Un’opera d’arte nello stabilimento industriale. Succede nell’impianto di un’azienda italiana in Polonia
Collocata su una piattaforma sospesa che domina l’area produttiva, Inhalatorium di Cezary Poniatowski si presenta come un paesaggio scultoreo sospeso tra il fantastico e il funzionale. Una figura enigmatica, elementi che ricordano una fontana, vegetazione e materiali industriali riassemblati in nuove forme
Veduta dell’installazione presso Elica Group Polska, Premio Ermanno Casoli XXIII, a cura di Jakub Gawkowski e Marcello Smarrelli. Foto: Alicja Kielan. Courtesy Fondazione Ermanno Casoli
Nello stabilimento Elica Group Polska, a Jelcz-Laskowice, in Polonia, un’insolita presenza interrompe la regolarità dello spazio industriale. Si tratta di Inhalatorium, l’installazione site-specific dell’artistaCezary Poniatowski, realizzata per la XXIII edizione del Premio Ermanno Casoli, a cura di Jakub Gawkowski e Marcello Smarrelli.
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L’installazione dell’artista Cezary Poniatowski da Elica Group Polska
Collocata su una piattaforma sospesa che domina l’area produttiva, Inhalatorium si presenta come un paesaggio scultoreo sospeso tra il fantastico e il funzionale. Una figura enigmatica, tra elementi che ricordano una fontana, della vegetazione e materiali industriali riassemblati in nuove forme: tutto contribuisce a creare uno spazio che oscilla tra una scenografia metafisica e un luogo terapeutico. La fabbrica, così, si apre alla dimensione dell’immaginazione.
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L’arte di Cezary Poniatowski
L’opera si inserisce nella linea della ricerca che Poniatowski porta avanti da anni sul rapporto tra l’uomo, l’ambiente costruito e la materia. Qui, l’artista plasma materiali industriali comuni in forme ibride, ambigue, che rifuggono ogni univoca lettura. L’effetto è quello di uno straniamento poetico: un’installazione che invita a sospendere lo sguardo operativo e produttivo per abbracciare quello contemplativo, sensoriale e relazionale.
Cezary Poniatowski e i sanatori polacchi
Ma Inhalatorium è anche un dispositivo di riflessione sul respiro, concetto che l’artista declina in senso ampio: da fenomeno fisiologico a elemento ambientale, da strumento terapeutico a metafora politica. In questo spazio, l’aria non è solo un fluido da incanalare, ma una presenza viva che unisce corpi, macchine e tecnologie. Non è un caso che l’opera si ispiri alle architetture dei sanatori e delle strutture inalatorie polacche, come i tężnie, imponenti strutture in legno che saturano l’aria di sali minerali. Quei luoghi, nati per curare attraverso la respirazione, rivivono in chiave contemporanea grazie a Poniatowski, che recupera la loro estetica e ne reinterpreta la funzione in un contesto industriale. Il titolo stesso, Inhalatorium, evoca quegli ambienti artificiali o naturali pensati per favorire una rigenerazione atmosferica. Un richiamo che trova un’eco concreta nelle tecnologie avanzate sviluppate da Elica per la gestione dell’aria: un ponte tra passato e futuro, tra l’ingegneria della ventilazione e l’arte come esperienza di cura e consapevolezza.
Veduta dell’installazione presso Elica Group Polska, Premio Ermanno Casoli XXIII, a cura di Jakub Gawkowski e Marcello Smarrelli. Foto: Alicja Kielan. Courtesy Fondazione Ermanno Casoli
Cezary Poniatowski tra arte e industria
In questo senso, Inhalatorium rievoca esperienze storiche di collaborazione tra arte e industria, come la Biennale delle Forme Spaziali di Elbląg (1965–1973) o il Symposium of Artists and Scientists di Puławy (1966), che negli Anni Sessanta e Settanta in Polonia aprivano la fabbrica all’intervento creativo collettivo: “Il progetto ideato da Poniatowski per la comunità di Elica Group Polska si basa su una convinzione centrale nella missione della Fondazione: utilizzare l’arte contemporanea come strumento educativo e metodologico capace di migliorare l’ambiente di lavoro, innescando processi innovativi. Inhalatorium non è un semplice oggetto da contemplare, ma un dispositivo che ridefinisce la dimensione sociale dell’azienda, rafforzando il senso di appartenenza e la connessione tra le persone. Negli anni abbiamo realizzato interventi analoghi anche in altri stabilimenti del gruppo Elica e di altre grandi multinazionali, facendo agire l’arte come attivatore di dialogo, confronto e riflessione. La nuova installazione si inserisce a pieno titolo in questo percorso, rinforzando la visione internazionale di Elica e il suo modo unico di promuovere l’arte con il suo potenziale trasformativo a beneficio delle comunità coinvolte”, spiega Marcello Smarrelli, Direttore Artistico della Fondazione Ermanno Casoli.
L’opera è visitabile su appuntamento con prenotazione scrivendo a [email protected]
Redazione
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