“Neverland Gaza”: il rito del tè in memoria delle vittime palestinesi va in scena a Torino
L’artista Alessandro Bulgini mette in scena il rito del tè, in memoria delle vittime innocenti nella Gaza bombardata. Succede nel polo artistico culturale Flashback Habitat. Mentre nel quartiere Barriera di Milano, il manifesto pubblicitario si compone delle foto di chi vive nella Striscia

Ogni giovedì sera si compie un rito in memoria della sofferenza dei palestinesi, vittime innocenti nella Gaza bombardata. Ci si siede per terra in cerchio, si beve il tè e si riflette. Gesti semplici, ma ricchi di significato ed emozione. È Neverland Gaza, la nuova opera realizzata da Alessandro Bulgini, l’ideatore della figura dell’”Artista di Quartiere”, che trova casa nella parte più nascosta del complesso artistico Flashback Habitat (da lui diretto), sulla collina di Torino: si svolge su prenotazione all’interno di quel gioiellino di locale che è il Circolino, dove fare pausa pranzo o ascoltare musica jazz con vista sui tetti della città.
“Neverland Gaza”: la nuova opera di Alessandro Bulgini
“Mi sono sentito sempre più in pena per cui ho deciso di concretizzare un luogo dedicato, nel quale sentirsi più vicini alla pena stessa, forse nella speranza, condividendola con altri, di comprenderla un po’ di più. Almeno quello”, spiega l’artista che ha costruito un’installazione raccolta, a partire da oggetti quotidiani donati dalle persone – tappeti, sedie, luci, un fornelletto da campo – che diventano strumenti di relazione. L’opera mette, così, in scena un rito immaginario, ispirato al tè condiviso tra le macerie di Gaza, durante il Ramadan.
“Neverland Gaza”: il rito del tè in memoria delle vittime palestinesi
“L’opera non descrive, non commenta, non comunica”, scrive il curatore Christian Caliandro nel testo che accompagna il progetto, “non tratta un tema: lo vive, lo attraversa, ne fa esperienza. E quel qualcosa, a quel punto, non è più un tema. È la realtà”. Neverland Gaza invita, infatti, a un incontro silenzioso e lento, dove lo sguardo non cerca spiegazioni, ma percezioni. Dove l’opera non impone senso, ma lascia emergere la complessità. Un lavoro che, nella sua apparente semplicità, interroga il presente e le sue narrazioni, suggerendo una prospettiva plurale e sensibile.
Opera Viva, il Manifesto: 14 fotografie provenienti da chi vive nella Striscia di Gaza
Anche quel formidabile attivatore di relazioni condivise, nel quartiere Barriera di Milano, che è Opera Viva, il Manifesto – ideato sempre da Alessandro Bulgini e prodotto da Flashback – promette un ulteriore spazio di riflessione sulla sofferenza dei palestinesi il prossimo 12 maggio. L’edizione 2025 si intitola Stargate to Gaza: un passaggio visivo che connette Torino con la Striscia di Gaza, attraverso lo sguardo quotidiano di chi la abita, un portale simbolico che mette in relazione due realtà apparentemente distanti. “Nonostante le difficoltà e le tensioni in corso – e con grande generosità – alcuni Gazawi hanno prodotto per il manifesto delle immagini direttamente dalla Striscia”, conclude Bulgini. “Grazie al legame costruito con Jamil El-Sadi, con l’associazione Our Voice e la comunità palestinese di Palermo, Opera Viva si compone di 14 fotografie provenienti da chi vive nella Striscia di Gaza: scatti che parlano di ciò che resiste — nonostante tutto — in un luogo segnato dalla follia della guerra”.
Claudia Giraud
Circolino
secondo piano palazzina C di Flashback Habitat
Corso Giovanni Lanza, 75
Visitabile su prenotazione ogni giovedì alle 20
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