La multiforme attrice Tilda Swinton è in mostra ad Amsterdam
Già attrice di talento coinvolta nelle più grandi produzioni cinematografiche, Tilda Swinton è anche da tempo guardata attentamente dal mondo dell’arte e della moda. L’Eye Film Museum di Amsterdam le dedica una mostra fatta di abiti e di performance
Tilda Swinton Ongoing è un progetto poliedrico in scena all’Eye Film Museum di Amsterdam. Una narrazione fatta da una mostra, performance, film e talk che raccontano le collaborazioni artistiche con registi e autori visivi di una attrice straordinaria, musa anche di intere generazioni che vedono in lei l’immagine umana del futuro.
Le parole di Tilda Swinton
“Con l’onore di questo straordinario invito, Eye mi ha dato l’opportunità di riflettere sui meccanismi della mia pratica lavorativa negli ultimi quarant’anni. E di soffermarmi sul fondamento e sulla batteria, sempre presenti, delle strette collaborazioni che ho trovato fin dall’inizio e su cui continuo a fare affidamento ancora oggi”, dichiara Tilda Swinton.

Un ritratto di Tilda Swinton attraverso i suoi vestiti
In mostra, insieme al suo guardaroba, soprattutto opere e contributi video che tracciano la storia di una attrice iniziata con Derek Jarman poi con Pedro Almodovar, Jim Jarmush, Johanna Hogg, Apichatpong Weerasethakul e Luca Guadagnino, che espone anche una scultura ritratto di Swinton. Le foto di Tim Walker che anticipano la collaborazione performativa con Olivier Saillard: A Biographic Wardrobe, un guardaroba biografico. Abiti della sua collezione personale, costumi cinematografici, da red carpet e cimeli di famiglia allestiti in una costruzione minimale ma dinamica per una presentazione speciale che da scenografia scenica diventa mostra permanente dove gli abiti vivono di se stessi, senza manichini, come libri o documenti d’archivio nello stile Saillard.
La performance “A Biographic Wardrobe” di Tilda Swinton
Olivier Saillard, uno dei principali storici e curatori della moda francese, è stato responsabile della sezione moda del Musée des Arts Décoratifs di Parigi e direttore del Museo Galliera. La sua collaborazione con Tilda Swinton crea una visione nuova di narrazione archivistica attraverso la performance: l’abito, i suoi dettagli, la sua storia diventa sceneggiatura per creare una lettura che va oltre il valore del manufatto. Sono performance/mostre d’arte dal vivo come The Impossible Wardrobe al Palais de Tokyo (2012), con pezzi indossati da Maria Antonietta e Napoleone. Nella loro performance più cinematografica, Embodying Pasolini (2022-2025), Swinton indossa costumi tratti dai film di Pasolini. In Tilda Swinton Ongoing, il concetto performativo si evolve in una dimensione teatrale dove gli abiti di famiglia diventano il pretesto per una narrazione che va ben oltre l’analisi del capo. Una serie di “atti” attraversano la vita dell’attrice dalla giovinezza, dove la madre cerca di instillare femminilità a chi voleva essere come i suoi fratelli maschi, o l’incontro con Derek Jarman conosciuto per il film Caravaggio. Un legame fortissimo documentato dall’abito più emozionante di tutti, una maglia nera che avevano condiviso spesso e qui appare come la reliquia di una vita interiore. Emerge subito il concetto fondamentale dell’attitudine come elemento determinante nella vita di un abito: l’attitudine di chi indossa come dato immateriale difficile da scrivere per una schedatura tradizionale ma fondamentale per dare un valore all’abito, spiegabile qui con l’interpretazione performativa.
Abiti, famiglia e quotidianità
La postura del padre riempie abiti da caccia, cappotti e completi da gentleman come quella della madre, con abiti che ricordavano lo stile di Liz Taylor in Boom, dove anche il modo di fumare dà un’altra identità all’abito. La famiglia è raccontata attraverso maglie di lana, kilt, e scatole dove vengono archiviati colli di camicie, il primo abito indossato ma anche lettere e descrizioni. Un quotidiano straordinario con secoli di storia che diventa una lezione di costume storico ma anche di quello per lo spettacolo quando parla di un abito vintage e dà l’opportunità a Saillard di citare Adrien e la sua bravura nel saper creare lo stile di dive come Greta Garbo. Il costume del cinema, l’ironia sulla situazione da red carpet (uno tra i momenti più amabili della performance) l’importanza di collaborare con Sandy Powell (tra il pubblico ad Amsterdam) e Milena Canonero, ma ancora la famiglia come reference naturale: sua nonna che in cinque movimenti si incipriava e in tre ritoccava il rossetto sta nella sua interpretazione di Grand Budapest Hotel di Wes Anderson. Infine la moda, il legame con Chanel, gli abiti per i red carpet come le divise dei suoi antenati richiedono una attitudine rigorosa: i più amati come il primo corto nero e il primo realizzato per lei dall’amico Haider Ackerman. Ma alla fine vince il cappotto della collezione scozzese di Lagerfeld per Chanel perché è il punto di contatto tra la sua vita professionale e la vita vera: è più vicino al suo kilt che indossa a casa, dove i peli dei suoi cani diventano la documentazione reale e l’informazione necessaria per visualizzare questa attitudine vitale, tanto che Saillard stesso, quando lei in scena chiede se li toglierebbe per esporlo, lui dice di no.
Clara Tosi Pamphili
Amsterdam // fino all’8 febbraio 2026
Tilda Swinton Ongoing
EYE FILM MUSEUM
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