Vicino a Firenze una storica azienda di caffè è anche museo e centro di formazione. Intervista a Lavinia Caini 

Inaugurata da La Marzocco, inconfondibile azienda fiorentina produttrice di macchine da caffè professionali, l’Accademia si trova a Pian di San Bartolo, nella storica sede aziendale

Si chiama Accademia del Caffè Espresso e rappresenta oggi uno dei luoghi più significativi per comprendere la cultura del caffè in chiave olistica e contemporanea. Inaugurata da La Marzocco, iconica azienda fiorentina produttrice di macchine da caffè professionali, l’Accademia si trova a Pian di San Bartolo, nella storica sede aziendale attiva dal 1961 al 2009, quando l’impresa decise di trasferire la produzione a Scarperia. Così, questa ex fabbrica è stata oggetto di un attento restauro conservativo, che ne ha preservato la struttura originaria, reinterpretandola attraverso un’estetica moderna e nuove soluzioni tecnologiche. Qui si producevano non solo macchine da espresso, ma anche arredamenti su misura per bar e locali, grazie alla falegnameria interna che firmava progetti a marchio “Bambibar”. Da questi spazi ha preso forma negli Anni Ottanta anche la collaborazione con Starbucks, che segnò l’inizio della diffusione globale delle macchine La Marzocco. Oggi l’Accademia si propone di riconoscere al caffè il ruolo di protagonista, raccontandone l’intero percorso: dalla piantagione alla tazzina. Attorno alla serra bioclimatica, che riproduce l’ambiente naturale del Centro e Sud America, si sviluppano percorsi immersivi e interattivi, esperienze sensoriali, corsi, mostre, collaborazioni accademiche e iniziative culturali che uniscono scienza, storia e innovazione. Ce lo racconta in questa intervista Lavinia Caini, Accademia Marketing and Communications Manager.

Intervista a Lavinia Caini di Accademia del Caffè Espresso

Qual è la storia della sede de La Marzocco e come questa contribuisce all’identità dell’Accademia?
L’attuale sede dell’Accademia del Caffè Espresso è l’edificio che dal 1961 al 2009 ha ospitato la fabbrica La Marzocco. Qui l’azienda passò dalla piccola officina nel quartiere delle Cure a Firenze ad una dimensione produttiva più “industriale”. Nel corpo centrale dello stabilimento c’era l’officina meccanica dove venivano realizzate le macchine da caffè espresso e in un’ala laterale una falegnameria che produceva arredi e banconi su misura per le caffetterie fiorentine. Da metà anni ’80 questa fabbrica divenne il cuore pulsante della produzione destinata a Starbucks, che in quegli anni scelse La Marzocco per i propri locali negli Stati Uniti e poi in tutto il mondo. Con il trasferimento della produzione a Scarperia, è maturata l’idea di trasformare un luogo così significativo per la storia aziendale in uno spazio dedicato a celebrare non solo l’identità di La Marzocco, ma anche la cultura e il valore del caffè come materia prima.

Come nasce il centro culturale e quale visione l’ha guidata sin dall’inizio?
Accademia del Caffè Espresso nasce con l’obiettivo di restituire al caffè il ruolo che merita: quello di protagonista. Se le macchine La Marzocco trasformano la materia prima, l’Accademia vuole raccontarne l’intero percorso nella filiera, dalla coltivazione fino all’estrazione. Il cuore del progetto è la serra bioclimatica, che riproduce l’ambiente tipico delle piantagioni del Centro e Sud America e intorno alla quale ruotano le diverse aree tematiche, dedicate alle esperienze offerte ai visitatori: insieme a visite, degustazioni e corsi, è possibile scoprire tutte le dimensioni – culturali, scientifiche e sensoriali – che concorrono alla creazione di un caffè di qualità.

