Sessant’anni di Cancellature. La Galleria Nazionale di Roma celebra Emilio Isgrò 

Un’intera stanza della Galleria Nazionale è dedicata per un anno al Maestro siciliano, inaugurando un nuovo programma di artisti in visita al museo romano. Si inizia con le celebri Cancellature di Emilio Isgrò, che arriva persino a “cancellare se stesso”

Artista concettuale e pittore – ma anche poeta, scrittore, drammaturgo e regista – Emilio Isgrò (Barcellona di Sicilia, 1937) è uno dei nomi dell’arte italiana più conosciuti a livello internazionale tra XX e XXI secolo. Il Maestro sarà è al centro dell’iniziativa Emilio Isgrò: Protagonista 2024 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, che proporrà al grande pubblico un programma di “artisti in visita”, caratterizzato dalla formula “un anno, un artista, una sala”.  

Ritratto di Emilio Isgrò. Foto Luisa Porta, 2019
Ritratto di Emilio Isgrò. Foto Luisa Porta, 2019

Chi è Emilio Isgrò 

Da sessant’anni fedele a sé stesso, senza mai aderire pienamente a nessuna corrente artistica, Emilio Isgrò, con il suo rivoluzionario linguaggio artistico, è stato copiato da cantanti, artisti e di recente anche dai social network, rivendicando una contemporaneità che non passa mai di moda. Eppure, l’artista siciliano non ha mai voluto essere definito un genio: “Preferisco essere un uomo normale, semmai scomodo, soprattutto in gioventù, che ha avuto e continua ad avere la fortuna di poter esprimere le proprie emozioni. I geni li lasciamo al mercato. Ho sempre cercato piuttosto di essere un artista costruttivo, che non demolisce. La cancellatura è fatta per risorgere non per demolire” spiega in apertura della mostra. 

Emilio Isgrò, Isgrò cancella Isgrò, 2024, elemento 38 di 73. Courtesy Archivio Emilio Isgrò. Foto Andrea Valentini
Emilio Isgrò, Isgrò cancella Isgrò, 2024, elemento 38 di 73. Courtesy Archivio Emilio Isgrò. Foto Andrea Valentini

I sessant’anni delle cancellature di Emilio Isgrò 

Già presente nelle collezioni della GNAM, il Maestro è stato selezionato dalla direttrice Cristina Mazzantini anche per celebrare i sessant’anni della Cancellatura, visibile su un frammento di foglio di giornale “cancellato” nel 1964 e in mostra nella sala dedicata. Il gesto rivoluzionario del cancellare, fu infatti un’operazione maturata in reazione all’avvento della Pop Art, che intendeva sedurre le masse attraverso il potere della sola immagine, che Isgrò temeva potesse finire col prevalere sulle parole, da lui considerate il pilastro della nostra civiltà. L’artista decise, quindi, di salvare la parola trasformandola in immagine. 

La nuova sala della Galleria Nazionale dedicata a Emilio Isgrò 

Nel museo di Valle Giulia, la nuova sala si presenta come la cornice dei lavori più recenti testimonianti l’evoluzione della Cancellatura, attraverso la presentazione di opere come Planetarium, 2023, Isgrò cancella Isgrò, 2024, Storico, 1972, e le Tavole della Legge ovvero la Bibbia di Vetro, del 1994. Non solo opere ma anche un fitto calendario di incontri che, a partire dal 14 maggio, vede l’artista impegnato in un ciclo di Lezioni di Cancellatura e in una serie di serate dedicate alle Riflessioni sulla Cancellatura, che coinvolgeranno anche letterati, poeti, giornalisti e scrittori. Emilio Isgrò ha ancora tanto da dire, soprattutto grazie al suo incessante impegno che da decenni si concretizza in una forma d’arte d’esempio ai giovani, pubblica e partecipata “capace di creare un discorso costruttivo e non scontato intorno a sé stessa. Ed è giusto che gli artisti che fanno questo tipo di ricerca siano preferiti agli artisti “comodi”, perché a quelli pensa già il mercato” spiega per poi proseguire “un conto è occuparsi degli aspetti formali di un’opera e un altro è preoccuparsi della confezione, come accade a molti artisti di oggi, che si occupano più di confezionare che di formalizzare l’opera”. 

Emilio Isgrò, Le Tavole della Legge ovvero la Bibbia di vetro, 1994, courtesy Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Foto Silvio Scafoletti
Emilio Isgrò, Le Tavole della Legge ovvero la Bibbia di vetro, 1994, courtesy Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Foto Silvio Scafoletti

Isgrò cancella Isgrò 

Per la prima edizione di Artista alla GNAM, Isgrò ha creato l’opera Isgrò cancella Isgrò, con la cancellazione di Autocurriculum, il suo romanzo autobiografico, che sarà donata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Le cancellature sono in nero e per la prima volta anche in oro, rendendo omaggio ai colori dei codici miniati. “L’oro l’ho fatto per una forma di rispetto verso la grande tradizione artistica italiana. Dalla parola oro salta fuori proprio una Madonna che domina questa forma di sapere. Arte come forma di religione ma anche e soprattutto di educazione, a partire dagli stessi artisti, i primi chiamati a essere educati insieme ai critici”.  
Tra le tante parole lasciate emergere dalle pagine che compongono i libricini dell’opera ve n’è una particolarmente cara al Maestro: “In questo caso la parola che mi emoziona di più è Scilla, che non è un luogo turistico ma è il nome di mia moglie. Siccome lavoriamo insieme credo che sia il minimo omaggio che potessi farle”. 
All’entrata-uscita della GNAM, parcheggiato su un lato dell’ingresso, un tir giallo con la scritta rossa “Questo veicolo trasporta una formica”, che il Maestro spiega così: “Bisogna far diventare grandi le cose piccole, non il contrario“. 

Arianna Piccolo 



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Arianna Piccolo

Arianna Piccolo

Storico dell’arte e giornalista, vive tra Parigi, Napoli e Roma seguendo il ritmo dei vari impegni lavorativi e di studio. Dopo la laurea Magistrale in Storia dell’arte, intraprende il percorso giornalistico, attraverso TV, web e carta stampata, curando l’ufficio stampa…

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