Una “Donna di Quadri”. Un ricordo sulla gallerista Luisa Laureati 

Con la sua Galleria dell’Oca a Roma, Luisa Laureati ha fatto la storia. Il critico d’arte e amico Ludovico Pratesi la ricorda a pochi giorni dalla sua morte, avvenuta il 4 agosto scorso

Te ne sei andata in silenzio, con discrezione. Minuta, attenta, sempre elegante ma mai vistosa, lo sguardo vivo e curioso di chi sceglie la cultura come modus vivendi, Luisa Laureati (Dire Daua, 1939 – Roma, 2025) aveva vissuto l’epoca d’oro di Roma, frequentata e conosciuta attraverso gli interessi del padre Lando, commissario di polizia e appassionato d’arte che la portava da ragazzina nei musei, nelle gallerie e negli studi di artisti come Corrado Cagli, Renato Guttuso e Alberto Burri.  

Luisa Laureati: gli inizi 

Così a vent’anni Luisa si ritrova a fare la segretaria nella galleria L’Attico di Bruno Sargentini, e nel frattempo tra le braccia di Franco Angeli, prima compagno e poi amico di tutta la vita. Comincia la Dolce Vita in una Roma internazionale e cosmopolita dove artisti e scrittori si incontrano per strada, senza bisogno di darsi appuntamento. Luisa conosce tutti, da Pier Paolo Pasolini a Elsa Morante, da Cesare Garboli a Luigi Ontani, da Jannis Kounellis a Pino Pascali fino a Sebastian Matta, e poi Mario Schifano, Alberto Moravia, Giulio Carlo Argan, Giosetta Fioroni.  

La nascita della Galleria dell’Oca 

Nel 1965 apre una libreria in Via dell’Oca, nel cuore del Tridente dove dal Seicento vivono e lavorano gli artisti, a pochi passi dall’Accademia di Belle Arti di Via Ripetta e soprattutto dal Caffè Rosati. “Succedeva tutto intorno a piazza del Popolo” ha scritto Paola Pitagora nel suo Fiato d’artista (Sellerio) allora compagna dell’artista Renato Mambor. Luisa è nel vortice, insieme testimone e protagonista del clima felice degli Anni Sessanta; due anni dopo trasforma la libreria in galleria, e inizia a vendere opere d’arte e a promuovere i suoi veri compagni di strada, gli artisti. Una “Donna di Quadri” che nel 1974 sposa lo storico dell’arte Giuliano Briganti, esperto di manierismo, e lo porta a conoscere il contemporaneo, a scrivere e appassionarsi di Giulio Paolini, Jannis Kounellis e Luigi Ontani. Insieme animano il grande appartamento a Via della Mercede, nel palazzo dove aveva abitato Gian Lorenzo Bernini.  

Mario Merz, Fibonacci e Vento preistorico dalle montagne gelate; Alberto Savinio, Sodome; nella foto si riconoscono Luisa Laureati, Giuseppe Salvatori e Felice Levini. Foto Archivio Luisa Laureati Briganti, 1978
Mario Merz, Fibonacci e Vento preistorico dalle montagne gelate; Alberto Savinio, Sodome; nella foto si riconoscono Luisa Laureati, Giuseppe Salvatori e Felice Levini. Foto Archivio Luisa Laureati Briganti, 1978

La home gallery di Luisa Laureati a Roma 

Nei primi Anni Novanta conosco Luisa, in quella casa dove ogni quadro alle pareti aveva una storia, che raccontava con generosità, senza mai risparmiarsi. Poi Briganti muore, ma la storia di Luisa continua, fino a trasformare parte della sua casa in una home gallery, dove presenta mostre di amici come Nunzio e Eliseo Mattiacci: sempre opere scelte con cura, un’attenzione ossessiva alla qualità, un fiuto innato per il capolavoro. E i capolavori di Luisa finiscono nelle grandi collezioni pubbliche e private italiane, a cominciare da quella di Claudio Cavazza a Roma – allora proprietario della Sigma-Tau, e di Francesco Merloni a Fabriano, presidente del gruppo Ariston. Pochi anni fa Luisa cambia casa, si sposta a Palazzo Costaguti. Sempre un palazzo nobiliare, a lei piaceva il contrasto tra gli affreschi e i sacchi di carbone. Cominciamo a vederci con più frequenza, sia a Roma che a Salve, in Salento, dove Luisa vive in una labirintica casa progettata dal suo ultimo compagno, l’architetto Salvatore Dierna, detto Tato.  

Gli incontri e gli incroci di Luisa Laureati 

Ospite di Luisa, passo le giornate a leggere e a scrivere in una piscina rettangolare, dove le rondini si abbeverano in volo, e incontro Luisa a pranzo e a cena. Mi racconta la sua vita, le sue passioni, i mille aneddoti sugli amici artisti e intellettuali, che finiscono in un’intervista su Exibart .“Perché mi vuoi intervistare? Io non sono nessuno” mi diceva con un’espressione incredula. Federico Zeri, Cy Twombly, Goffredo Parise, Marina Lante, Palma Bucarelli, Joseph Rykwert, Sandro Penna, Giancarlo Pediconi: erano loro i protagonisti di storie, aneddoti, litigi, amori, libri, mostre, cene, viaggi. Molto affetto per gli amici più vicini: Giulio Paolini, sempre ospitato quando era a Roma, così come Salvatore Settis e Giovanni Agosti, Luigi Ontani che la chiamava “Donna Luisa”, Daniela Lancioni e Gianni Dessì, Marco Tirelli, Enzo Cucchi, Gregorio Botta, Nunzio ed Ester Coen e tanti altri. Parole splendide per le amiche più strette, come Domietta Ercolani, Rosellina Archinto, Livia Aldobrandini. Senza dimenticare la famiglia: in primis la sorella Laura e il suo compagno Marco, poi i figli di Briganti Guido, Caterina e Barbara, infine la fedele Ala, che le è stata vicina fino all’ultimo istante, insieme alla sua collaboratrice Giulia Lotti. Con Luisa se ne va un pezzo di quel clima felice di molti anni fa, quando Roma era un mondo dove la cultura faceva parte di un quotidiano vissuto con naturalezza e semplicità, tra un aperitivo da Rosati e un pranzo alla trattoria Menghi. E tanta, tanta vita, che sapeva raccontare in maniera diretta, senza finzioni. Ciao Luisa, ci mancherai. 

Ludovico Pratesi 

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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