Ci può raccontare qualcosa di più sul bar degli Anni ’60 ricostruito all’interno del museo? Com’è stato possibile reperire e restaurare gli elementi originali?
La falegnameria che affiancava l’officina meccanica produceva arredamenti a marchio “Bambibar”. Per chi voleva aprire una caffetteria a Firenze o rinnovare il proprio locale veniva offerta una soluzione quasi “chiavi in mano” che comprendeva oltre ai banconi anche le attrezzature e la macchina da espresso. Ma in archivio abbiamo anche disegni e progetti per panetterie, ristoranti e negozi d’abbigliamento. Il bar storico che ripropone il tipico bar degli anni ’60 è un autentico esemplare “Bambibar” grazie al ritrovamento di un bancone originale in un locale in provincia di Pistoia. Siamo riusciti a recuperarlo e restaurarlo e oggi insieme ad una macchina modello GS degli anni ’70 e ad arredi d’epoca, racconta come l’esperienza dell’espresso si sia sempre evoluta con la società e non sia mai rimasta immobile nel tempo.

Il percorso museale di Accademia del Caffè Espresso

Quanto è importante l’aspetto interattivo nel percorso museale?
L’interattività è centrale per l’esperienza in Accademia. Oltre alle visite guidate, il percorso può essere vissuto anche in autonomia, ed è quindi fondamentale che i contenuti sappiano coinvolgere e stimolare la curiosità. Per questo il museo integra diversi livelli di fruizione: video mapping, installazioni ASMR, ologrammi, oltre alla possibilità di esplorare il contenuto dei cassetti e delle bacheche interattive o approfondire attraverso contenuti raggiungibili grazie ai QR code. Strumenti pensati per rendere la visita stimolante e accessibile a un pubblico eterogeneo.

Come si sviluppano i progetti formativi con università e istituti professionali?
Accademia eredita il forte legame con le università e le scuole da La Marzocco, che ha sempre fatto ricerca sia sul caffè che sulle nuove tecnologie ed ha sempre ospitato studenti per diffondere la cultura del caffè. Oggi è possibile ampliare questa offerta a veri e propri corsi di formazione di ogni livello, perché la professione del barista possa essere valorizzata e sia più semplice approcciare un settore che richiede conoscenze non soltanto tecniche. Non è più sufficiente la pratica a far sì che un barista possa servire un caffè eccellente, è importante approfondire il tema delle origini, le diverse caratteristiche delle varietà di caffè, conoscere i processi di lavorazione. Infine, non solo i baristi, ma anche i consumatori finali stanno investendo sempre di più in caffè di origine etica, attribuendo maggiore valore sia alle attrezzature che alla conoscenza della preparazione. Accademia è una piattaforma che si propone di comunicare il caffè in una prospettiva olistica, a 360 gradi.

Quali sono i vostri obiettivi per i prossimi anni? Ci sono nuovi progetti o collaborazioni in arrivo?
Uno dei progetti più significativi su cui stiamo lavorando è il percorso espositivo “Coffee Migrant Migrant Coffee”, inaugurato a fine 2023 con un primo capitolo dedicato al Brasile. La mostra esplora il legame tra l’emigrazione italiana verso il Brasile, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, e lo sviluppo della caffeicoltura brasiliana. Un intreccio di storie in cui le stesse navi che trasportavano i migranti italiani verso il Sud America tornavano in patria cariche di caffè brasiliano. Una narrazione di pionieri coraggiosi che hanno contribuito a plasmare per sempre il destino dell’industria del caffè. Dal lavoro di ricerca per questa mostra è emersa una quantità di materiali superiore alle attese. Per questo, oltre ai due capitoli successivi del percorso espositivo – che verranno realizzati nei prossimi anni – è nato anche il documentario “The Rise of Espresso”, che racconta la migrazione italiana nel secondo dopoguerra e il ruolo degli italiani nel trasformare il rito dell’espresso in un fenomeno globale.

Caterina Angelucci

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Caterina Angelucci

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci (Urbino, 1995) è laureata in Lettere Moderne con specializzazione magistrale in Archeologia e Storia dell’arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Oltre a svolgere attività di curatela indipendente in Italia e all'estero, dal 2018 lavora come…

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