A New York arriverà una grande installazione di Ai WeiWei. E un programma d’arte pubblica
L'opera, che sarà inaugurata a Roosevelt Island a settembre, lancerà l'iniziativa “Art X Freedom”, programma di arte per la giustizia sociale di un'associazione non profit. Un contraltare necessario al nuovo programma d'arte pubblica trumpiano

Dopo otto lunghi anni l’artistar dissidente cinese Ai Weiwei torna a New York con una installazione monumentale di arte pubblica. Il progetto temporaneo sorgerà nel parco di Roosevelt Island, una delle isole abitabili nell’East River, e sarà inaugurato a settembre, aprendo un programma di arte per la giustizia sociale chiamato Art X Freedom.
L’installazione di Ai WeiWei a New York e il programma Art X Freedom
A partire dal prossimo 10 settembre, a ottant’anni esatti sia dalla prima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sia dalla fine della Seconda guerra mondiale, il pubblico potrà quindi vedere e visitare l’installazione Camouflage. Questa, nel pieno spirito di contestazione e difesa dei diritti umani che da sempre caratterizza la produzione dell’artista 67enne, comprenderà un santuario aperto e una struttura rivestita di reti mimetiche per spingere i visitatori a riflettere su “vulnerabilità e protezione, verità e occultamento, e sugli effetti riecheggianti dei violenti conflitti umani in tutto il mondo”. A dirlo è la Four Freedoms Park Conservancy, l’organizzazione senza scopo di lucro che gestisce il Franklin D. Roosevelt Four Freedoms State Park sull’omonima isola, che ha commissionato l’opera e tutto il programma di arte pubblica (oltre a una ampia programmazione di attività creative e civiche per adulti e bambini): questo inviterà gli artisti a realizzare dei progetti site specific che “interroghino questioni di giustizia sociale e libertà”.
La Four Freedoms Park Conservancy e il progetto d’arte pubblica trumpiano
L’opera, che non ha a caso sorge nel parco statale che commemora il famoso discorso sui diritti umani del 32° presidente americano, incarna il “commento personale dell’artista su ciò che si sta sviluppando politicamente e culturalmente nel nostro tempo”, ha dichiarato lo stesso Weiwei al New York Times. Si tratta della prima commissione di Art X Freedom, che stanzia un budget annuale di 250mila dollari per le opere, da inserire nel grande parco di 3,5 acri sulla punta dell’isola, e che prevede per ogni artista anche un premio di 25mila dollari: “L’arte pubblica è uno specchio dei nostri tempi. Art X Freedom parla dell’urgente necessità di proteggere la libertà di tutti, inclusa la libertà di parola, di espressione e il diritto al dissenso, valori che sono il fondamento della democrazia e della giustizia”, ha commentato la co-presidente e filantropa Agnes Gund.
Un progetto che controbilancia nelle intenzioni e nei fatti il bando del governativo National Endowment for the Humanities appena lanciato per trovare opere per il National Garden of American Heroes, progetto molto caro al presidente Donald Trump. Questo ambizioso parco di sculture, finanziato (con duecentomila dollari a statua) con le sovvenzioni appena revocate agli artisti scelti durante la precedente amministrazione, dovrebbe includere 250 statue a grandezza naturale di altrettanti personaggi storici, da George Washington e Martin Luther King Jr. fino ad arrivare al compianto nume del basket Kobe Bryant e al conduttore televisivo Alex Trebek.
Il ritorno di Ai WeiWei a New York
La grande opera, visibile fino al primo dicembre, sancisce così il ritorno a New York di WeiWei (che ora vive e lavora in Portogallo). Era il lontano 2017, quando aveva installato una serie di gabbie in giro per la città per protestare contro le politiche sull’immigrazione della prima amministrazione Trump. Che in questo secondo mandato, alla luce delle deportazioni senza processo e delle detenzioni a scatola chiusa, non sono che peggiorate.
Giulia Giaume
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