La grande artista Barbara Kruger in Ucraina con un progetto d’arte pubblica sui vagoni di un treno

La grande artista americana approda in un teatro di guerra con un’importante commissione per le ferrovie. Un’opera simbolica, asciutta e diretta, come nel suo stile, ma anche piena di commozione. Un lavoro sul tempo e sulla vita da preservare

Dello spazio pubblico ha fatto il suo campo d’azione e la sua ispirazione. Nell’innesto sottile, disturbante, tra i linguaggi della grafica pubblicitaria, della scrittura e dell’arte visiva, ha trovato un territorio ideale di ricerca, incrociando registri, segni, alfabeti, icone, contenuti e contenitori del quotidiano. E l’orizzonte di tutto questo, per Barbara Kruger (Newark, New Jersey, 1945), tra le maggiori artiste contemporanee statunitensi, Leone d’oro alla carriera nel 2005, è sempre stato politico e sociale, nel solco di una dimensione estetica orientata al sentimento della collettività, al campo del visibile, ai meccanismi della comunicazione, alla costruzione e decostruzione di immaginari, riferimenti, piani d’appartenenza e identità.

Barbara Kruger e l’installazione in Ucraina

Riflettendo sul potere dell’ordinario, di ogni inizio e di ogni fine, della gioia e della perdita“: con questa riflessione l’artista ha accompagnato l’annuncio del suo nuovo lavoro, Untitled (Another Again), a cura di Maria Isserlis, presentato il 1 maggio e visibile fino al 14 luglio in uno dei luoghi più brucianti dello scacchiere geopolitico internazionale. Su commissione dell’Organizzazione non governativa Ribbon International e grazie alla collaborazione con Ukrzaliznytsia, le Ferrovie Ucraine, Kruger ha realizzato un’imponente installazione tipografica sulle carrozze di un treno Intercity.
Imbracciando l’arma della parola poetica, dietro al ritmo incalzante di un pensiero profondamente umano, rivolto all’esistenza, l’artista sceglie un mezzo di trasporto che ha implicazioni importanti nella paralisi del conflitto bellico: mentre lo spazio aereo sui cieli ucraini resta chiuso, i treni sono l’unica chance per raggiungere il confine, per cercare la salvezza lontano dalle zone più a rischio, per riunire famiglie lontane, per trasportare gli aiuti umanitari. Unico rifugio e scialuppa quando tutto intorno affonda, mentre la più ovvia delle abitudini – viaggiare, spostarsi, muoversi, partire – da metafora di libertà si trasforma in diritto negato, in ennesima rinuncia.
Il richiamo è anche alla pratica dell’artista e designer ucraino Vasyl Yermylov, esponente di spicco delle avanguardie storiche, che su treni, furgoni e automobili, negli anni Venti del secolo scorso, dipingeva slogan e immagini rivoluzionarie, così che attraversassero con impeto incendiario i paesaggi devastati dalla guerra.

Il testo dell’opera di Barbara Kruger in Ucraina

Tradotto in ucraino e applicato sui vagoni, il testo di Kruger procede per contrasti e riflessi, scegliendo la forma gentile, ma incisiva, di un attacco poetico. Una narrazione sullo scorrere del tempo, sull’infinita sequenza di albe e di notti, di paure e speranze, di rinascite e sconfitte. Un messaggio per una popolazione in sofferenza, ricordando, nel necessario incastro tra luce e lutto che disegna l’esistenza, quale valore abbia l’essere umano e quanto occorra preservare la vita, concedendosi altri giorni, altre notti, altri sorrisi, altri dolori, altro tempo ancora.

ANOTHER DAY ANOTHER NIGHT ANOTHER DARKNESS
ANOTHER LIGHT ANOTHER KISS ANOTHER FIGHT
ANOTHER LOSS ANOTHER WIN ANOTHER WISH ANOTHER
SIN ANOTHER SMILE ANOTHER TEAR ANOTHER HOPE
ANOTHER FEAR ANOTHER LOVE ANOTHER YEAR ANOTHER
STRIFE ANOTHER LIFE

ЩЕ ОДИН ДЕНЬ ЩЕ ОДНА НІЧ ЩЕ ОДНА ТЕМІНЬ ЩЕ ОДНЕ ЗАРЕВО ЩЕ ОДИН ЦІЛУНОК ЩЕ ОДИН БІЙ ЩЕ ОДНА ВТРАТА ЩЕ ОДИН ЗДОБУТОК ЩЕ ОДНЕ БАЖАННЯ ЩЕ ОДИН ГРІХ ЩЕ ОДНА ПОСМІШКА ЩЕ ОДНА СЛЬОЗА ЩЕ ОДНА НАДІЯ ЩЕ ОДИН СТРАХ ЩЕ ОДНА ЛЮБОВ ЩЕ ОДИН РІК ЩЕ ОДНА СУПЕРЕЧКА ЩЕ ОДНЕ ЖИТТЯ 

[Un altro giorno, un’altra notte, un’altra oscurità, un’altra luce, un altro bacio, un’altra lotta, un’altra perdita, un’altra vittoria, un altro desiderio, un altro peccato, un altro sorriso, un’altra lacrima, un’altra speranza, un’altra paura, un altro amore, un altro anno, un altro conflitto, un’altra vita].

