A Milano anche gli artisti riflettono sul tema dell’abitare. Nella nuova residenza di Fondazione Elpis

Le quattro ricerche, diverse per linguaggi e medium, si ritrovano nell’indagare la relazione fra corpo, spazio e memoria. Tutti, da diverse prospettive, interrogano ciò che resta invisibile o dimenticato tra macerie, odori, oggetti di scarto e forme rituali

C’è un punto in comune tra il progetto di residenza avviato da Fondazione Elpis a Milano da maggio 2025 e la rassegna Una Boccata d’Arte (che ne caratterizza per lo più l’attività dal 2020): la riflessione sui temi dello spopolamento, della gentrificazione e conseguente turistificazione, e la perdita di identità locale. Infatti, la volontà della fondazione “è quella di contestualizzare nella città di Milano questo approccio al territorio sviluppato e consolidato attraverso Una Boccata d’Arte per offrire un’interpretazione inedita della città, caratterizzata da un’accesa trasformazione, attraverso il caleidoscopio offerto dall’arte contemporanea”. Così sono stati selezionati quattro artisti (Ornella Cardillo, Giuseppe Lo Cascio, Natalya Marconini Falconer e Stella Rochetich) per la loro pratica orientata all’osservazione del territorio e delle sue dinamiche con l’obiettivo di confrontarsi sul più ampio tema dell’abitare.

La mostra collettiva “A te non resta che abitare questo desiderio”da Fondazione Elpis a Milano

La residenza, articolata in due cicli tra maggio e novembre 2025, ha fornito agli artisti una casa e uno studio dove poter lavorare, oltre a contatti con istituzioni, archivi e realtà locali utili per sostenere la loro ricerca. In occasione della mostra di restituzione A te non resta che abitare questo desiderio – a cura di Sofia Schubert e visitabile dal 13 novembre 2025 al 1° febbraio 2026 presso i nuovi spazi di Atelier Elpis a Milano –, gli artisti, diversi per linguaggi e medium utilizzati, si ritrovano nell’indagare la relazione tra corpo, spazio e memoria. Tutti, da diverse prospettive, interrogano ciò che resta invisibile o dimenticato tra macerie, odori, oggetti di scarto e forme rituali.

Ornella Cardillo e Giuseppe Lo Cascio tra ritualità e retorica del progresso

Per Ornella Cardillo, la città è un teatro in cui il tempo si stratifica. Le sue Feste Mobili, sculture di metallo e tessuto che si attivano attraverso la performance, parlano di antichi riti domestici. In queste, il gesto del vestire e svestire le sculture con i propri abiti diventa una forma di cura, un richiamo al fuoco di Vesta, simbolo di continuità e calore comunitario. Con Giuseppe Lo Cascio, invece, lo sguardo si sposta sulle ferite della città contemporanea. I suoi lavori nascono dalle macerie, dai rifiuti edili, da ciò che resta dietro la retorica del progresso. In Schedario N, un archivio che non si apre, e in Tool #4 Nigredo, una macchina che si muove senza scopo, Lo Cascio racconta l’illusione del cambiamento, l’eterna oscillazione tra costruzione e rovina.

Natalya Marconini Falconer e Stella Rochetich tra memoria industriale e olfatto

Natalya Marconini Falconer, poi, riporta in superficie una memoria industriale e migratoria, quella delle famiglie del Sud che negli Anni Cinquanta e Sessanta si trasferirono per lavorare nelle grandi fabbriche metalmeccaniche milanesi. Tra rame e cedro, bronzo e cartone, materiali industriali e naturali che diventano metafore di corpi usurati e di economie intrecciate, l’artista costruisce un paesaggio fatto di relitti produttivi e frammenti biografici. Infine, Stella Rochetich introduce il tema degli odori, in un orizzonte sensoriale e quasi impercettibile. Le sue installazioni, Some thirty inches from my nose / The frontier of my Person goes, disseminano minuscoli spioncini di rame sulle pareti della Fondazione, ognuno impregnato di molecole odorose che evocano la presenza umana. Rochetich affronta così il processo culturale che ha cercato di cancellare l’odore del corpo per sostituirlo con la neutralità dell’igiene moderna.

Caterina Angelucci

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Caterina Angelucci

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci (Urbino, 1995) è laureata in Lettere Moderne con specializzazione magistrale in Archeologia e Storia dell’arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Oltre a svolgere attività di curatela indipendente in Italia e all'estero, dal 2018 lavora come…

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