Quanto è preziosa la nostra attenzione? Una mostra a Bergamo per riflettere

Infosfera, cultura pop, meditazione: il pittore torinese Giulio Zanet e la scultrice sudcoreana Hyun Cho si incontrano negli spazi di Traffic Gallery a Bergamo per indagare il tema dell’attenzione nella società contemporanea

Trattare la nostra attenzione come una risorsa preziosa. Questo ci dice Non pensare all’elefante rosa, la nuova mostra che unisce Hyun Cho (Seoul, 1982) e Giulio Zanet (Torino, 1984) negli spazi di Traffic Gallery a Bergamo, a cura di Sara Parolini e con la direzione artistica di Giorgia Massari.  Ecco chi sono gli artisti e come si sono confrontati con il tema della mostra.

Il metalinguaggio di Hyun Cho in mostra a Bergamo

Ha girato il mondo l’artista sudcoreana, trovando infine la connessione con la città di New York, dove l’estetica urbana ha definito e consolidato il suo linguaggio visivo. La sua scultura, in parte iconoclasta nei confronti della cultura pop, offre una rara e preziosa libertà di interpretazione, oggi sempre più difficile da trovare nel mondo dell’arte. La curatrice Sara Parolini definisce le opere di Hyun Cho “chimere aniconiche”: assemblaggi di schermi LED e oggetti della cultura quotidiana, accompagnati da frasi proiettate in loop, che mirano a generare un nuovo sistema simbolico. In questo contesto, ogni elemento viene interpretato liberamente in base al pensiero dello spettatore. Un’estetica punk accattivante e familiare emerge nelle frasi brevissime, catturando l’attenzione e offrendo una serie di riflessioni sulla cultura globalizzata. È il caso dell’opera Risk (2024), dove una freccia composta dei pannelli LED, fa scorrere la frase “Ask My Daddy” (Chiedi a mio padre) su uno sfondo rosso, evocando una composizione dal carattere quasi pubblicitario.

L’energia meditativa di Giulio Zanet a Traffic Gallery

Le tele dell’artista torinese appaiono come uno specchio in cui si riflette il desiderio dello spettatore. Lo sguardo scorre libero nella sua pittura, scivolando tra gli strati di forme e colori, liberando la mente.  Il movimento gestuale di Zanet, fluido e ritmico, dall’altra parte, suggerisce nuove letture e nuovi significati in quelle stesse forme. La scelta di non usare titoli nelle sue opere si motiva come volontà di non pregiudicare la nostra percezione: ognuno è libero di costruirsi la propria idea di mondo. La pulsazione della tela che riporta un motivo simile a pattern animalier si confronta perfettamente con l’estetica pop di Hyun Cho. 

L’attenzione sotto i riflettori della mostra alla Traffic Gallery di Bergamo

È l’attenzione la vera protagonista di questa mostra. Sia Cho che Zanet la cercano ma senza nessun scopo in particolare, lasciando il loro spettatore svincolato da qualsiasi impegno, libero di scegliere l’oggetto di concentrazione. In contrasto con l’apparente leggerezza delle opere esposte negli spazi della galleria, l’inaugurazione è stata accompagnata da una lunga performance di Valerio Eliogabalo TorrisiOro ai nostri polsi, piombo ai vostri orecchi. Vestito con una divisa decorata da centinaia di campanellini dorati, si muoveva tra i visitatori, distribuendoli in silenzio, richiamando un altro aspetto dell’attenzione: quello stigmatizzante. Nel suo testo che accompagna la performance, Salvatore Cristofaro evoca Carbonia, una cittadina della Sardegna, dove nel 1941 le autorità decisero di contrassegnare le persone omosessuali, facendole riconoscere dal suono delle campane, “…per mettere in allerta i cittadini e difendere la loro virilità.

Valeria Radkevych

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Valeria Radkevych

Valeria Radkevych

Valeria Radkevych è nata a Lugansk (regione del Donbas, Ucraina) nel 1995. Dopo la laurea in Gestione e critica d’arte all’Accademia Nazionale di Belle Arti di Lviv, si trasferisce in Italia, dove collabora con la società di distribuzione cinematografica Premiere…

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