A Torino durante la settimana dell’arte apre un nuovo spazio espositivo. Una piattaforma editoriale diventa galleria
La nuova realtà, nata per volontà della piattaforma editoriale Chiaromonte, intende porsi come una riflessione sulla relazione tra oggetti quotidiani, spazio e percezione emotiva

Fondata nell’estate del 2025 da Francesco Tenaglia, Matteo Milaneschi e Achille Filipponi, Chiaromonte nasce come piattaforma editoriale dedicata alle relazioni tra arte contemporanea e cultura visiva, con un approccio trasversale che unisce critica, sperimentazione curatoriale e approfondimento teorico. In occasione della Torino Art Week 2025, la scultrice americana Nancy Lupo presenterà Final Closet, la mostra che segnerà l’apertura ufficiale dello spazio fisico di Chiaromonte in Via Barbaroux 5H, a Torino, e attesa per il prossimo 31 ottobre (fino al 20 dicembre).
La mostra di Nancy Lupo nello spazio espositivo di Chiaromonte a Torino
Nancy Lupo, attualmente residente a Berlino e docente alla Kunsthochschule Mainz, indaga attraverso la scultura i modi in cui emozioni e fantasie collettive si inscrivono nei materiali. La sua pratica artistica si muove tra ambiguità formale e disorientamento percettivo, elementi che diventano motori di tensione e possibilità. Le sue opere, spesso composte da oggetti comuni riorganizzati in configurazioni inedite, invitano il pubblico a riconsiderare la realtà materiale che ci circonda. Il progetto di Torino intende porsi come una riflessione sulla relazione tra oggetti quotidiani, spazio e percezione.








Lo spazio espositivo di Chiaromonte a Torino: gli obiettivi
Con l’apertura del suo spazio fisico a Torino, Chiaromonte si propone come un nuovo punto di riferimento per la ricerca artistica e culturale in Italia, offrendo uno sguardo indipendente e sofisticato sulle pratiche contemporanee. “Chiaromonte nasce dal desiderio di riportare al centro le idee e le pratiche degli artisti, come punto di partenza per conversazioni aperte ad altre discipline e pubblici diversi”, ci spiegano Francesco Tenaglia, Achille Filipponi e Matteo Milaneschi. “È un progetto giovane — i primi contributi sono usciti nell’estate del 2025 — che propone formati eterogenei, invitando gli artisti a sviluppare progetti e scritture capaci di aprire prospettive sulla loro ricerca. Tra i contenuti recenti: una conversazione tra l’artista visiva Jiajia Zhang e la scrittrice Aurelia Guo, e un testo di Dora Budor che si inscrive nella tradizione degli scritti d’artista. Il programma include anche materiali video, inaugurato con Crossing (2011) della pioniera newyorkese Barbara Ess”.
Chiaromonte nelle parole dei suoi fondatori
“Ci inseriamo nella ricca tradizione dell’editoria d’arte italiana, privilegiando però l’approfondimento alla cronaca“, spiegano ancora i fondatori. “Siamo consapevoli di come la diffusione dell’arte — attraverso la stampa di settore, oggi ricchissima per ampiezza e frequenza, e i social media — abbia trasformato il modo in cui la si fruisce. Pensiamo l’arte come parte integrante della cultura più ampia, a cui appartiene naturalmente”.
E sulla mostra Final Closet aggiungono: “Nancy ha trascorso del tempo in città, raccogliendo elementi in risonanza con la sua ricerca: le sue sculture esplorano la cultura materiale, il linguaggio e le forme emotive degli oggetti. La mostra – che integra scultura, video e suono – è stata concepita appositamente per lo spazio di Via Barbaroux. Seguiamo il suo lavoro da anni ed è un onore inaugurare con lei. L’idea è che lo spazio dia corpo alle conversazioni sviluppate sulla piattaforma, creando un passaggio naturale tra dimensione online e fisica”.
Valentina Muzi
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