Spazio pubblico e scrittura per Barbara Kruger

Ha 80 anni Barbara Kruger. E il suo lavoro non ha perso un grammo di smalto: l’irriverenza del pensiero e dell’approccio, contenuta da un rigore formale assoluto, è ancora materia fresca e viva di un percorso dentro al linguaggio e alla comunicazione. Un esperimento a misura di città e di simboli collettivi. Le sue scritte compatte, severe, riconoscibili nel costante ritorno del rosso, del bianco e del nero, e di quel font che è da sempre cifra personale – il mitico Futura Bold – sono elementi di sovversione e risignificazione destinati a immagini pop, a slogan, manifesti, citazioni colte, spazi aperti al transito e allo sguardo, musei e gallerie, strade, mezzi di trasporto, piazze, muri, pagine di riviste, luoghi, non luoghi, parchi, stazioni.

Dalle prime sperimentazioni strettamente legate al mondo della pubblicità e dei giornali, la sua ricerca non ha smesso di sintonizzarsi con la realtà e l’attualità. E così, negli anni, ha affrontato tematiche femministe, la deriva di estremismi e ideologie, la riflessione sui diritti, sulla violenza del potere, sulla prepotenza della politica, sul rapporto tra verità e mistificazione, sull’aggressività di una società piegata al bisogno di consumo e schiacciata dal senso dell’alienazione. Parole come immagini, imperative, plastiche, spazializzate; e immagini leggere, pronte e farsi e disfarsi sulla scorta di un’idea che sovverte. Un lavoro di contestazione. Che sia lirico o ironico, feroce o giocoso, seducente o ruvido.
Quella di Kruger è un’unica, prolungata pratica di scrittura, condotta addentrandosi fra le maglie del capitalismo, del regime massmediatico e dei costumi occidentali, del desiderio e dell’angoscia collettive, così da scomporre, ricomporre, declamare, sovrascrivere, reinventare spazi e codici comuni. 

barbara krugers untitled blind idealism is ph courtesy of the artist and friends of the high line La grande artista Barbara Kruger in Ucraina con un progetto d'arte pubblica sui vagoni di un treno

Barbara Kruger: alcune opere iconiche

Se la sua immagine-sentenza più iconica resta forse quell’I shop therefore I am del 1987, un collage diretto e pungente coma una stilettata – tra il gesto banale di una mano e una parafrasi cartesiana che non lascia vie d’uscita – la gigantesca installazione immersiva del MoMA di New York, Thinking of You. I Mean Me. I Mean You, che nel 2023 ha invaso e stravolto l’aspetto del Marron Family Atrium, sembrava essere una summa del suo enorme atlante verbale, visivo e concettuale, messo insieme nel corso di mezzo secolo.
Tra le centinaia di opere prodotte, ad esempio, Untitled (Blind idealism is…), del 2016, condivide con il nuovo lavoro in Ucraina l’intensità della vocazione politica, la dimensione pubblica site-specific e la presa sull’attualità più cruda. Fu un wall painting realizzato su un edificio della High Line, a New York, su invito della High Line Commission, grandioso progetto d’arte pubblica temporanea pensato per i due chilometri e mezzo di parco urbano che si srotolano lungo il segmento in disuso della ferrovia sopraelevata West Side Line. Qui l’artista aveva rimaneggiato una frase del filosofo afro-caraibico e pensatore rivoluzionario postcoloniale Frantz Fanon (1925-1961): “L’idealismo cieco è reazionario”.
Il risultato, BLIND IDEALISM IS REACTIONARY SCARY DEADLY, è la trascrizione di un pensiero che si affastella e corre nella mente dell’artista, cercando, scartando e poi trovando la parola più esatta per definire uno dei mali del nostro tempo: “L’idealismo cieco è mortale”. Gli attacchi terroristici di matrice islamica, fra l’aeroporto e la metropolitana di Bruxelles, sarebbero avvenuti pochi mesi dopo. Il ricordo di quelli che avevano ferito a morte un anno prima il Bataclan e la redazione di Charlie Hebdo a Parigi, e così il Krudttønden Café di Copenaghen o il Museo del Bardo a Tunisi, era ancora fortissimo.

barbara kruger untitled secret 2016 3 La grande artista Barbara Kruger in Ucraina con un progetto d'arte pubblica sui vagoni di un treno
Barbara Kruger, Untitled (Secret), 2016


A proposito di guerre e di equilibri delicati, anche lo scenario statunitense è stato per Kruger motivo di impegno e di denuncia, non risparmiandosi nella critica ai governi e alle politiche internazionali. “Anche senza il terrorismo globale, abbiamo i nostri tirapiedi elettorali con cui fare i conti“, diceva nel 2016, quando rilanciava in forma di poster una celebre frase del filosofo Karl Kraus:Il segreto del demagogo è rendersi stupido quanto il suo pubblico, così che esso creda di essere intelligente quanto lui“. Citazione attualizzata nel fermento della campagna per le Presidenziali USA e del match tra Hillary Clinton e Donald Trump. E proprio Trump, quasi dieci anni dopo, è di nuovo al centro della scena, figura strategica nella gestione dei rapporti tra Russia e Ucraina, fra tentativi di diplomazia, aggressioni continue, corse al riarmo, tensioni, accelerazioni improvvise e nuovi tentativi di dialogo. La pace resta tuttora un’incognita, mentre altri giorni ed altre notti sono e saranno cronaca ininterrotta dello strazio dei civili, un orrore così lontano dai freddi calcoli dei gabinetti del potere. Another, again, invocando il tempo della tregua e l’intelligenza della parola.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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