Straperetana 2019. La Luna scende su un paesino vicino a L’Aquila

Si conclude oggi 11 agosto ma in realtà sarà ancora visitabile fino al 25 del mese, la terza edizione di Straperetana, curata da Saverio Verini e ideata da Paola Capata e Delfo Durante. Il tutto a Pereto, minuscolo paese in provincia de L’Aquila.

A bordo di un pulmino arriviamo alle pendici del castello di Pereto. Un borgo che stiamo imparando a conoscere, dove ci si può dimenticare momentaneamente dello scorrere del tempo. Lo immaginiamo investito del ruolo di satellite artistico tra centri più grandi come Roma e Pescara.
Ad accoglierci l’opera di Giuseppe Gallo, un esemplare di pollaio a grandezza naturale e, sul piazzale dinnanzi al Palazzo Maccafani, la performance preparata da Matteo Fato: un fantino in tenuta di astronauta si fa ammirare sopra un cavallo dal manto baio.
La luna vicina prende spunto dall’esplorazione del satellite terrestre da parte della Nasa (missione Apollo 11), della quale si è celebrato il cinquantenario il 20 luglio scorso.
All’interno di Palazzo Maccafani l’artista iraniana Aryan Ozmaei, con Impossible possible dialogue beneath the moonlight, racconta un incontro culturale mai verificatosi tra due coetanee – la nonna dell’artista e un abitante di Pereto – complici in quanto collezioniste di statuette e simboli dell’umanità quali la Venere di Willendorf, mentre la capsula Voyager Golden Record, portata in orbita nel 1977 per comunicare un saggio del patrimonio artistico globale, quale testimone della millenaria natura umana, è posata a terra. La legittimazione del campionario deriva dall’approvazione di una bellezza che oltrepassa la semplice estetica, segreta nel significato che vuole ricoprire un valore universale.
Paola Angelini si lancia in una fantasticheria sulle esplorazioni lunari: un uomo è equipaggiato di un guanto da falconiere e di un casco da motociclista, allo stesso modo in cui Fato unisce il gusto romantico delle canzoni medievali con un potenziale allunaggio, l’ambizione e la determinazione creano la suggestione di un Marco Polo in orbita nello spazio. Il particolare impasto di colori densi e la pennellata serpentina si trasfigurano persino in tinte fluorescenti.

