Ecco chi era Cloti Ricciardi, l’artista attivista fondatrice della Casa delle Donne  

Figura fondamentale per l’arte italiana degli Anni Settanta, Cloti Ricciardi è stata una artista radicale, ricercatrice assidua, femminista storica coraggiosa da sempre rivolta alla difesa dei diritti e alla sorellanza. Ricciardi è appena morta a Roma

Cloti Ricciardi (Roma, 1939 – 2025), figura fondamentale per l’arte italiana degli Anni ’70, ci ha lasciato da pochi giorni. “Artista radicale, ricercatrice assidua, femminista storica coraggiosa in tempi durissimi, da sempre rivolta alla difesa dei diritti e alla sorellanza“, scrive Barbara Martusciello (che segue l’Archivio Cloti Ricciardi insieme alla sorella Mariolina Ricciardi), nell’annunciare la scomparsa di Cloti.  

Chi era Cloti Ricciardi 

Il suo avvio è con il Gruppo di Piazza del Popolo, che si riuniva intorno alla galleria di Plinio De Martiis. Artista di grande rigore e determinazione, intraprende una ricerca che rappresenta una sorta di attivismo trasversale. Si impone fin dagli inizi degli Anni ’60 in un sistema artistico impostato sulla predominanza maschile. Soprattutto il mondo della scultura, che l’artista abbraccia con decisione, sembra precluso alle donne. Lei è determinata. Dopo un iniziale approccio alla pittura, Cloti si concentra sulla costruzione di forme nello spazio. E nonostante la sua figura sia esile e minuta, inizia a sperimentare ampie installazioni con materiali ‘duri’: ferro, cemento, vetro, acciaio. Tra le poche donne scultrici dell’epoca, Cloti amplia la propria ricerca e si dedica con passione alle teorie e pratiche femministe. Diventa co-fondatrice del movimento femminista italiano di Carla Lonzi, insieme a Carla Accardi. Partecipa a manifestazioni pubbliche, collabora assiduamente al periodo Effe, è tra le fondatrici della Casa delle Donne di Roma.  

Cloti Ricciardi
Cloti Ricciardi

Cloti Ricciardi: il ricordo di Claudia Zanfi 

Ho avuto la gioia di collaborare per oltre 25 anni con Cloti Ricciardi. Artista poliedrica, impegnata, sincera. Ogni mio viaggio a Roma prevedeva una sosta nel suo studio, con profonde disquisizioni sul significato di creatività, impegno civile, sull’essere donne nel mondo dell’arte. Il tutto accompagnato da lunghe bevute di caffè e dalle sue risate roche (risultato di una grande fumatrice). Poi si finiva sempre col visitare insieme le ultime mostre in corso a Roma. Attenta al contemporaneo, ma con una profonda conoscenza della storia, soprattutto quella della sua amatissima città, Cloti ridisegna le mappe di Roma in maniera del tutto originale“. 

Cloti Ricciardi a Roma 

Nel 1972 si tiene a Roma a Palazzo Taverna la rassegna Mappa ’72, a cura di Achille Bonito Oliva. Ogni giorno è dedicato ad un artista. Cloti Ricciardi è tra gli autori invitati a presentare un lavoro. Invece di un’opera, l’artista decide di invitare le compagne del suo collettivo femminista a tenere la loro riunione nel luogo della mostra, escludendo l’ingresso agli uomini. Si tratta di una delle prime esperienze di azione politica e sociale dal basso, un intervento che afferma fortemente una differenza. Il riparo incondizionato dell’arte, luogo sicuro e protetto, si trasforma in piattaforma incerta, destabilizzante l’ordine e la sicurezza. Il sesso maschile diventa bersaglio, se non addirittura potenziale ostaggio, conseguenza necessaria di una radicale trasformazione culturale in atto. 

Poi la ridefinizione della Mappa del Bufalini, prima rappresentazione cartografica moderna di Roma. Forma urbis, sequenza sincronica degli inizi anni ’80, segna il nuovo percorso di Cloti Ricciardi. L’opera, su grandi lastre di vetro, scardina il concetto spazio-temporale superando il disegno stesso della mappa. Nodo centrale della sua ricerca, quest’opera sarà l’origine del concetto di ‘anomia’, filo conduttore di tutto il lavoro degli anni seguenti. 

Cloti Ricciardi e il femminismo 

Tra le varie mostre personali che ho curato per Cloti Ricciardi (Galleria Civica Modena; Istituto Italiano di Cultura Londra; Galleria Area Brescia), l’ultima nel 2023 è in occasione del Festival Filosofia di Modena. L’allestimento – disegnato appositamente dalla Fondazione de Mitri  – presenta una lettura inedita dell’opera Alfabeta del 1975. Dedicata alle compagne del movimento femminista romano e a tutte le donne, l’opera è una sorta di intelligente e pungente collage di immagini e di parole. “Immagini da cui ricominciare a inventare nuove parole. Parole da cancellare e sostituire”, è l’incipit scritto da Cloti. Alfabeta è una ‘lettera d’amore’ verso tutte le donne e verso la loro determinazione. Mancherai moltissimo Cloti. Autrice coraggiosa, hai affrontato arte, vita e attivismo con un piglio forte e innovativo. Il tuo esempio sarà di riferimento per molte artiste e per generazioni future.  

Claudia Zanfi 

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Claudia Zanfi

Claudia Zanfi

Claudia Zanfi, promotrice culturale e appassionata di giardini, collabora con istituzioni pubbliche e private su progetti dedicati ad arte, società, paesaggio. Nel 2001 fonda il programma internazionale GREEN ISLAND per la valorizzazione dello spazio pubblico e delle nuove ecologie urbane.…

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