Ferita o spiraglio di luce? Francesco Vezzoli reinterpreta Fontana per la cover di Vanity Fair

Tra i più noti artisti italiani di oggi, Vezzoli è stato chiamato a disegnare una copertina speciale legata a questo momento di emergenza: al centro del tricolore, il Taglio di Fontana come non si è mai visto

L’unicità di questo tempo storico si sta riflettendo anche sui prodotti editoriali. Se questo 2020 si era aperto con una copertina inedita di Vogue (che, come segno di solidarietà verso l’ambiente e dissenso verso gli sprechi aveva scelto un’edizione totalmente priva di fotografia, solo con grafiche di artisti affermati), nel tempo del Covid-19 assistiamo all’uscita di un’altra edizione speciale di Vanity Fair, altro caposaldo dell’editoria di moda. Il numero uscito l’8 aprile 2020 si presenta con una copertina insolita realizzata dall’artistar Francesco Vezzoli (Brescia, 1971). La cover è dominata dal tricolore italiano, sul quale si intuisce la grana della tela. Al centro, un taglio inequivocabile: quello di Lucio Fontana, padre dello Spazialismo. Come mai Vezzoli ha scelto di citare esplicitamente questo artista per lanciare un messaggio a migliaia di lettori?

La copertina di Vanity Fair progettata da Francesco Vezzoli

La copertina di Vanity Fair progettata da Francesco Vezzoli

IL TAGLIO DI FONTANA NELLA COPERTINA DI VEZZOLI

Lo squarcio al centro della copertina del numero dell’8 aprile di Vanity Fair non rappresenta qualcosa di diverso da ciò che i Tagli e i Buchi di Lucio Fontana hanno sempre comunicato. È lo Spazialismo, termine coniato dall’artista stesso: uno sfondamento della quarta parete, l’introduzione della terza dimensione nella tela, l’Infinito, il Cosmo, un Altrove a cui l’essere umano tende. Quella che oggi leggiamo come una profonda ferita (simbolica, ma anche estremamente reale) al centro della bandiera italiana contiene in sé anche il germe della speranza, della voglia di risollevarsi, in modo consapevole, dopo aver affrontato l’abisso. L’opera, creata appositamente da Vezzoli per questa occasione, verrà messa all’asta e il ricavato sarà devoluto in beneficenza a sostegno delle imprese.

“L’EPOCA DELLA SERIETÀ” SECONDO VANITY FAIR

Questo numero, inoltre, rappresenta il terzo atto nella trilogia di Vanity Fair dedicata all’emergenza che il mondo sta vivendo. Mentre il primo conteneva un messaggio da Milano all’Italia e al mondo e il secondo una celebrazione del personale sanitario nazionale, quest’ultimo è stato pensato come un manifesto a sostegno delle imprese italiane, con delle visioni su cosa servirebbe per superare la crisi e gli interrogativi sui mercati di domani. All’interno, interviste e approfondimenti sono dedicati a premi Nobel, filosofi, amministratori delegati, presidenti delle filiere italiane più importanti insieme a poeti, artisti e designer, chiamati a riflettere sull’emergenza sanitaria, quella economica e sui possibili scenari futuri. “Stiamo entrando in un’epoca di serietà”, scrive il direttore di Vanity Fair Simone Marchetti nel suo editoriale. “Un nuovo tempo, dove i valori e gli interrogativi di ieri (l’ecologia, il rispetto del lavoro umano, l’inclusione, l’importanza dello Stato) non saranno più soltanto mete da inseguire ma risultati da mettere sul tavolo. Hic et nunc. Qui e adesso. La storia siamo noi. O meglio: #LItaliasiamonoi. Quest’emergenza ce l’ha fatto capire ancora di più”.

– Giulia Ronchi

www.vanityfair.it

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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