A Milano c’è Hito Steyerl. Una grande artista che ci insegna a creare mondi alternativi 

È infusa di fantascienza e fisica quantistica la mostra della grande artista tedesca Hito Steyerl, all’Osservatorio di Fondazione Prada. Tra le maggiori interpreti dell’infosfera contemporanea, Steyerl ci interroga, ancora una volta, sul significato della parola “verità”

The Island di Hito Steyerl (Monaco di Baviera, 1966) all’Osservatorio di Fondazione Prada è molto più e molto di diverso rispetto a una semplice mostra. Quanto si richiede al visitatore è piuttosto un’immersione in una serie di proposte e di quesiti, profondamente legati al tempo storico in cui stiamo vivendo, dove, tuttavia, non mancano i riferimenti più che precisi al passato in ambito storico, artistico e scientifico. Un passato che fa da base imprescindibile alla riflessione attuale.   

Hito Steyerl, The Island, installation view a Osservatorio Fondazione Prada, Milano, 2025
Hito Steyerl, The Island, installation view a Osservatorio Fondazione Prada, Milano, 2025

La genesi di “The Island” di Hito Steyerl 

Al quinto piano della Galleria Vittorio Emanuele è un’installazione multimediale, una sorta di preparazione a quanto si vedrà al sesto: la proiezione del film realizzato appositamente, che dà il titolo alla mostra. Steyerl è un’artista certo, ma è anche una studiosa, una saggista, che già a Rivoli anni fa ci aveva introdotto al suo complesso universo epistemologico e gnoseologico. L’idea che qui propone, come lei stessa racconta a Niccolò Gravina, in un’intervista presente nel quaderno della Fondazione, la affascina da tempo, da quando ha incontrato Darko Suvin, studioso di teatro e letteratura fantascientifica, oggi novantacinquenne. Quarant’anni fa le edizioni bolognesi de Il Mulino avevano pubblicato La metamorfosi della fantascienza, uno studio in cui l’intellettuale croato analizzava il concetto di paraletteratura, quella più bassa, popolare, proprio attraverso la pubblicistica fantascientifica, particolarmente significativa da un punto di vista sociologico, a causa della ampiezza dell’utenza da cui viene fruita. Il pensiero di Suvin è uno dei punti di partenza del film dell’artista tedesca di origini in parte giapponesi. L’intellettuale croato racconta del suo coinvolgimento in un drammatico episodio accaduto nel 1941, lo scoppio di una bomba su un tram di Zagabria sul quale si trovava, undicenne. Da quel momento si è sviluppato il suo interesse per la fantascienza rendendosi conto che in qualsiasi situazione è possibile trovare altri mondi. Dal dramma alla creazione, una riflessione che segna profondamente Steyerl: “Ho capito che si poteva sviluppare questo concetto in modo visivo attraverso la tecnologia quantistica, che si occupa di cambiamenti di stato improvvisi, ma anche della coesistenza in uno stesso momento di stati diversi”.  

Hito Steyerl, The Island, installation view a Osservatorio Fondazione Prada, Milano, 2025
Hito Steyerl, The Island, installation view a Osservatorio Fondazione Prada, Milano, 2025

La fisica quantistica nell’opera di Hito Steyerl a Milano 

L’esistenza di mondi simultanei ha condotto Steyerl a esplorare la tecnologia quantistica in termini visivi. Nel film viene coinvolto il fisico quantistico Tommaso Calarco. Nel quaderno è un intervento di James Bridle, artista e teorico, che propone la costruzione di mondi alternativi che “quando vengono condivisi con gli altri, nell’istante stesso in cui questi ultimi vedranno che noi li vediamo, collasseranno nel nostro mondo anti apocalittico”. Quella di Steyerl è un’operazione complessa, che prende in esame la tecnologia, il suo autoritarismo, l’Intelligenza Artificiale e le sue possibili applicazioni. Per giungere a una riflessione di ambito politico, ovvero un’analisi dell’attuale spinta a destra che coinvolge il mondo.  

Hito Steyerl, The Island, installation view a Osservatorio Fondazione Prada, Milano, 2025
Hito Steyerl, The Island, installation view a Osservatorio Fondazione Prada, Milano, 2025

Hito Steyerl e le ambiguità della tecnologia all’Osservatorio di Fondazione Prada 

La sua riflessione, anche attraverso le bolle presenti nell’installazione, che richiamano le bolle di filtraggio generate dagli algoritmi, è dedicata principalmente al ruolo sempre più pericoloso della tecnologia digitale applicata a vari ambiti, per esempio a quello bellico, che credevamo lontano dal nostro mondo e che nell’ultimo periodo, invece, ci coinvolge molto più di quanto non si possa credere. A detta dell’artista questo lavoro costituisce un momento importante della sua ricerca in seguito al quale molte cose muteranno, forse le sue prossime esplorazioni saranno nel mondo della luce e della musica. La sua analisi va a focalizzarsi anche sul concetto di verità, che è difficile possa sopravvivere, “alla luce degli attuali attacchi della politica contro la scienza e le istituzioni del diritto”. Le figure chiave di quanto ci viene presentato sono più di una, per esempio quella del chimico giapponese Osamu Shimomura, premio Nobel per avere identificato la sostanza bioluminescente delle meduse, che diviene uno strumento diagnostico fondamentale. Originario di Nagasaki è stato testimone dell’esplosione della bomba atomica. Lo spettatore, che qui si vuole quanto mai attivo, è chiamato a numerose riflessioni, ma anche a un confronto diretto con quanto viene proposto sul mutamento di stato e sulle diverse possibilità di trasformazione.  
 
Angela Madesani  

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Angela Madesani

Angela Madesani

Storica dell’arte e curatrice indipendente, è autrice, fra le altre cose, del volume “Le icone fluttuanti. Storia del cinema d’artista e della videoarte in Italia”, di “Storia della fotografia” per i tipi di Bruno Mondadori e di “Le intelligenze dell’arte”…

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