Nell’hotel più creativo e artistico di Venezia inaugura la mostra di un artista italiano da riscoprire
Protagonista del progetto espositivo che anima le stanze del The Venice Venice Hotel è Elio Mariani, artista che negli Anni Sessanta lavorò al fianco di Gianni Bertini e Mimmo Rotella. Le immagini

Nello storico Ca’ da Mosto a Venezia esiste un albergo dove arte contemporanea, artigianato e design condividono le stanze con i clienti. Si tratta del The Venice Venice Hotel dove la filosofia Postvenetian intende sfidare le esperienze convenzionali dell’ospitalità, celebrando il patrimonio della città attraverso un ricco programma culturale.
Sulla base di questa premessa prende forma Blackout, la mostra di Elio Mariani (Milano, 1943), uno degli artisti più innovativi del suo tempo, eppure il meno riconosciuto del Mec – Art (movimento artistico sviluppatosi in Francia e successivamente in Italia, nella seconda metà degli Anni Sessanta e sostenuto dal critico Pierre Restany), e visibile sino al 26 ottobre.

La mostra di Elio Mariani da The Venice Venice Hotel
Blackout presenta questa evoluzione all’interno dell’antico sotoportego (passaggio coperto) dell’hotel, un tempo passaggio mercantile che collegava mondi commerciali. La mostra dimostra come la riproduzione meccanica abbia sfidato i confini artistici tradizionali, rivelando nuove possibilità per l’espressione contemporanea. Parallelamente, Room 44 – Back to Light trasforma lo spazio di accoglienza in una dichiarazione artistica e offrire agli ospiti un incontro diretto con le tecniche di Mariani.
Chi è Elio Mariano
Nei rivoluzionari Anni ’60, lavorando al fianco di Pierre Restany, Gianni Bertini e Mimmo Rotella, Mariani sviluppò uno dei primi approcci sistematici in Italia all’emulsione fotografica su tela. Le sue innovazioni tecniche, parallele a simili sperimentazioni parigine, lo posero come figura cruciale quando Restany portò la Mec-Art a Milano con la storica mostra del 1966 alla Galleria Schwarz.
Elio Mariani: andare oltre le possibilità immediate della riproduzione meccanica
La sua opera passò dalle prime esplorazioni della cultura mediatica e dell’immaginario commerciale a indagini sulle relazioni umane, sul tempo e sulla memoria. Dove altri vedevano un limite nei processi meccanici, Mariani scoprì una liberazione: un mezzo per democratizzare l’arte e, allo stesso tempo, esplorare l’esistenza temporale.
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