I vent’anni del museo MAC VAL. Un racconto dell’arte contemporanea francese
Inaugurato nel maggio del 2005 a Val – de – Marne, il museo dedica una mostra alla sua collezione, frutto di oltre quarant'anni di acquisizioni per valorizzare l’arte francese dal secondo dopoguerra a oggi
 
                            È il primo museo interamente dedicato alla scena artistica francese dagli Anni Cinquanta a oggi il MAC VAL di Val – de Marne, in Francia. 
Dopo la creazione del Fond Départmental d’Art Contemporain nel 1982, il progetto museale ha progressivamente preso forma per un periodo di quasi quindici anni. Nel 1999, il Conseil Artistique des Musées ha approvato la collezione e il progetto scientifico e culturale è stato accettato dalla Direction des Musées de France.
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                    La storia del museo MAC VAL
Questo progetto è stato portato avanti dal Conseil Départemental du Val-de-Marne, dal suo presidente Michel Germa, (1984-2001) e dal suo successore Christian Favier, sulla base della convinzione che sostenere la creazione artistica, con particolare attenzione alla mediazione culturale, contribuisce al benessere individuale, alla comprensione degli altri, al rispetto reciproco e alla coesione sociale. E le diverse attività del museo incarnano oggi questa visione umanitaria della cultura. La collezione del museo conta duemila opere d’arte, tra cui spiccano i nomi di Christian Boltanski, Bruno Perramant, Claude Closky, Gina Pane, Annette Messager e Pierre Huyghe e molti altri, a cui si affiancano anche artisti emergenti, avvalorando l’obiettivo di promuovere la creazione contemporanea.
In occasione dei festeggiamenti per i suoi primi vent’anni, il museo ha deciso di dedicare una mostra alla propria collezione dal titolo Le genre idéal, a cura di Yuan – Chin Cheng, Anais Linares e Margaut Segui (e visibile sino a gennaio 2026). 
La mostra “Le genre idéal” al MAC VAL di Val-de-Marne in Francia
L’esposizione è dedicata alla gerarchia dei generi e trae ispirazione dalla nozione proposta dallo storico dell’arte André Félibien nel 1667 nella prefazione alle sue Conférences de l’Académie Royale de peinture et de sculpture, dove si stabiliva una classificazione per la pittura accademica stabilendo l’idea di generi e sottogeneri nobili.
Così, la mostra Le genre idéal si propone di offrire uno sguardo approfondito su ciascuno dei cinque generi: natura morta, paesaggio, scena di genere, ritratto e pittura storica.

Crediamo davvero nei principi di equivalenza?
“In un momento di innegabile cambiamento sociale, perché dovremmo aggrapparci alle vecchie classificazioni dell’arte?”, si chiede Nicolas Surlapierre, direttore del MAC VAL. 
“Non è possibile trovare un altro modo di classificare? Crediamo davvero nei principi di equivalenza? Alla fine, forse si desidera riscoprire soggetti inviolabili che saranno trattati in modo diverso ad aggiungere sfumature alla presunta natura iconoclasta dell’arte contemporanea?”.  

“Le genre idéal” al MAC VAL: gli artisti
A contraddistinguere la collezione del MAC VAL sono opere d’arte contemporanea francesi realizzate, a partire dagli Anni Cinquanta, da: Mathieu Kleyebe Abonnc, Boris Achour, Etel Adnan, Roy Adzak, Dove Allouche, Pierre Ardouvin, Bianca Argimón, Arman, Étienne Armandon, François Arnal, Kader Attia, Bertille Bak, Gilles Barbier, Éric Baudart, Valérie Belin, Frédéric Benrath, Julien Berthier, Amélie Bertrand, Étienne Bossut, Halida Boughriet, Anne Brégeaut, Brognon Rollin, Elina Brotherus, Mark Brusse, Alain Bublex, Pierre Buraglio, Damien Cabanes, Ali Cherri, Claude Closky, Philippe Cognée, Pascale Consigny, Pascal Convert, François-Xavier Courr, Olivier Debré, Anne Deguelle e Benjamin Demeyere, per citarne solo alcuni.
Valentina Muzi 
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