“Mi sono dedicata interamente alla mia collezione. Una collezione è impegnativa. Ma è quello che desideravo e ne ho fatto il lavoro di una vita. Io non sono una collezionista. Io sono un museo”, diceva la mitica mecenate e filantropa Peggy Guggenheim, come riportato nella biografia Peggy Guggenheim and her friends. Si chiude un capitolo buio della storia della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia – che ha sede a Palazzo Venier dei Leoni e fu per 30 anni la dimora dell’“ultima dogaressa” – riuscita a salvare la continuità della sua programmazione grazie al lancio del primo crowdfunding della sua storia, avvenuto un anno fa e reso necessario dai gravi danni economici che il primo lockdown aveva causato. Quello che oggi è considerato uno dei più importanti musei di arte europea e americana del XX secolo in Italia, ha dovuto affrontare una perdita di 2 milioni di euro derivanti dai mancati guadagni della biglietteria e dei due Museum Shop (chiusi per ben 86 giorni), che ne costituiscono quasi l’unica via di sostentamento. Nel corso dell’anno, la generosa partecipazione di tutti coloro che hanno risposto all’appello della raccolta fondi “Insieme per la Collezione Peggy Guggenheim”, ha permesso di ottenere oltre 526.000 euro, salvando così il museo.
SI CHIUDE IL CROWDFUNDING “INSIEME PER LA COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM”
La solidarietà dimostrata ha permesso di raggiungere un obiettivo fondamentale: dare continuità alle attività della Collezione, che ha potuto riaprire le porte ai visitatori e organizzare nuovi programmi dedicati al pubblico, dai corsi online di storia dell’arte, al progetto SuperaMenti per gli under 25, dalle visite virtuali alla collezione permanente e a mostre nazionali e internazionali, a incontri e approfondimenti con curatori, studiosi, esperti di conservazione e restauro. “Non avremmo superato le difficoltà incontrate in questo ultimo anno senza la passione, la dedizione e la generosità di tutti coloro che hanno risposto al nostro appello”, ha dichiarato la direttrice Karole P. B. Vail. “Siamo stati felici di aver potuto riaccogliere il pubblico a Palazzo Venier dei Leoni quando ci è stato possibile riaprire, e ci ha riempiti di speranza vedere, a museo chiuso, quante persone hanno partecipato entusiaste alle nostre tante iniziative digitali. Tutto questo è stato reso possibile anche grazie alla somma raggiunta, e ringraziamo di cuore chi ha creduto e sostenuto questa raccolta fondi”.
– Giulia Ronchi
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