Paola Angelini, Ricordo della luna, 2019

Paola Angelini, Ricordo della luna, 2019

PAESAGGI E REPERTI

Scendendo lungo le ripide scalinate del paese, rarefatti tra le cavità interstiziali dei locali residenziali, sono disseminati degli interventi artistici tra i quali cattura l’attenzione Protezione Visibile. Silvia Mantellini Faieta intesse frammenti di immagini – impressioni luminose di paesaggi e luoghi amati – le quali, giocando sulla trasparenza, inamidano, come gocce di rugiada, delle scaglie di vetro, infiltrate insieme ai muschi tra gli spazi liberi delle mattonelle.
All’interno di Palazzo Iannucci, come reperti fossili alterati da un lieve ricamo superficiale, si trovano le Baby (bones) Dolphins, ossa scolpite come prezioso avorio indiano da Federico Tosi con rilievo sagome di delfini e conigli, il tutto reso suggestivo dall’insolita location, una camera precedentemente adibita a carcere.
Chiara Camoni, con Le quattro sorelle, dona un intervallo di organica amenità, grazie alla tecnica della stampa vegetale su seta. L’imprevisto si congiunge alla dilatazione temporale di un processo in parte indipendente dalla cura manuale e sentimentale dell’artista. Eppure le sete, riportando le ombre ambrate delle piante e dei fiori raccolti lungo i boschi vicino alla sua abitazione, si legano biograficamente all’artista, al suo sguardo empatico sulla natura. Si bilanciano nei toni e nelle coerenti simmetrie interne, speculari come nei test delle macchie di Rorschach.
Il tempo è un concetto da sempre a cuore della Camoni, che nel 2016, in occasione della mostra curata da Antonella Sbrilli Dall’oggi al domani. 24 ore nell’arte contemporanea (Macro), dopo averli reclamati, donava ai visitatori i 10 giorni, tra il 5 e il 14 ottobre 1582, rimossi dalla storia per volere di Gregorio XIII durante la riforma del suo nuovo calendario.
Se i ritagli di Serena Vestrucci sono dedicati alla creazione nel momento dell’ozio, gli oli di Cleo Fariselli danno una sensazione di appagamento visivo. Lasciando scie dense e grumose o talvolta più liquide sulla tela, crea una patina in alcuni punti più trasparente in altri più opaca; l’effetto sembra quello delle sfumature opalescenti o delle onde dell’agata, qui irregolari, vischiose, imperfette. La superficie lunare con i suoi crateri crea un paesaggio mistico, così Luca Bertolo nel suo video Methallomai (2013) immagina un viaggio in cui spazio e tempo si confondono con l’impellente necessità di indagine, nei meandri e nelle profondità dell’anima: “Il piombo che c’eravamo portati dietro trascolorava di giorno in giorno […] La pietra è piena di tempo, la pietra è in sé il tempo. […] Prendevamo una direzione e poi le davamo un senso…trovavamo senza cercare, non cercavamo qualcosa ma ogni cosa. Lassù tutto riverbera: la luce, il suono, il significato. C’è qualcosa di intellettuale nella pietra, la pietra non si lascia racchiudere dal significato“.

Franca (Adelaide Cioni e Fabio Giorgi Alberti), Tutto fuorché la luna, 2019, performance

Franca (Adelaide Cioni e Fabio Giorgi Alberti), Tutto fuorché la luna, 2019, performance

DALLA LUNA A PERETO

Fato si lascia ispirare dalla Piana del Cavaliere e ritrae Charles Duke, il decimo uomo ad aver messo piede sulla Luna. Protagonista della missione Apollo 16, lasciò una foto ricordo della famiglia su quel suolo. Il punctum di Roland Barthes e il potere fantasmatico della fotografia, la capacità di catturare un lieve fulgore dell’essenza passata. Il pittore cerca di rendere con pennellate pastose l’essenza del viaggiatore: “Il momento del dipingere può accadere in una sola seduta, magari in 24 ore, senza fermarmi, senza mangiare, il lavoro deve essere finito. L’idea di riprenderlo in una fase successiva per me vuol dire falsificarlo, danneggiarlo“.
La Luna per Ariosto raccoglie tutte le cose che si perdono sulla terra – come il senno dell’Orlando Furioso – così si può dire influenzi le nostre riflessioni ma ci permetta anche di vagare sulla terra a testa in su, disinibiti e folli.
Mentre Paolo Icaro in Two pears, guardare e vedere (installazione site specific) parte dalla suggestione lirica di una poesia di Wallace Stevens per ricavare un’istantanea di Pereto partendo dalla toponomastica – due pietre a forma di pere e il mistero della visione, una riflessione sul significato e sulla corrispondenza di luoghi, nomi e parole – Franca (duo formato da Adelaide Cioni e Fabio Giorgio Alberti) con Tutto fuorché la luna coinvolge i partecipanti all’inaugurazione in un gioco goliardico. Chi vuole sorregge delle sagome di cartone e sfodera il suo sorriso per lo scatto di gruppo: stelline gialle e rosse, Saturno, una galassia, puttini e grifone compresi. Sullo sfondo la luna piena, vicina.

Giorgia Basili

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Giorgia Basili

Giorgia Basili

Giorgia Basili (Roma, 1992) è laureata in Scienze dei Beni Culturali con una tesi sulla Satira della Pittura di Salvator Rosa, che si snoda su un triplice interesse: letterario, artistico e iconologico. Si è spe-cializzata in Storia dell'Arte alla Sapienza…

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