Nuova opera al neon dell’artista Marcello Maloberti al Memoriale della Shoah di Milano
L'opera, che celebra la forza e la speranza, è stata presentata nella Giornata della Memoria da Liliana Segre, cui appartiene la grafia del neon. Ora resterà in modo permanente sulla facciata del museo
“INVITAMI NOTTE A IMMAGINARE LE STELLE”: è poetica e speranzosa la grande frase al neon di Marcello Maloberti (Codogno, 1966) svelata in occasione della Giornata della Memoria del 27 gennaio 2023 al Memoriale della Shoah di Milano. Queste parole vanno ascoltate anche con la voce della senatrice a vita Liliana Segre, che ha svelato l’opera al pubblico durante il programma Binario 21, presentato da Fabio Fazio su Rai 1. Un’opera site specific di arte pubblica, voluta sulla facciata esterna dell’ingresso di piazza Safra sia dalla Rai sia dal Memoriale, aperto sull’infame binario della deportazione, a lato della Stazione Centrale, esattamente dieci anni fa.
IL BINARIO 21 DI MILANO, UN LUOGO DOVE RICORDARE
È proprio da questo binario nascosto della Centrale che il 30 gennaio del 1944 partì il treno (uno dei 23 che hanno lasciato Milano nel triennio ’43-’45) che condusse la tredicenne Liliana Segre e altre seicento persone al campo di sterminino di Auschwitz. Un sotterraneo lontano dallo sguardo dei comuni viaggiatori, quello dove la senatrice è tornata oggi insieme agli attori Paola Cortellesi e Pierfrancesco Favino e al Coro del Teatro alla Scala, testimoniando con racconti ma anche materiali fotografici, stampa e video d’epoca. Segre ha condotto gli spettatori in un viaggio per Milano vista dagli ebrei del tempo, tra pietre d’inciampo – come quella dedicata al padre Alberto (morto nel campo di sterminio) davanti alla loro vecchia casa –, la scuola elementare di via Ruffini da cui la giovane fu espulsa a causa delle leggi razziali, fino al carcere di San Vittore, ultima tappa prima della stazione. Un luogo ricordato anche dall’iniziativa della stessa senatrice a partire dagli scorsi giorni, che ha visto una distesa di papaveri e le parole “27 gennaio – Giorno della Memoria” e “Memoriale della Shoah – Binario 21 – Stazione Centrale” comparire su un tram Sirietto della città.
L’OPERA DI MARCELLO MALOBERTI PER IL MEMORIALE DELLA SHOAH
È proprio per ricucire un rapporto di fiducia reciproca con la città e i suoi abitanti che entra in scena la grande opera al neon bianco presentata il 27 gennaio, regalata dall’artista e dalla Galleria Raffaella Cortese al museo. INVITAMI NOTTE A IMMAGINARE LE STELLE appartiene alla collezione di “martellate” di Maloberti, le frasi dal potere poetico ed evocativo esposte di recente anche alla Triennale di Milano. Cinque parole sognanti, poste sull’ingresso del museo, si fanno opera di luce, che funge da “insegna temporale” e luogo metafisico d’incontro con il visitatore. La scritta ricalca la grafia di Segre, invitata da Maloberti a trascrivere un messaggio di forza che invita spettatrici e spettatori (soprattutto giovani) a immaginare nuovi futuri possibili, proprio dove sembrano non essercene più.
“Lavorare con la senatrice Liliana Segre è stato per me un grande onore. Abbiamo creato insieme un’opera monumentale per ricordare gli orrori passati e soprattutto per non dimenticarli, affinché questi non vengano mai ripetuti. Il suo carattere forte e la sua tenacia mi affascinano, la sua esperienza ci aiuta a prendere consapevolezza ed amare ogni istante della vita”, racconta Maloberti ad Artribune. “La scritta INVITAMI NOTTE A IMMAGINARE LE STELLE è un atto poetico che ha preso forma in un’installazione al neon bianco che ricalca la grafia della senatrice. Un gesto d’amore e di speranza collocato proprio sulla facciata del Binario 21, come un fregio classico, un’insegna luminosa, metafisica. Un momento di incontro con chi la osserva. Ho scelto una frase chiara, precisa, non ermetica. Ho pesato parola per parola in modo tale che si sposasse con il cielo e il concetto di infinito. Come dico spesso bisogna generare parole e non comporle. La poesia è in grado di toccare le problematiche in punta di piedi. La poesia è anima che crea atto. Penso che in comune potremmo avere una frase che mi ripeto sempre, come un mantra: non far fare alla rosa quello che la rosa non vuole fare. La potremmo dire a due voci, una insieme all’altra”.
Giulia Giaume
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