La celebre signora Maffi di Umberto Boccioni entra nella collezione della Pinacoteca del Divisionismo a Tortona

Realizzato nel 1909 il dipinto non solo documenta una fase cruciale della carriera dell’artista, dal divisionismo ai primi fermenti espressionisti e futuristi, ma porta con se’ una storia che intreccia arte e ricerca scientifica

La figura imponente di Adalgisa Maffi, ritratta da Boccioni in una posa libera e fuori dai canoni del tempo, emerge da un interno sobrio attraverso una sapiente orchestrazione luministica. Nulla è lasciato al caso: la pennellata spezzata, retaggio del divisionismo, è già carica di quella tensione dinamica che sfocerà nel futurismo. La signora Maffi è una dichiarazione di forza e individualità femminile, ritratta da un artista nel pieno della sua ricerca. Ma è il contesto che circonda l’arrivo di quest’opera a Tortona a renderla ancora più significativa.

Adalgisa Maffi di Umberto Boccioni: la donazione

Realizzata nel 1909, proviene dalla collezione del prof. Giuseppe Mattioli che l’ha destinata all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, dove ha rappresentato un importante sostegno alla ricerca scientifica. Grazie a una recente donazione, l’opera è entrata a far parte della collezione permanente della Pinacoteca, segnando l’inizio di una collaborazione virtuosa: i proventi della cessione andranno infatti a finanziare progetti di ricerca oncologica, mentre una borsa triennale sosterrà la formazione di un giovane ricercatore.

Umberto Boccioni, La Signora Maffi. Una maestra di scena, 1909
Umberto Boccioni, La Signora Maffi. Una maestra di scena, 1909

Adalgisa Maffi di Umberto Boccioni alla Pinacoteca del Divisionismo

L’ingresso nella collezione della Fondazione C.R. Tortona permette alla Pinacoteca Divisionismo di documentare in maniera ancora più approfondita le influenze della tecnica pittorica divisa sui protagonisti della rivoluzione Futurista. Il fortuito incontro artistico con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri ha dato vita ad una preziosa collaborazione pluriennale per il fondamentale sostegno alla ricerca scientifica”, dichiara Pier Luigi Rognoni, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, a cui si aggiunge il Prof. Giuseppe Remuzzi, Direttore Istituto Mario Negri: “Siamo profondamente grati alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Tortona per questa importante donazione che unisce il valore dell’arte al sostegno concreto della ricerca scientifica. Investire nella ricerca e nei giovani talenti significa costruire il futuro: significa credere nella conoscenza come motore di progresso e nella formazione come chiave per affrontare le sfide di domani. Il sostegno della Fondazione non è soltanto un aiuto concreto, ma anche un forte segnale di fiducia nei confronti della scienza e delle nuove generazioni”.

Adalgisa Maffi di Umberto Boccioni: chi era

Ma il valore simbolico del ritratto di Adalgisa Maffi si arricchisce anche della sua biografia. Figura carismatica della Milano di inizio secolo, Maffi fu un punto di riferimento per generazioni di cantanti lirici e attori. Fondatrice di una scuola di recitazione e dizione, si firmava “Professoressa”, appellativo che sottolinea il suo ruolo professionale e sociale in un’epoca in cui l’indipendenza femminile era tutt’altro che scontata. Alcuni studi recenti suggeriscono anche un legame personale con Boccioni, il che conferisce al ritratto un ulteriore livello di lettura. La sua postura libera, forse senza corsetto, ne fa una figura moderna, padrona della propria identità. La signora Maffi ha vissuto anche una lunga e travagliata vicenda collezionistica. Dopo la morte di Boccioni nel 1916, passa alla madre dell’artista e successivamente all’imprenditore Enrico Bachi. Durante il regime fascista e le persecuzioni razziali, l’opera viene probabilmente nascosta per evitare la confisca insieme ad altri beni della famiglia Bachi. È solo dopo la guerra che il dipinto torna alla luce e attraversa diversi passaggi di mano fino all’approdo finale al Mario Negri, e ora, alla Pinacoteca di Tortona.

Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il cammino dei lavoratori, 1898-1899
Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il cammino dei lavoratori, 1898-1899

La collezione della Pinacoteca del Divisionismo a Tortona

L’arrivo della Maestra di scena va a dialogare con un altro importante recente acquisto del museo: Il cammino dei Lavoratori di Pellizza da Volpedo, studio preparatorio de Il Quarto Stato. Così, due opere diversissime per tecnica e soggetto, ma entrambe testimonianza della tensione morale e civile che attraversava l’Italia a cavallo dei due secoli, entrano a far parte delle Pinacoteca del Divisionismo (che ospita oggi ben 145 opere), insieme a nomi tra cui Segantini, Previati, Morbelli, Longoni e Balla.

Caterina Angelucci

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Caterina Angelucci

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci (Urbino, 1995). Laureata in Lettere Moderne con specializzazione magistrale in Archeologia e Storia dell’arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2018 al 2023 si è occupata per ArtsLife di contenuti e approfondimenti per la sezione…

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