Michelangelo Pistoletto è alla Villa Reale di Monza con una grande mostra che dura un anno intero

Aperta per un anno intero, l'antologica dell'artistar del Terzo Paradiso si snoda nelle sale e nel parco della Reggia monzese, rinnovando un messaggio di pace e dialogo

Prosegue nello sforzo di usare l’arte come strumento di dialogo interreligioso e interculturale l’artistar Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933), che porta la sua ricerca alla Villa Reale di Monza  in una antologica curata dall’autore e accademico Francesco Monico. La mostra UR-RA – Unity of Religions – Responsibility of Art porta le opere di una figura centrale dell’arte povera, autore dei Quadri specchianti e di lavori iconici come La Venere degli stracci e il progetto de Il Terzo Paradiso, nelle sale e nel parco della Reggia monzese, progettata a fine Settecento da Giuseppe Piermarini per l’arciduca Ferdinando d’Asburgo (e oggi parte del circuito delle European Royal Residences).

Pistoletto alla Villa Reale di Monza

Promossa e prodotta dal Consorzio Villa Reale e Parco di Monza e Cittadellarte Fondazione Pistoletto, la mostra della durata di un anno (dal 31 ottobre 2025 al 31 ottobre 2026) è aperta dalle Bandiere delle religioni, che accompagnano i visitatori fino all’inizio del percorso espositivo vero e proprio nell’ottagonale atrio degli staffieri: qui vi sono La Pietra dell’infinito e Tavola interreligiosa per la pace preventiva, rielaborazione del Metro Cubo d’infinito, parte del gruppo degli Oggetti in meno realizzati tra il 1965 e il 1966. Nelle sale del primo piano nobile ci sono altri lavori emblematici, come Il Sacerdote, Tempio, Annunciazione, Le trombe del Giudizio, Tempio a Dondolo, La rotazione dello specchio, Il codice trinamico, Arco spirituale, e il percorso culmina nei giardini reali, che accolgono un nuovo Terzo Paradiso composto di cento panchine realizzate in materiale riciclato e riciclabile. Dalle prime opere su tela del 1957 fino agli ultimi lavori, la mostra – pensata appositamente per questi spazi e accompagnata da quattro convegni su medicina, finanza,  letteratura ed educazione in relazione alla spiritualità – dà voce all’impegno di Pistoletto nei confronti del concetto di Pace preventiva, secondo cui il ruolo dell’arte è centrale nella promozione di armonia, convivenza pacifica e comprensione reciproca tra diverse culture e religioni.

Pistoletto Monza Terzo Paradiso PH Marco Beck Peccoz
Pistoletto Monza Terzo Paradiso PH Marco Beck Peccoz

Michelangelo Pistoletto e l’apertura dell’arte al mondo

Alla fine dell’800, con l’avvento della fotografia, gli artisti hanno smesso di rappresentare la società sviluppando una autoanalisi dell’arte stessa fino a raggiungere la totale affermazione dell’autonomia individuale di ciascun artista. È così che nel mondo occidentale si è interrotta l’antica correlazione, corrispondenza e cooperazione tra arte e religione, producendo tra queste una profonda distanza esistenziale e l’artista, negli Anni ‘40 – ‘50, si è trovato in una totale solitudine”, spiega l’artista. “Personalmente nel 1961 sono giunto a trasformare la tela del mio autoritratto in superficie specchiante e ho superato il mio isolamento esistenziale aprendo l’opera alla partecipazione viva di tutto l’esistente che è finalmente apparso all’interno del quadro. Il mio autoritratto è diventato l’autoritratto del mondo e ogni persona è divenuta con me protagonista dell’opera. Le religioni sono ridivenute indispensabili per l’arte poiché essa adesso ricongiunge l’individuo al mondo. Infatti religione significa religare, cioè unire, connettere, collegare. Con UR-RA – Unity of Religions – Responsibility of Art ricolleghiamo i due mondi, arte e religione, per creare insieme un nuovo mondo”.

Pistoletto Monza La Pietra dell’Infinito, 1966-2025 PH Marco Beck Peccoz
Pistoletto Monza La Pietra dell’Infinito, 1966-2025 PH Marco Beck Peccoz

La spiritualità di Michelangelo Pistoletto secondo Francesco Monico

L’alba dell’umanità si apre con il fenomeno artistico: le mani impresse sulle pareti delle caverne del Paleolitico segnano l’affacciarsi dell’essere umano a una dimensione spirituale”, spiega il curatore Francesco Monico.In quel gesto primordiale non c’è solo sopravvivenza, ma il riconoscimento di una libertà interiore che da allora accompagna la nostra storia. UR-RA – Unity of Religions – Responsibility of Art raccoglie questa eredità e la rilancia: l’arte come territorio della libertà, spazio in cui la coscienza umana sperimenta. Con il maestro Michelangelo Pistoletto e con i rappresentanti delle grandi tradizioni religiose – Induismo, Ebraismo, Cristianesimo e Islam – abbiamo voluto proseguire quella riflessione antica, portandola nel presente. Così come alle origini l’arte ha dato forma allo spirituale, ancora oggi può essere ponte tra le differenze, luogo di confronto e di dialogo. Arte come radice di umanità, come responsabilità, come promessa di un pensiero condiviso e dialogante: solo questa è la condizione perché ci sia futuro, ovvero nuovi immaginari. Un futuro che può esistere solo perseguendo la Pace preventiva, necessaria e dovuta affinché dal confronto nasca un nuovo percorso, quello di cui il XXI Secolo ha urgente bisogno”. Uno degli obiettivi finali della mostra è, infatti, la firma della Carta di Monza per l’Interreligiosità, un documento finalizzato a consolidare la cooperazione tra induismo, buddismo, ebraismo, cristianesimo, islam e cultura laica.  

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