Una mostra a Milano fa riflettere raccontando simbolicamente i cieli di Palestina
L’allestimento di Giovanni Gaggia dialoga con l’architettura della Casa della Memoria di Milano e in particolare con gli archivi verticali che custodiscono le testimonianze delle lotte per la libertà e la democrazia. E durante la mostra, questi, restano simbolicamente coperti
Prende avvio nel 2023 il progetto poetico e politico dell’artista Giovanni Gaggia presentato fino al 2 novembre 2025 presso la Casa della Memoria di Milano. In seguito all’attentato del 7 ottobre contro la popolazione israeliana, Gaggia, che stava lavorando alla mostra L’Oro Blu per Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024, trasforma una cornice vuota del Museo dei Bronzi Dorati di Pergola in un portale immaginario e simbolico verso Gaza. E da qui la domanda: “Com’è il cielo in Palestina?”, ricamata in arabo su un arazzo dalle donne della comunità di Pergola, dove vive l’artista.

Il progetto “Com’è il cielo in Palestina?” a Milano
Le prime risposte arrivano dalla Striscia di Gaza nel marzo 2024, dando origine a un secondo arazzo, presentato a Cremona a luglio 2025 in collaborazione con il collettivo Palestina Animada. Da quel momento il progetto si amplia, coinvolgendo comunità di varie città italiane: ogni gruppo ricama nuove frasi, testimonianze e pensieri provenienti dalla Palestina. Così, il lavoro cresce fino a diventare una grande installazione di diciotto metri dal titolo Com’è il cielo in Palestina?, a cura di Susanna Ravelli e con la direzione generale di Maria Fratelli.
La mostra “Com’è il cielo in Palestina?” di Giovanni Gaggia
L’allestimento dialoga con l’architettura dell’istituzione e in particolare con gli archivi verticali che custodiscono le testimonianze delle lotte per la libertà e la democrazia. Durante la mostra, questi, restano simbolicamente coperti: un gesto che intende denunciare il rischio di manipolare la memoria storica e, insieme, ricordare la fragilità delle democrazie contemporanee. “Giovanni Gaggia ha scelto di non tacere, di non restare a guardare attraverso una pratica artistica corale. Con uno sguardo poetico e gentile, ha dato anima alle risposte che arrivano da voci palestinesi, trasformando le loro parole in arazzi che brillano come vessilli di speranza, contro il frastuono di bombe e propaganda”, scrive Susanna Ravelli.
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Il progetto e la connessione con il Global Movement to Gaza
Infatti, Com’è il cielo in Palestina? nasce e si sviluppa come pratica collettiva e partecipata. Le frasi ricevute possono essere “adottate” e ricamate da chiunque, anche a distanza, rendendo il progetto un gesto diffuso di solidarietà. Così, questa dimensione corale ha portato il lavoro di Gaggia a connettersi con il Global Movement to Gaza e con iniziative come la Global Sumud Flotilla, che ha simbolicamente portato aiuti verso la Striscia tra l’estate e l’autunno di quest’anno. Dopo Milano, il progetto proseguirà il suo percorso in altre città italiane, tra cui Potenza, Catania, Savona, Pesaro, Jesi e Torino.
Caterina Angelucci
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