A proposito di Romarama: la lettera e il commento dell’assessorato alla cultura di Roma

Riceviamo e pubblichiamo una lettera firmata da Emiliano Paoletti, Capo Segreteria del Vice Sindaco con delega alla crescita culturale di Roma Capitale, il quale spiega gli obiettivi del palinsesto estivo Romarama, oltre alle sfide - vecchie e nuove - della programmazione culturale capitolina.

In premessa un commento alla polemica su Giorgio De Finis. RIF è un progetto nato all’interno di Macro Asilo da un’idea di Giorgio stesso in dialogo con Università e Municipio, che ha visto diversi tavoli e incontri con contributi ampi e significativi. Conclusa l’esperienza di Macro Asilo, si è cercato di trovare le condizioni per proseguire quel lavoro e non disperderlo. Anche a supporto di un grande lavoro che sul territorio si sta portando avanti per fare di Tor Bella Monaca un laboratorio di nuove pratiche culturali, di cui RIF è solo un tassello. Ma oltre questo, tengo ad alcune cose che mi auguro utili per un confronto.

ROMARAMA: IL NUOVO PALINSESTO ROMANO

Oggi siamo in grado di promuovere Romarama perché in questi anni abbiamo sempre cercato di programmare e dare stabilità. Nessuno conosceva i tempi e gli impatti di una crisi come quella che stiamo affrontando, però noi ci siamo arrivati con una programmazione triennale (il massimo che consenta un bilancio di un ente locale) tutta predisposta e operativa. Non ho dubbi, per quanto io possa apparire di parte, nel dare un giudizio entusiasta sul mandato di Luca Bergamo e sul lavoro che con lui abbiamo potuto fare in questi anni. Se oggi la cultura a Roma riparte è anche perché questa Amministrazione ha un bilancio approvato triennale da cui discendono: i contratti di servizio 2020-2022 di Zetema e Palaexpo, i bandi 2020-2022 di Eureka, Estate Romana e Contemporaneamente Roma, gli affidamenti triennali dei teatri di cintura, la certezza di risorse confermate e incrementate per tutte le nostre Istituzioni. In oltre vent’anni, la mia memoria, questo quadro di investimenti e stabilità non c’era mai stato e più che i confronti con il passato mi interessano le condizioni per il futuro. Non solo, Romarama è il secondo bellissimo frutto del Tavolo delle Istituzioni cittadine, dopo la grande esperienza della Festa di Roma. Il Tavolo è stato costituito con delibera di giunta e le istituzioni hanno tra di loro e con Roma Capitale firmato una convenzione con impegni reciproci su coordinamento, programmazione, apertura alla città. Questo dentro Romarama si vede, eccome. C’è anche dell’altro però. Una qualità umana e professionale di chi oggi guida le nostre Istituzioni che crea condizioni e opportunità uniche. Una presenza di donne e uomini con grandi competenze, credibilità e sguardo aperto nei ruoli artistici come in quelli gestionali, dove si vedono anche i primi segni di un ricambio generazionale. Sia chiaro non tutto è frutto delle nostre scelte e del nostro lavoro, ma l’impegno che mettiamo nel tenere in equilibrio questo delicato ecosistema ne è condizione essenziale.

E IL MACRO DI ROMA?

Non posso non dire del MACRO, che per i prossimi 20 anni sarà un museo all’interno del perimetro Palaexpo. Oggi quel museo ha una strada davanti, lungo la quale lavorare per la sua autonomia e il suo consolidamento. Il lavoro di Luca Lo Pinto è segno anche dell’avviato riconoscimento di alcune esperienze che in questi 20 anni negli interstizi di questa città hanno mosso, spinto e ideato. Il lavoro fatto su Macro, così come per Mattatoio, Palaexpo, Teatro di Roma e non solo, permette oggi di alimentare la riflessione sul ruolo delle istituzioni culturali che va spinto oltre. La stabilità prodotta non ha per obiettivo il mantenimento di uno status quo ma l’ambizione di generare cambiamento, facendolo con progressione ed equilibrio. C’è un anno di lavoro davanti a noi, Romarama è il segno di una nuova possibilità. Ecco Romarama arriva al momento giusto, senza dimenticare il nostro passato ma creando uno snodo verso il futuro. Abbiamo ritenuto fosse il tempo di andare oltre l’Estate Romana, senza dimenticare, ma provando a porre nuove basi in ragione di un mondo che cambia e di una città che non vogliamo ferma su se stessa.
Lo spirito stesso dell’Estate Romana oggi implicava un suo superamento, così abbiamo sentito e vissuto questa scelta. Romarama è un programma e una stagione, arriva a maturazione di 4 anni di lavoro e per questo spinge a guardare oltre.

PROGRAMMAZIONE CULTURALE ROMANA: ESIGENZE E OBIETTIVI FUTURI

Quanto abbiamo fatto è un punto, ma c’è bisogno di tanto altro. Deve crescere il rapporto con l’imprenditoria culturale e non solo, vogliamo una politica che date le condizioni di stabilità sopra richiamate riesca a dialogare meglio, di più e a dispiegare un’azione di tanti, raccogliendo e valorizzando energie che ci sono. Deve ampliarsi lo spettro dei saperi e dei contributi alla politica per la città, penso ai nuovi centri di formazione, agli incubatori e alle università. Quella che ormai tanti anni fa veniva chiamata classe creativa e che a Roma dove c’è, resta ancora isolata.
Serve uno sguardo e un indirizzo per le nuove generazioni, vanno coltivate, ascoltate, motivate, attratte.
Quanto fatto dall’esperienza del Cinema America e la sua crescita in questi anni o in maniera diversa e più alterna il lavoro di Scomodo non devono rimanere casi isolati anche se non certo gli unici. Sarà bene anche lavorare su un altro piano, che qui solo accenno, che è la cultura di prossimità, l’animazione socioculturale, la presenza nei territori e nei quartieri. Rafforzare e ampliare la rete di Biblioteche e trovare più strumenti per dare forza e sostegno a chi opera su scale molto piccole non facili da individuare. Va fatto un grande lavoro sulla accessibilità, sul fare cultura per tutte le abilità e serve un impegno straordinario per raccordare la produzione culturale con i programmi scolastici ed educativi. Tra l’altro quanto abbiamo imparato nel lockdown a partire dal rapporto tra le persone e la rete servirà a contribuire con ulteriori elementi di innovazione. Il punto non è tanto l’essere d’accordo o meno, riconoscersi o meno in alcune posizioni. Il punto è che ci vuole energia e di tanti, ci vuole scontro, confronto anche tensioni ma che facciano crescere questa città, che generino opportunità e non chiusure. Ci sono limiti e confini, questo è evidente, ma la città è molteplice, il pensiero è multiforme, l’altro e il diverso ci aiutano a vedere il nostro futuro. Romarama in un momento come questo è una prima sintesi e ha dentro una prospettiva.
Mi auguro questo contributo aiuti a farne crescere tanti e diversi.

-Emiliano Paoletti
Capo della Segreteria del Vice Sindaco con delega alla crescita culturale di Roma Capitale

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