La Qattan Foundation in Palestina. Fra arte contemporanea e impegno sociale

Continua il nostro viaggio in Medioriente, alla scoperta del mondo dell’arte in paesi distanti dal sistema occidentale. Oggi vi parliamo della Qattan Foundation, istituzione con sede a Ramallah

La Palestina è un’area fra le più difficili del mondo, dove la pace è continuamente messa in discussione da tensioni sociali di ogni tipo. Ma il mondo della cultura continua il suo impegno per una società migliore. Fida Touma, direttrice generale della A. M. Qattan Foundation, ci racconta la storia di questa istituzione e la scena artistica del territorio. 

Fida Touma. Courtesy A.M Qattan Foundation
Fida Touma. Courtesy A.M Qattan Foundation

Come e quando è nata la Fondazione?
La Fondazione è nata nel 1993 nel Regno Unito, per volontà di Abdel Mohsin Al-Qattan, un rifugiato palestinese di Giaffa, la cui famiglia lasciò la Palestina nel 1948. Nel 1990, dopo l’invasione irachena del Kuwait, la famiglia si trasferì nel Regno Unito, e lì concepì l’idea di una Fondazione che avrebbe sostenuto la crescita culturale palestinese. Poi, nel 1997, venne aperta la sede di Ramallah, in Palestina.

Quali sono stati i primi progetti avviati?
Fin dalla sua costituzione, la Fondazione si è concentrata sul sostegno a giovani insegnanti, giovani artisti e bambini palestinesi, ovunque vivessero, e quindi ha avviato i suoi programmi senza tener conto dei confini geografici. Ma il lavoro della Fondazione è stato determinante nel dare una solida base alla scena culturale e artistica indipendente in Palestina: nel 2005 ha aperto un centro per bambini a Gaza e nel 2019 un centro culturale a Ramallah, e gestisce anche una galleria senza scopo di lucro a Londra (Mosaic Rooms).

Modernism, 2023, exhibition view at Qattan Foundation. Courtesy A.M Qattan Foundation
Modernism, 2023, exhibition view at Qattan Foundation. Courtesy A.M Qattan Foundation

Quali sono gli scopi della Fondazione?
La Fondazione Qattan punta a costruire una società giusta, libera, illuminata e tollerante che abbracci il dialogo e faciliti l’espressione creativa. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo pensato a strategie per ampliare la fascia di pubblico, rafforzare le strutture culturali esistenti e garantirne l’indipendenza finanziaria. Inoltre, la Fondazione offre sostegno pedagogico agli insegnanti attraverso tre programmi didattici. E ancora, nel centro culturale di Gaza organizziamo corsi di scrittura creativa, arti visive, arti dello spettacolo, scienza, animazione e tecnologia. Invece, il nuovo centro di Ramallah offre un programma annuale di eventi, alcuni commissionati, ospitati o curati dalla Fondazione. Ogni anno organizziamo 2-3 mostre di arti visive, proiezioni cinematografiche, eventi letterari, conferenze. Nel nostro centro a Ramallah abbiamo anche una biblioteca pubblica molto frequentata.

Cosa pensa dell’arte contemporanea palestinese?
L’attuale scena artistica in Palestina è incredibilmente varia, per cui la gamma di argomenti che vengono toccati è estremamente ampia. Le diverse forme di espressione hanno comunque in comune una natura politicizzata: con questo intendo dire che anche le opere d’arte che cercano di sfuggire a questo contesto politico illustrano comunque un aspetto della vita che è stato offuscato dall’occupazione. Così, l’arte stessa diventa un atto di resistenza contro l’invisibilità. L’arte che esponiamo in Fondazione tende a mettere in discussione la narrativa dominante, decostruendo l’egemonia coloniale e presentando nuove pratiche che superano i confini. C’è anche uno spostamento significativo verso temi post-nazionalisti, in cui l’attenzione si concentra sull’individuo e sulla sua vita quotidiana. Sebbene apparentemente apolitiche, queste opere d’arte emergenti presentano la violenza sistematica e indiretta della vita quotidiana in Palestina. Infatti, spesso è il messaggio trasmesso in modo più “leggero” che può avere sul pubblico l’impatto più forte.

Un momento del Sin Festival 2022. Courtesy A.M Qattan Foundation
Un momento del Sin Festival 2022. Courtesy A.M Qattan Foundation

Qual è il ruolo delle donne nella scena artistica palestinese?
Le donne non solo sono attualmente pioniere di molteplici movimenti, ma hanno anche sicuramente svolto un ruolo significativo nel plasmare il panorama culturale nel recente passato. Già negli anni Sessanta (e potrei dire anche prima), le donne palestinesi, ritratte nei loro tradizionali abiti ricamati, sono diventate simboli potenti della lotta e dell’identità nazionale. Allo stesso tempo, attraverso pioniere come Mona Hatoum, le donne stavano superando i confini artistici dall’interno della scena palestinese. Oggi il contributo delle artiste palestinesi rimane essenziale: sono state determinanti nel plasmare l’arte araba contemporanea, sfidando gli stereotipi occidentali e ottenendo il riconoscimento del loro ambiente culturale.

Progetti per il futuro?
Il 2023 segna i 30 anni della Fondazione nel Regno Unito. Quando iniziammo il lavoro, le forme di sostegno alla cultura erano rarissime in Palestina, tuttavia in questi anni siamo riusciti a tracciare alcuni percorsi per favorire la crescita artistica locale. Tuttavia, dal 1993, il mondo è cambiato e negli ultimi anni abbiamo assistito alla crescita di molti splendidi spazi per l’istruzione, la cultura e i bambini. Pertanto, è tempo per noi di iniziare a ripensare il nostro ruolo all’interno di tutti questi cambiamenti. Il principio guida era e continuerà a essere quello di andare oltre i confini, sostenere gli attori del cambiamento e dare potere ai nostri giovani. Ma abbiamo anche bisogno di ridefinire ciò che sta accadendo nel nostro ambiente, in particolare con le trasformazioni politiche, economiche e sociali che stanno attraversando la Palestina. Per cui, ripenseremo i nostri obiettivi strategici per garantire che la cultura possa continuare a essere un mezzo di cambiamento sociale.

Il Qattan Green Building. Courtesy A.M Qattan Foundation
Il Qattan Green Building. Courtesy A.M Qattan Foundation

Cosa pensi che la cultura possa fare per migliorare il dialogo tra popoli?
Lo scopo della Fondazione è quello di usare la cultura come veicolo per creare cambiamenti sociali. Siamo fermamente convinti che l’arte, la cultura e l’istruzione siano strumenti estremamente potenti che aprono la strada a nuove prospettive per il cambiamento socio-politico. Il nostro ruolo consiste nel dare la possibilità di agire a quelle persone che attraverso il loro lavoro sono in grado di porre domande e innescare cambiamenti.

Niccolò Lucarelli

http://qattanfoundation.org/en

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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