alla modernità. Organizzata dalla curatrice Megan Fontanella insieme a Victoria Horrocks, la mostra si propone di rileggere la carriera di Münter oltre il ruolo di figura marginale al fianco di Kandinsky, evidenziando il suo linguaggio visivo innovativo, l’uso audace del colore e la capacità di reimmaginare genere, paesaggio e natura. 

Piero Manzoni: Total Space da Magazzino Italian Art (8 settembre 2025 – 23 marzo 2026)

Tutte le mostre da non perdere a New York durante le vacanze di Natale 2025-2026
Installation view, ‘Piero Manzoni. Materials of His Time’, Hauser & Wirth, Los Angeles, 2019 © Fondazione Piero Manzoni, Milano. Courtesy Fondazione Piero Manzoni, Milan and Hauser & Wirth, photo: Mario de Lopez

In un’epoca in cui il concettualismo e le installazioni artistiche iniziavano ad affacciarsi all’orizzonte del mondo dell’arte, Piero Manzoni (Soncino, 1933 – Milano, 1963) concepiva nel 1961 quelle due ambienti immersivi. Purtroppo i progetti rimasero irrealizzati al momento della morte dell’artista, ma nel 2019 Rosalia Pasqualino di Marineo, direttrice della Fondazione Piero Manzoni, decise di dare forma a quelle che poi divennero la Stanza pelosa e la Stanza fosforescente, commissionandole all’architetto newyorkese Stephanie Goto in occasione della mostra Piero Manzoni: Materials of His Time da Hauser & Wirth a Los Angeles. Oggi, quelle due installazioni tornano fruibili grazie alla donazione della galleria americana e della fondazione dell’artista in Piero Manzoni: Total Space ospitato negli spazi di Magazzino Italian Art a New York (e visibile sino al 23 marzo). Curato da Nicola Lucchi, il progetto accompagna il pubblico alla scoperta della ricerca – lucida e ironica – di Piero Manzoni, e della sua eredità nel movimento dell’Arte Povera. Non solo, le installazioni saranno accompagnate anche da una copia espositiva della Base magica. Si tratta di un piedistallo concepito nel 1961 per trasformare la realtà stessa in arte e rappresenta un altro aspetto dell’esplorazione di Manzoni dei confini tra opera d’arte e spettatore. Salendovi sopra, qualsiasi persona viene idealmente elevata allo status di scultura.

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Redazione

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