Genere, sessualità e vita domestica. La mostra di Anthea Hamilton a Roma

È Fondazione Memmo a ospitare la prima mostra istituzionale nella Capitale dell'artista afro-britannica. Il progetto riunisce installazioni, sculture e fotografie per ricostruire i codici visivi della cultura dominante e renderli fluidi

Già finalista al Turner Prize del 2016 e scelta dalle Duveen Galleries della Tate nel 2017 per un intervento nel loro spazi, Anthea Hamilton (Londra, 1978) debutta a Roma con Soft You, la prima mostra istituzionale nella Capitale ospitata negli spazi di Fondazione Memmo (e visibile sino al 2 novembre). Curato da Alessio Antoniolli, il progetto espositivo indaga una realtà in cui i ruoli di genere, la sessualità, la vita domestica e le diverse tradizioni culturali vengono decostruite per dare una nuova narrazione fluida e in continua evoluzione. 

La mostra di Anthea Hamilton da Fondazione Memmo a Roma

Il cui titolo Soft You è preso in prestito dall’ultimo monologo di Otello in Shakespeare, e ridefinisce i tre punti cardine della ricerca di Hamilton: il protagonista shakespeariano, la città di Roma e la pratica stessa dell’artista. A partire da Othello: A Play, la stage performance realizzata nel 2024 in collaborazione con Delphine Gaborit per il centro artistico De Singel (Anversa), la mostra espande ulteriormente le possibilità performative della ricerca scultorea e installativa di Hamilton.

Ne è un esempio la rivisitazione delle legs – elemento ricorrente nei suoi primi lavori – che viene declinato in scultura (o come elemento decorativo) trasformandolo in un fregio in dialogo con la città.

Anthea Hamilton, Soft You, Installation view, Fondazione Memmo, Roma © Daniele Molajoli
Anthea Hamilton, Soft You, Installation view, Fondazione Memmo, Roma © Daniele Molajoli

Shakespeare e Roma: i pilastri della ricerca di Anthea Hamilton 

Pur attingendo da fonti autobiografiche, il lavoro di Anthea Hamilton intreccia motivi visivi e culturali per superare l’esperienza individuale e confrontarsi con narrazioni e memorie collettive. Non solo, per l’artista Shakespeare e Roma  sono dei ‘pilastri culturali’, i quali si presentano come archetipi iconici capaci di trascendere le epoche storiche.

Anthea Hamilton e la collaborazione con Alice Rivalta per la mostra a Roma

Infine, Soft You include una collaborazione con la restauratrice romana Alice Rivalta per un mosaico realizzato con latecnica Rankaku, antico metodo giapponese di intarsio che utilizza gusci d’uovo di quaglia per decorare gioielli e piccoli oggetti preziosi. Hamilton applica questa tecnica a uno scrittoio, legato con una corda Shibari e progettato in collaborazione con Pietroarco Franchetti.

Anthea Hamilton, Soft You, Installation view, Fondazione Memmo, Roma © Daniele Molajoli
Anthea Hamilton, Soft You, Installation view, Fondazione Memmo, Roma © Daniele Molajoli

Anthea Hamilton a Roma: un’esperienza monastica

“Abbiamo prodotto e completato tutte le opere in loco, è stata un’esperienza molto monastica, ero completamente concentrata sul lavoro pratico per la mostra“, racconta ad Artribune l’artista Anthea Hamilton.In questa visita non ho visto nessuno dei luoghi simbolo, Roma è epica – lo so io, lo sanno i secoli della città. Avevo la sensazione che anche solo uno sguardo potesse travolgermi al punto da rendere impossibile portare a termine la mostra. Penso alla storia di Michelangelo – o era Leonardo? – che correva per la città inseguendo la bellezza. Ho voluto instaurare un dialogo parallelo con la città, in continuità con i miei studi precedenti fatti nelle biblioteche di Londra durante gli anni universitari, piuttosto che immergermi nel caos delle strade contemporanee. Piuttosto che andare in giro per la città, le collaborazioni con gli artigiani hanno portato la cultura romana contemporanea all’interno del processo“.

Valentina Muzi 

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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